Le commesse di Antonia
Non so quale strana combinazione del destino ci porti fare un giro in
centro la seconda domenica di dicembre: Corso Vittorio Emanuele, praticamente
un suicidio. Colte dall’orrore per la gente decidiamo di entrare all’Excelsior,
l’ex cinema ora trasformato in concept store di grande lusso. Un’ideona.

La scena che ci si presenta all’ingresso è raccapricciante: ci saranno
almeno 300 persone in coda da Tiffany, ma possibile? Sembra che regalino le
cose. Scartiamo il piano terra, troppo popolato e ci dirigiamo vs gli ascensori
in cristallo, davvero eleganti. Nell’attesa, incontriamo tre signore della
Milano che conta, almeno così pare, sono firmate dalla testa ai piedi: Gucci,
Hermes, Vuitton, tripudio delle marche, una loro fotografia potrebbe equivalere
allo sfogliare un catalogo, basterebbe rapirle e svestirle equivarrebbe ad un
riscatto!

Saliamo al quarto piano, dove si trova Antonia, la boutique di
abbigliamento. Improvvisamente il deserto. Sarà che il cartellino del prezzo
più basso che vediamo segnala 180€ per un cerchietto luccicante? Economico!
Quello di cristalli Swarowski costa oltre 300€, quasi quasi ne compro uno.
Intanto Sara ed io li proviamo sotto lo sguardo di rimprovero delle commesse.
Ricambiamo lo sguardo meste: una commessa bellissima, bionda, diafana, magra
come una modella ci chiede se abbiamo bisogno di qualcosa. Si, di essere come
lei! Facciamo progressi, almeno lei non pensa che non possiamo comprare niente!
Giriamo l’angolo e vediamo appesa una maglietta con un teschio di cristalli
(questa sì che me la comprerei volentieri, costa solo 680€) e un’altra commessa
si avvicina e ci domanda se può fare qualcosa per noi, anche lei è
meravigliosa, di colore, alta magra, sorridente e indossa il cerchietto di
brillanti, che se lo mettessimo noi arriverebbe subito l’ambulanza a portarci
via. Probabilmente il fatto è che in questo piano ci sono solo tre clienti, e
noi siamo due dei tre, e quindi possono focalizzarsi. Ci saranno una decina di
commesse, vestite allo stesso modo e sembrano uscite direttamente da Vogue. Che
classe! Bene, possiamo andare, il cerchietto ce lo faremo regalare a Natale.
Il commesso di Kiehl’s

Coin Corso XXII Marzo. Piano terra, Khiel’s e il suo commesso. Sara deve
comprare il regalo della mamma e comincia a dare un’occhiata. Quasi subito le
si avvicina un commesso che sembra Diego di Radio Dj, l’uomo competenza. Sa
tutto. Sembra un laureato in chimica e biologia, conosce ogni componente delle
creme, dei sieri e dei contorno occhi. Sara gli chiede se lui ha lavorato anche
in Rinascente. La risposta è sì. Carramba che sorpresa. È esaltato dal fatto
che lei si ricordi, mentre lei si irrigidisce, in effetti non è proprio
simpatico. Fa il saputello e tu non devi far sentire idiota o incompetente una
cliente. Ad un certo punto lei gli chiede un siero e lui risponde con il solito
fare da scienziato: ma parli del siero A o del siero B? Lei lo guarda pensierosa
e poi gli dice: mah, me ne ricordo uno, citando il nome perfetto del siero, nel
botticino bianco con la scritta marrone.
Lui tira fuori uno sguardo trionfante e come se avesse trovato la pentola
d’oro alla fine dell’arcobaleno tira fuori due sieri praticamente identici
stessa confezione, stesso colore e stesso prezzo, cambia solo la dicitura:
High potency skin concentrate uno, Powerful streght line reducing concentrate
l’altro.
Ma allora sei proprio bastardo. Sara ed io ci guardiamo tentate di
andarcene solo per non dargli la soddisfazione di far capire che non sappiamo
quale sia dei due. Alla fine cediamo perché ci serve il regalo, Sara sceglie un
siero a caso dicendo che si tratta proprio di quello e ci facciamo confezionare
il pacchetto regalo mentre lui ci accompagna premuroso alla cassa. Intanto
socializziamo o meglio subiamo la sua socializzazione e ci racconta in 30
secondi, che gli piace stare alla Coin, che è appena stato promosso, sarà stato
promosso scienziato capo? Gran visir di tutti i commessi? Direttore Sieri? E
che spera di rivederci presto. Intanto ci regala un siero antirughe contorno
occhi. Bastardo ancora.
La commessa Estee Lauder
Sempre Coin di Corso XXII Marzo, stiamo passando di fianco allo stand Estee
Lauder per scendere al piano inferiore. La commessa mi vede e mi piazza in mano
un campione di NUOVA REVITALIZING SUPREME- CREMA GLOBALE ANTI-AGE. La guardo e
penso: BASTARDA. Ma devo ammettere che è la crema giusta per me. Poi però
guarda Sara, si sofferma un attimo sui suoi occhi, si gira e prende un altro
campione. Stessa crema. Tenga, è un ottimo prodotto. Sara la guarda e pensa:
BASTARDA.
Il commesso dell’IKEA di San Giuliano


Domenica di dicembre, sì in effetti a dicembre ho fatto un sacco di cose!
Ikea, devo comprare il lavandino, per fortuna so già dove si trova e come lo
voglio, dobbiamo solo entrare, evitare la tentazione delle polpettine con la
salsa, dei bicchieri foggia vintage e delle candele e saremo salve. Scampiamo a
tutto ciò e arriviamo alla consegna ordinato con un foglietto riepilogativo.
Chiediamo ad un commesso socievole come lo jeti dove si prende il numero e lui
grugnisce un “qui”. Gli porto la fattura, lui se la tiene, mi da un foglietto
con scritto 73 e ne va senza dire una parola. Sara ed io ci sediamo sulla
panchina lì di fronte e sgranocchiando ottime patatine svedesi aspettiamo. I
numeri passano dal 56 all’80, peccato che non ci sia nessun altro ad aspettare a
parte noi. Boh. Ritorna lo Jeti dopo poco, timbra la mia fattura come se stesse
ammazzando il foglio e mi passa un carrello con sopra quattro pezzi, peso
totale 56 kg. Mi appresto a spostare una scatola messa male e rimango bloccata
da 40 kg tutti concentrati nello stesso cartone. Deve essermi venuto il colpo
della strega. Lui mi guarda e grugnisce di nuovo: “è pesante”, e se ne va. Alla
faccia dello spirito natalizio. Ma vaffanculissimo vah!
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