mercoledì 1 luglio 2009

La risposta Algerina alla Convention dei ragionieri di Piergiorgio Calanchi

Io invece non sono ragioniere. Io ho fatto lo scientifico. Anzi, ho fatto l’Einstein di Milano, che chi c’è passato sa cosa vuol dire (anacoluto voluto). Mentre negli altri licei si okkupava e si autogestiva, da noi bastava che alle 8.02 ci fossero piu’ di cinque studenti di fronte all’ingresso perchè il preside chiamasse la celere per far sciogliere la manifestazione non autorizzata. E allora, cosa diavolo ci facevo alla convention dei ragionieri? Per i cattolici credo c’entri il contrappasso, per gli induisti devo aver fatto qualcosa di brutto brutto in una vita passata, tipo il serial killer o chiamarmi Noemi ed essere andata a una festa a Palazzo Grazioli.
La mia convention comincia verso mezzogiorno di lunedi’ quando, dopo aver pensato ai 350 tra ragionieri e ragionieri evoluti stipati su un TGV noleggiato per l’occasione per portarli dal Charles de Gaulle ad Evian alla velocita’ media di 30 Km/h, esco da casa (a Milano, non ad Algeri) e mi metto in macchina direzione Tunnel del Monte Bianco. Tre ore e mezzo dopo faccio il check-in in un albergo deserto, pochi minuti prima dell’arrivo dei pullmann che riempiono la hall come nemmeno ad un concerto di Madonna.
Premetto che non sono un animale sociale. Non ricordo i volti, non mi interessa fare salotto ne’ tantomeno public relations (sara’ per questo che lavoro ad Algeri e non a Barcellona?) ed in genere durante questi happening mi isolo e penso ai fatti miei.
Pero’...
Pero’ questa volta conosco un po’ troppe persone per giocare a fare l’eremita e quindi, mio malgrado, mi trovo a rispondere ai saluti di un gruppetto che mi ricordo confusamente di avere incontrato in un’altra vita ma che non so nemmeno da che nazione vengano. E invece questi si ricordano della mia ragazza (non quella attuale, quella che avevo sei anni fa), che mi piace mangiare la pizza bisunta da Pizza Hut, che tifo Milan e che ho un neo sotto la pianta del piede.
O sono autistici o sono ragionieri e quindi si tengono un database Access aggiornato con tutte le persone che incontrano nella loro triste vita e che vanno a rileggersi prima di ogni convention.
O forse tutti e due.
Mentre sto cercando di ricordarmi la formula magica per far scomparire un ragioniere autistico (Evoca Patronus Rainmanus?) intravedo la padrona di questo blog
- LECCHIN MODE ON -
che ringrazio infinitamente per l’ospitalita che mi ha concesso
- LECCHIN MODE OFF –

che saluto di sfuggita perche’ immediatamente dietro a lei vedo stagliarsi la figura della Zia, il nostro mitico capo, che non vedo da oltre sei anni. E qui, per mettere a frutto anni ed anni di studio del politically correct mi stampo sulla faccia il mio piu’ bel sorriso e, assumendo l’espressione da tapiro paraculo dico esattamente il contrario di cio’ che i miei occhi vedono relativamente alla sua silhouette e ad un patto mefistofelico.
Incasso il sorriso della Zia, schivo a malapena i fulmini che escono copiosi dagli occhi della nostra italianaaParis e mi allontano facendo il vago.
Poco o niente da segnalare nel giorno successivo se non l’arrivo in elicottero del Capo di Tutti i Capi e del suo Vice la mattina dopo, che atterrano esattamente di fronte alla finestra della mia camera mentre io – ovviamente nudo come un verme – sto uscendo dalla doccia.
Una parola sulle attivita’ che fanno da contorno alle convention. NON SONO ATTIVITA’. SONO PIANI DI RISTRUTTURAZIONE A COSTO ZERO. E questa non faceva eccezione. Nelle istruzioni distribuite ai partecipanti era specificato “Vi portiamo in montagna ma non preoccupatevi, non c’e’ bisogno di scarpe da trekking”. Quello che non era specificato era la seconda frase “se volete lasciare questa valle di lacrime”. Ma cazzo, mi portate in mezzo ai boschi dopo che ha smesso di piovere da due ore, su un sentiero fangoso ed in pendenza, mi date una mappa che non c’entra nulla con il terreno e non mi fate nemmeno portare gli scarponcini? A me ricorda tanto la favola di Pollicino abbandonato dai suoi genitori (quello si’ che era un piano sociale...) Fortuna che mi ero riempito le tasche di sassolini e quindi ho potuto condurre la mia squadra al campo base (quota 2000, temperatura al calar del sole -15° e nemmeno un goccio di vin brule’). Le due dita congelate abbandonate sulla montagna da cui sgorga l’acqua Evian serviranno ad arricchire di sali minerali le bottiglie prossime future.
Ma e’ nel torneo di calcio che il finance da’ il meglio di se’... Mentre la nostra amica scrittrice poltriva in piscina io – avendo scartato la Partita Doppia, cioe’ il torneo di tennis per ragionieri organizzato dall’azienda – mi cimentavo in uno sport vagamente somigliante al calcetto: sei contro sei in un campo a cinque, ma con le porte a sette (ai finance piacciono molto i numeri). A parte il mal di testa generato dal tentativo di far quadrare la formazione, in questa configurazione bastava tirare – da qualsiasi parte del campo – per insaccare, non essendo i portieri propriamente dei Buffon. Non per niente il torneo si e’ concluso con la media di 6,4 reti a partita (si’, c’e’ stato qualcuno – forse un ragioniere? - che ha calcolato questo coefficiente.
Al momento della festa successiva alla cena di gala il vero finance esplode. In nome del concetto “semel in anno licet insanire” (e se non sapete cosa vuol dire fate come me e andate su Wikipedia) basta la distribuzione di un boa verde in sintetico e di una parrucca di paillettes, rigorosamente verde anch’essa, per trasformare il piu’ compassato dei contafagioli in una controfigura di Michael Jackson, appena un po’ piu’ vivo. Inoltre, per contratto e per convenzione, in queste occasioni, piu’ si e’ in alto nella scala gerarchica, piu’ si deve fare i cretini. Per cui, dopo aver visto un omino con uno stipendio a sei zeri (ma forse sette con le stock options) con una collana fluorescente al collo, un panama di plastica in testa e occhiali traforati ballare come un tarantolato su un ritmo house da almeno 180 bpm in modo ovviamente scordinatissimo ho avuto la conferma definitiva che io, in questa azienda, non potro’ mai fare carriera.

E non è perchè non sono un ragioniere.

8 commenti:

  1. Nadià, il tuo ospite è favoloso ! Perfetto binomio, "compare" di briscola o di tennis, di footing o scorriabande! Bellissima lettura, all'alba delle due è stata fantastica, mi sono immaginata le facce, le sue, in ogni momento descritto...
    Come dico sempre a te...anche qui vedo un film (magari un corto, certo) dietro ogni immagine raccontata!
    grazie Piergiorgio, grazie Nadia per queste perle di ottimo umore!!!!

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  2. mi avete fatto morire dalla risate....grandissimi! ciao Marina

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  3. Siete veramente un binomio incredibile... mi avete fatto venire il buon umore e ora anche il pensiero di dover trascorrere un'intera giornata ( anzi due) con hitler ( la pluricitata ZIA al maschile) non mi spaventa piu' di tanto.
    GRAZIE... mitici!!!!

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  4. Avete visto che abbiamo aperto il salotto per far entrare ospiti di livello? Certo l'ospite é Tommaso detto il Buscetta, pero' da qualche parte bisogna pur cominciare! Scherzo Pigi!
    Chi sei tu che hai letto all'alba delle 2? Ho un sospetto ma dimmelo tu!
    Comunque non é una fantastica notizia purtroppo sapere che tutti avete bisogno di una risata perché nell'ufficio di fianco ognuno ha il suo ringhio!!
    Tenete duro a volte i Ringhio inaspettatamente si dimettono! Solo che poi rientrano da un'altra porta!

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  5. a parte che bevete l'acqua sbagliata... mi piacete abbastanza
    ;-)
    f
    ps: so sgrammaticare anch'io se voglio

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  6. Insomma l'acqua sbagliata dipende dai punti di vista! Magari sei tu che devi rivedere il tuo frigo! eheheh!
    Io non volevo sgrammaticare! Mi é proprio venuto!

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  7. Carissimi, quasi quasi rimpiango di aver lasciato l'ordine dei ragionieri...forse alla fine ci si divertiva di più...

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  8. Carissimo/a che hai lasciato l'ordine dei ragionieri, chi sei? identificati!

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