lunedì 26 dicembre 2011

SCIALLA – Film di F. Bruni


Bellino questo film! Divertente e simpatico. Un ragazzino di 15 anni si trasferisce dal suo insegnante di ripetizioni perché a mamma si deve trasferire in Mali per lavoro e non può portarlo con sé e non ha il babbo. Tra i due c'è un bellissimo rapporto ma non solo... a voi scoprire cosa li lega. Leggero, e dio solo sa quanto talvolta si ha bisogno di cose leggere! Voto 7+. Scorre via veloce ed esci dal cinema sollevato decisamente.  

JOSEPHINE - P. Bagieu

Ecco la mia solita amica Josephine! La novità di quest'anno é che chiunque vorrà leggerlo lo troverà non solo in Italia ma anche nella versione tradotta grazie ad una casa editrice straordinaria che ha deciso di occuparsene. Vi allego il loro contatto facebook e il loro sito: 


http://www.facebook.com/profile.php?id=100002869127383&ref=ts


http://www.hopedizioni.com/home.html


Come sapete ho un'adorazione per questi fumetti! Quindi voto 10!! e buona lettura! 

LE IRREGOLARI – M. Carlotto

Si, sono monotona, leggo sempre Carlotto. Però alla fine uno quando trova un'autore che gli piace è normale che legga tutto quello che scrive. Si sa cosa aspettarsi! Questo libro però è diverso dagli altri. Fa parte del filone “realista” tra i suoi libri, ovvero quelli che raccontano cose realmente accadute. Narra di un viaggio di Carlotto in Argentina dove incontra una lontana parente che fa parte delle Nonne di Plaza del Mayo, ovvero le nonne che hanno creato un'organizzazione per cercare i nipoti rapiti dal regime, venduti e scomparsi. Perchè le nonne? Perché i figli sono morti... rapiti, torturati e uccisi dal regime, di loro sono rimasti sono figli, fatti nascere tra l'orrore e la morte e poi spediti chissà dove. Massimo Carlotto arriva in Argentina per fare il turista ma poi si trova coinvolto nel Buenos Aires Horror tour e una volta sentite le storie, non riesce più a tornare indietro. E' un libro duro e allucinante perché per quanto mi riguarda, pur avendo sentito parlare dei desaparecidos, non avevo mai approfondito l'argomento e scoprire parte delle cose orrende che sono state fatte a decine di migliaia di giovani con la sola colpa di aver militato contro il regime è impressionante. Non do voto, non è questione di bello o brutto. E' cronaca. Interessante e toccante.  

LA PARIGINA Guida allo chic – I. De La Fressange

Non posso leggere solo cose serie o mi viene un malore. Quindi ogni tanto ci metto dentro un po' di costume e questo manualetto è davvero carino! E poi avendo vissuto a Parigi non potevo non prenderlo visto che è stato scritto dall'icona francese della moda, la mitica Ines De La Fressange. Descrive piccoli trucchi per essere sempre chic senza necessariamente spendere un patrimonio. Accostamenti, colori particolari, e cosa dire dei 7 capi che non devono mai mancare nel guardaroba di una donna? Ovviamente l'indimenticabile tubino nero stile Audry Epburn, i jeans, la giacca da uomo, il trench, il pull a V blu marine, la canottiera e il blouson di pelle stile motociclista! Con tanti suggerimenti di stile. E' divertente, colorato e poi cita un sacco di marche carine, prevalentemente francesi, ma ormai si trovano quasi tutte anche qui che ho visto spesso nelle piccole boutiques fuori mano così trendy proprio perché non ce le hanno tutti. Voto 8. Proprio piacevole e di sicuro un'idea regalo molto apprezzata dalla vostra amica più trendy!

GALLINE – S. Berger

Questo libro mi è stato prestato da un'amica che è stata pre allertata e quindi non si offenderà per questa recensione. Un libro che mi ha davvero innervosito. Pensavo di leggere una cavolata leggera di storie di donne e invece ho letto una cazzata pesante di cinquantenni milanesi frustrate e ricche e insoddisfatte e pure un po' mignotte. Insomma, voto 3. A volte mi chiedo come facciano a pubblicare certe cose. Se vi capita sottomano non leggetelo. Aggiungo, non regalatelo, fareste brutta figura.

MIRACOLO A LE HAVRE – Film di A. Kaurismaki


Questo film è poesia pura. E' una storia di amore, di amicizia e di miracoli che accadono a Le Havre. Un anziano lustra scarpe incontra per caso un bambino sans papier sfuggito ad una retata. I due diventano amici e provano a trovare il modo di far arrivare il piccolo a Londra dove risiede sua madre. Dialogo ironici e spiritosi. Personaggi adorabili, come gli avventori del bar dove il nostro anziano protagonista passa tutte le sere a bere un bicchiere di bianco come aperitivo e una storia che ti fa uscire dal cinema con sorriso sulle labbra, perché talvolta i miracoli accadono anche nei posti dimenticati da dio e dagli uomini. Voto 9. Lo consiglio a tutti. E' veramente un gran bel film.

THIS MUST BE THE PLACE – Film di P. Sorrentino


Beh, questo è davvero un gran bel film. Sean Penn interpreta una vecchia star un po' decaduta che decide di partire per un lungo viaggio per incontrare il padre che sta morendo e che non vede da anni. Ci sono personaggio pieni di fascino: la moglie, perché nonostante questo aspetto un po' ridicolo ed effeminato, lui ha una moglie, la sua giovane amica che è una ragazza dark appassionata di musica e corteggiata da un impacciato cameriere e svariate figure che appariranno e spariranno dalla scena durante tutto il film. Colonna sonora splendida. Voto 8. Merita davvero e lui è grandioso.  

domenica 27 novembre 2011

ABIO

Ho pensato molto a questo pezzo. Ero indecisa se farlo oppure no perché non fa ridere. Poi una persona a me cara, mi ha ricordato che la gente non legge solo cose che la fanno ridere. Non apprezza solo quelle. E mi siete venuti in mente proprio voi, che quando vi ho fatto votare il pezzo che vi era piaciuto di più, alla fine avete scelto in larga maggioranza Buon Compleanno Parigi, che tra tutti era l’unico che ridere non faceva proprio. Quindi corro il rischio. E se non vi piacerà sarà sufficiente smettere di leggere.
Sapete cosa è ABIO?Associazione Bambini in Ospedale.
Obiettivo: far giocare i bambini che vi sono ricoverati oppure fare due chiacchiere con i genitori che magari cercano qualche minuto di fuga dalla realtà parlando del Grande Fratello. Il Besta è un istituto per malattie neurologiche.
Qualcuno mi ha detto “Non voglio ascoltare perché sono troppo sensibile”. Beh, voglio solo dire che non è che il non parlarne faccia scomparire il problema. Queste piccole persone esistono comunque. E sarebbe bello se ognuno facesse qualcosa per loro. Se siete troppo “sensibili” smettete di leggere adesso.
Quasi mai so cosa hanno questi bambini, perché per regola non si chiede. Non è importante. Devi solo sapere se è necessario fare attenzione a qualcosa quando te li lasciano in consegna. Una signora mi lascia Fabrizio per scendere a fumare una sigaretta: “Signora c’è qualcosa che devo sapere?” e lei: “Si, se sviene si segna l’orario per cortesia?” “Ah, gulp...certo, vada pure” e intanto mi faccio il segno della croce, perché anche se ci sono tutte le infermiere a disposizione come minimo dopo lui svengo io. Matteo, anni 4 e Andrea, anni 5 si incontrano in sala giochi. Matteo ha decine di elettrodini in testa, per monitorare l’attività celebrale. Tutti gli elettrodi hanno dei fili colorati che vengono risposti in uno zainetto che si deve portare in giro per un giorno. Non è un esame doloroso, è solo scomodo. Andrea a Matteo: “L’ho fatto anche io quello lì sai? Non fa male! E poi mi hanno dato una caramella quando ho finito. “ Matteo: “Si è vero non fa male, la caramella me la danno domani però” leggero disappunto. Nadia: “Ma lo sapete a cosa serve questo esame?” Silenzio interessato. “A studiare i sogni che fate di notte”. Andrea: “Nuuoooo! Vuoi dire che hanno visto i Gormiti che ho sognato? C’era una battaglia grandissima!”, in sala giochi Matteo e Andrea ricreano la battaglia grandissima dei Gormiti con un castello di plastica e tanti mostri di gomma. Sono fantastici. Per loro è tutto normale.
Dragan ha 3 anni. E’ nella sua stanza da un mese e mezzo. Sappiamo che è gravissimo con poche speranze, ma ogni volta che arriviamo e lo troviamo lì, speriamo che la sua tenacia da toro abbia la meglio sulla sorte. La mamma, una ragazza rumena giovanissima, non ce lo lascia quasi mai, fino al giorno in cui ci chiede di poter scendere a fumare una sigaretta. Stiamo in cameretta Sabina, l’altra volontaria ed io. Controlliamo tutte le macchine. Sembra una centrale. Il sabato successivo Dragan non c’è più e non è andato a casa. Lo sapevamo fin dall’inizio. Ma quel giorno è di una pesantezza mostruosa. Sorte bastarda. Il dottor House esiste solo in televisione. L’impotenza è una sensazione orrenda.
Matilde, 8 anni. Giochiamo a Memory? Noooo, in questo gioco sono davvero una chiavica, mi scoprirà subito e perderò in modo davvero clamoroso. A metà partita io ho fatto 3 coppie lei una quindicina. E’ corretta e precisa, non prova ad imbrogliare, sa sempre quando è il mio turno. Io mi distraggo ogni tanto a parlare con sua mamma che mi racconta la loro ultima settimana e alla fine, senza alcuna sorpresa vince lei, un cappotto tremendo, tipo 50 coppie a 12. Battuta da una creatura di 8 anni. Giochiamo ancora? Certo le dico. “Nadia ne metto meno, magari ti viene più facile fare le coppie....”. Nuuuooo! Cioè ci rendiamo conto? Lei semplifica il gioco per farmi vincere! Che umiliazione. Ed in effetti la partita numero due, con meno carte, si chiude con un pareggio dignitoso. Poi mi chiede di giocare a Nomi, cose, animali, etc. Qualcuno in sala giochi sceglie una lettera dell’alfabeto e noi dobbiamo trovare un nome per ognuna delle categorie scelte. Qui son forte, mi sento che posso anche vincere. Abbiamo anche una categoria personaggi famosi e ... volete ridere? Lei ha una passione per il cinema, sì ma non Walt Disney! Per lei i personaggi famosi sono tutti registi di film d’autore! Sono basita! T ... Tornatore! S...Salvatore! Alla C io sfoggio un azzeccato Calvino e lei ribatte Comencini. Non ci credo. Sto giocando con un genio! Mi dice: “Te lo ricordi Io non ho paura?”. “Si certo, bello vero?” Fra un po’ mi citerà film russi che avranno avuto 34 spettatori.... Iniziamo a conversare di cinema sempre giocando fino all’arrivo del pasto. Insomma qui mi sono difesa bene ma ho perso lo stesso. Che splendida personcina.
Mi avvicino a Kumba. E’ una bellissima bambina di 10 anni, sua mamma ce l’ha lasciata per andare a cercare di comprarle un pigiamino. Ha mal di schiena ed è scossa da spasmi alle braccia che le impediscono di afferrare gli oggetti con la facilità di un bambino normale, quindi ogni cosa che fa le costa fatica e diversi tentativi, ma non vuole assolutamente essere aiutata. Infatti quando mi avvicino per farla mangiare, senza che possa neppure chiederle niente, mi dice sicura che fa da sola. Le sto vicino e la guardo combattere contro quel malefico maccherone che si fa inseguire dalla forchetta tremante. Ma alla fine vince lei, e piano piano finisce il suo piatto di pasta. Capisco che è contrariata perché ha sporcato il vassoio della mensa con il pomodoro, in silenzio le porgo tovaglioli di carta e lei mi fa un sorriso enorme che mi cambia la giornata. Pulisce tutto e poi mi dice che è felice perché nel pomeriggio arriverà suo papà con suo fratello. E’ davvero bella con le sue treccine nere che le ha acconciato la mamma. E’ del Niger. Ma vive qui da quando è nata. La mamma è tornata, lei mi saluta, ringrazia e torna in cameretta a riposare.
Claudia ha 15 anni, l’ho vista un sabato. Aveva strani bottoncini di plastica sulla fronte, lunedì avrebbero dovuto operarla. Era cicciotella in viso, ma occhi chiari molto espressivi, coda di cavallo. Mi racconta dei litigi con sua sorella che è interessata solo allo shopping. Lei no, lei veste solo in tuta e jeans, adora lo sport e i giochi da maschio, come li chiama lei. La rivedo il sabato successivo. A momenti non la riconosco, E’ bellissima, il viso magro, gli occhi azzurro chiaro splendenti e i capelli sciolti sono ricci e luminosi. La guardo e le dico che è bellissima. Lei mi dice che è finalmente sgonfiata e che sta proprio bene, spera di andarsene martedì. Sono davvero felice, non era cicciottella, era gonfia per i medicinali! Sembra un’altra persona. La madre è raggiante. Ci sono tante storie a lieto fine, non tutte, ma quasi. Vorrei dire grazie a questi genitori splendidi che mai ho visto cosi solidali fra loro a dispetto di colore, razza e provenienza. E a questi bambini che riescono sempre a strapparmi un sorriso e per qualche ora a farmi entrare in una dimensione parallela alla mia, da cui si può uscire solo più arricchiti.


Le persone descritte in questo pezzo sono assolutamente reali i nomi sono stati cambiati per rispetto alla loro privacy. 


Diario di un'italiana a Parigi

http://www.lafeltrinelli.it/products/2120006656525/Diario_di_un%27italiana_a_Parigi/Trincherini_Nadia.html?prkw=nadia%20trincherini&srch=0&Cerca.x=54&Cerca.y=19&cat1=1&prm=


Direi che se volete far divertire un amico! dovete regalare questo libro a Natale! parte la campagna vendite Natalizia!! su forza ! comprate comprate comprateeeeeee! 

BIENNALE DI VENEZIA




Sono scettica, come sempre quando si tratta di cose un po’ troppo innovative per il mio gusto personale. Se dovessi dare un sottotitolo a questa mostra così famosa, sarebbe: potevamo anche vivere senza! Ci sono cose di cui non comprendo l’artisticità, mettiamola così, di cui fatico a vedere la bellezza. Non c’è assolutamente niente che mi ha emozionato, ci sono molte cose che mi hanno sorpreso, molte che mi hanno disgustata (!) giuro, molte che mi hanno lasciata indifferente, molte che non ho capito. Questo anche a causa di una pessima organizzazione della struttura ed è un peccato visto che si tratta di un evento noto mondialmente. Alcuni esempi: titoli delle opere sono in inglese, e perché mai visto che siamo in Italia? Nessuna indicazione su dove trovare i padiglioni, con quale ordine percorrere le sale, nessuna sala numerata, insomma un po’ di caos cosmico. Nessuna descrizione delle opere, cosa che si vede in tutte le mostre che si rispettino. Certo però che Venezia è pur sempre Venezia. Non ci andavo da anni e ho avuto la fortuna di capitare in una giornata di sole spettacolare che ha reso tutto ancora più suggestivo ed affascinante. Muoversi tra le calle con il vaporetto come se fosse la 65 non ha prezzo! Cosa deve essere vivere lì? La cosa che mi ha colpito è che come a Genova la gente stende tutto fuori! Fili tirati da una casa all’altra, per un attimo abbiamo pensato che fosse l’opera provocatoria di un moderno artista! E invece al decimo filo abbiamo capito che lì funziona così e abbiamo immortalato lavatrici di svariati colori, reggiseni e pigiami, forse questa meravigliosa città meriterebbe un diverso regolamento! Non stendiamo a Milano per non sciupare le facciate delle case e qui stendiamo da un palazzo all’altro? Voto mostra 6, voto città 10!
Ps. A causa della mia preparazione in tema di arte moderna, ho fotografato una gru, convinta che fosse un’opera esposta.... 

MANUALE DEL GALATEO – S. Masci

Sbranato in un giorno tra l’aeroporto e l’aereo in ritardo, guarda caso Alitalia! Interessante anche se alcune cose servono solo per importanti cene ufficiali. Nel mio piccolo mondo non ho ospiti maggiormente “di riguardo” rispetto ad altri! E per quanto riguarda la disposizione del piattino da pane sulla tavola e di quello da burro, sono molto interessata, ma se dovessi metterli effettivamente, data la dimensione della mia casa e del mio tavolo di conseguenza, non potrei ospitare più di una persona alla volta! Quindi se venite da me a cena il pane ve lo devo mettere in un cestino comune o non ci stiamo! E’ sempre divertente capire le origine delle regole che si dovrebbeo rispettare e soprattutto il perchè, almeno ne abbiamo una giustificazione. Ad esempio perchè non si dice Buon Appetito quando ci si siede a tavola. Ed è perchè si è invitati per gioire della compagnia e non del cibo. Oppure perchè non si deve ringraziare il cameriere quando serve un piatto, perchè quello è il suo lavoro, non un favore personale che ci fa. Insomma interessante e piacevole. Carina anche l’introduzione che parla delle origini del galateo, da Monsignor della casa che già discuteva questi argomenti nel 1553 o di Baldassar Castiglione suo predecessore. Voto 8, utile.  

COME è PICCOLO IL MONDO – M. Suter

Sempre per colpa di Paolo, il mio pusher di libri, affronto questo piccolo manualetto decisamente interessante.
E’ la storia di Thomi e Koni, due amici, uno figlio di una famiglia benestante e l’altro figlio della domestica di casa che viene allevato e mantenuto con l’obbligo morale di soddisfare ogni capriccio del fratello “ricco”. Tutto funziona fino a quando Koni, il povero, si innamora di una donna e decide di rinunciare a tutto pur di stare con lei. Solo che nel frattempo si ammala del morbo di Alzheimer e comincia a perdere la memoria corrente, ma per strani effetti della malattia, ricorda dettagli particolari del lontano passato che inquietano profondamente Elvira, la madre di Thomi. Cosa spaventa la donna in questo modo? Cosa è pericoloso che l’uomo si ricordi? Scopritelo voi! Molto originale, voto 7 ½, si sicuro leggerò altre cose di questo autore che scrive in modo scorrevole e piacevole.

NESSUNA CORTESIA ALL’USCITA – M. Carlotto

Sono monotona, avete ragione, ma quando voglio staccare, distrarmi e soprattutto avere tra le mani un libro che non mi faccia pensare a niente altro Massimo Carlotto è una garanzia! Questo fa parte della serie dell’Alligatore che è sempre uno splendido personaggio e con lui Beniamino Rossini, il contrabbandiere gentiluomo. E’ particolarmente violento e numerose sono le morti anche tra i buoni già nelle prime pagine. L’alligatore viene chiamato da un uomo di mafia che teme di essere ucciso per comunicare con il grande boss e capire la ragione di tale desiderio di morte. Normalmente l’ambasciatore è al di sopra delle parti e l’operazione dovebbre essere priva di rischi e decidamente remunerativa. Ma c’è qualcosa che non va e l’Alligatore si trova coinvolto in qualcosa di enorme da cui non sembra esserci una via di uscita. Voto 8. Perfetto come sempre per il genere. Non a caso Carlotto ha vinto numerosissimi premi letterari di prestigio.

LE IDI DI MARZO - film di G. Clooney

http://www.youtube.com/watch?v=FQqx-_IbrHc


Mi pare che in Italia non sia ancora uscito e il fatto di averlo visto in un paese straniero e di potervelo raccontare mi fa sentire molto cool! Ehehe! Dai scherzo, comunque è un bellissimo film davvero. L’unico neo è che lo abbiamo visto come al solito in lingua originale sottotitolato in francese e la fine ci è stata così chiara che Roberta ed io abbiamo capito due cose diametralmente opposte! Andiamo bene! Comunque aveva ragione lei! E’ la storia di un uomo politico, George appunto e del direttore della sua campagna elettorale e di dove, due uomini possono decidere di arrivare, per ambizione e potere. Non dico altro perché non voglio guarstarvelo prima che arrivi ma vale davvero la pena. Lodi del festival meritate, in tema con la vita politica odierna, anche se la realtà super di gran lunga la fantasia cinematografica, ahimè purtroppo in Italia... voto 8.

MOSTRA MUNCH – MUSEE CENTRE POMPIDOU

Eccoci di nuovo a Parigi, cosa che come ben sapete non mi dispiace affatto. Domenica mattina decido con Roberta di andare in questo splendido museo a vedere la mostra di Munch, dopo un’accurata scelta su internet perchè al momento di mostre ce ne sono davvero tante ed una più interessante dell’altra. Arrivando al Beaubourg notiamo che la coda sarà di circa 500 persone! Fantastico, sono solo le 10.50, il museo apre tra 10 minuti e siamo tra le ultime chiaramente. Roberta mi conforta dicendomi che di solito si esaurisce in fretta e quindi fiduciose attendiamo. In effetti dopo 20 minuti riusciamo ad entrare e ad appropriarci del nostro fantastico biglietto! Olé! Saliamo fino al quinto piano e.... 45 minuti ancora di coda! Tutti quelli che erano fuori non erano entrati, ma aspettavano ordinatamente in fila. Ci siamo rassegnate e come al solito abbiamo continuato a chiacchierare sperando ne valesse proprio la pena. E così è stato. Munch è un pittore splendido. Uomo dei primi del ‘900, come molti grandi artisti tormentato e infelice, esaurito e alcolizzato, per chiudere in bellezza colpito da una emorragia ad un occhio che per un lungo periodo della sua vita gli fa vedere le cose con colori insoliti e quindi decide di rappresentarle così come le vede fornendo anche materiale prezioso ai medici della sua epoca. Le stanze della mostra sono caratterizzate da temi diversi. Una di quelle che mi ha colpito maggiormente è quella detta delle “riproduzione”, ovvero lo stesso quadro ridipinto in momenti diversi della sua vita, a suo parere non per copiarli, ma per aggiungere loro una nuova interpretazione maturata nel corso del tempo. Le differenze tra alcuni di loro sono pazzesche, si percepisce uno stato d’animo totalmente diverso. Tanto alcuni sono gioiosi e vivi, quanto altri sono tetri e angoscianti. Particolarmente bello Pubertà.
Uno di quelli che abbiamo preferito è quello rappresentato nella foto dal titolo Neige Fraiche sur l'avenue, colori magnifici, paesaggio maestoso, vitalità e sensazioni forti.
Meravigliosa anche al donna nuda nella stanza: Femme en pleures. Ce ne saranno state almeno otto copie ed ognuna con caratteristiche diverse, tutte altrettanto emozionanti.
Non c’era il famoso urlo. Ma le sue fisionomie sono tutte molto simili a quell’uomo disperato. Così come è disperato lui.
Lunga attesa ma assolutamente premiata. Voto 9. Una delle più belle mostre che io abbia visto. 

martedì 1 novembre 2011

CONCERTO STRAORDINARIO DELL'ORCHESTRA FILARMONICA DELLA SCALA

Direttore R. Boer

Siegfried-Idyll in mi magg. WWV 103, per piccola orchestra, 
Carl Maria von Weber, Da Der Freischütz Ouvertur
L.W. Beethoven, Concerto n. 4 in sol magg. op. 58, per pianoforte e orchestra, Mariangela Vacatello, pianoforte

E' stato un bellissimo concerto, meritava davvero vederlo. Si tratta del concerto commemorativo del 10 anniversario della tragedia SAS a Linate. Hanno aperto il concerto il padre di uno dei ragazzi morti l'8 ottobre di 10 anni fa, nonché presidente dell'associazione parenti delle vittime e il sindaco Giuliano Pisapia con due discorsi commoventi. 

La prima parte molto bella, soprattutto Von Weber, ma l'apice del concerto è stata la seconda parte con la pianista Vacatello che ha dato prova di grandissima maestria. Applausi per 10 minuti facendola uscire sul palco 4 volte e chiamando a gran voce il bis che lei ha concesso suonando uno straordinario pezzo di Liszt. Fantastico. Nessuno voto, gli spettacoli della Scala sempre perfetti, di altissima qualità. 


UN CALCIO IN BOCCA FA MIRACOLI - M. PRESTA

Questo libro mi è stato consigliato da un amico che ringrazio sentitamente! Grazie Paolo! E' bello scoprire un nuovo autore, con un uno stile originale e divertente. Il protagonista di questo libro è un vecchio incazzato col mondo. E' così caustico e cinico che fa ridere e le sue battute, anzi freddure regalano momenti di grande ilarità. Non sorridevo così da tempo leggendo un libro, a parte il mio! Ehehe! Dai scherzo! Il suo migliore amico è un vecchietto al contrario adorabile che perde la moglie amatissima e decide che prima di andarsene all'altro mondo deve lasciare a questo in regalo una nuova meravigliosa storia di amore. E gli altri due splendidi personaggi sono appunto i due ragazzi che lui elegge come coppia della vita senza che neppure i due si conoscano all'inizio, così, per intuizione! Ci riuscirà? Scopritelo voi, comunque corre in un paio di giorno perché è divertente, leggero ma anche acuto nelle considerazioni e negli spunti sulla vita di tutti i giorni. Voto 8. 

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI - G. ORWELL

Bellissimo questo libro. Bella forza direte voi lo sanno tutti… Beh, io non lo avevo letto. Sapete che ogni tanto ci piazzo un classico e il bello di questo volumetto è che l'ho comprato ad un mercatino dell'usato per 1 euro ed è un'edizione del 1980, che costava 2.000 Lire. Affascinante. La cosa interessante è che è uno di quei libri in cui esiste ancora la prefazione, con dei commenti e delle note. Beh in queste note si legge che questo libro è stato osteggiato a lungo, proprio per il suo contenuto provocatorio e polemico nei confronti del potere e del governo russo dell'epoca. Pur essendo una specie di parabola, il significato è decisamente chiaro. In una fattoria, dominata ovviamente dall'uomo, gli animali sfruttati e sofferenti si ribellano e riescono a cacciarlo eroicamente e costruiscono un equilibrio da soli con grande fatica e lavoro. Ad un certo punto però i maiali sembrano prendere il sopravvento e…. cosa faranno gli altri animali? quali saranno le conseguenze dei loro comportamenti? che cosa li porta a comportarsi peggio dell'uomo che hanno appena scacciato? Scopritelo voi. Voto 9. Intenso, profondo e generatore di riflessioni. 

PRIMA DI MORIRE ADDIO - F. VARGAS

Ennesimo libro della Vargas che mi piace sempre ma questa volta mi delude un pochino. Non c'è il mio adorato commissario Adamsberg! Ce n'è un altro ma non certo con lo stesso fascino. Il tutto si svolge a Roma dove un uomo importante viene ucciso il giorno successivo al suo arrivo improvviso nella capitale. Chi lo ha ucciso? la giovane moglie che nasconde un segreto pericoloso? oppure il figlio con cui non è mai andato d'accordo? o gli strani amici del figlio che hanno nomi da imperatori? Tiberio e Nerone? E che ruolo ha il vescovo che protegge i tre ragazzi? Insomma a voi capire chi è l'assassino. Per me abbastanza scontato ma vedete un poi voi e magari fatemi un commento! Buona lettura e voto 6 e 1/2, di più proprio non me la sento anche se sono di manica larga. anche 6 guardate… 

lunedì 12 settembre 2011

Logos - VI Edizione AA.VV

Sono io di nuovo! Vi avevo detto che uno dei miei racconti era stato pubblicato su un'antologia? Dopo un'accurata tortura alla responsabile delle edizioni le ho estorto dei numeri: 11 racconti pubblicati su oltre 300 ricevuti e il mio è tra quelli! Buona lettura a tutti e grazie del sostegno che mi date!

Qui sotto il racconto pubblicato!

DIARIO DI UN'ITALIANA A PARIGI - N. Trincherini





Ovviamente dovete continuare a comprare e leggere il mio libro! Grazie a tutti quello che lo hanno già fatto! Spero di essere riuscita a ringraziarvi tutti personalmente non appena mi sono accorta dell'acquisto.
Buona lettura a tutti!!

Uzbekistan

Non so cosa succeda ma nel post di oggi vige l'anarchia! non riesco a sistemare le fotografie con un senso! Quindi fate un esercizio divertente: mentre leggete cercate la foto corrispondente! Buona lettura!


























Molto bene, moooolto bene! La mia azienda chiude per una settimana quindi anche se sono arrivata da pochi giorni potrò fare una settimana di ferie. Questa si che è una bella notizia! Questa azienda già mi piace un botto.
Dopo un rapido giro di telefonate per sondare chi va dove e quando (sembro Lucarelli con queste domande interlocutorie…) scopro che Romina, già compagna di mille avventure, parte proprio la settimana corrispondente alla mia con sua sorella, che conosco benissimo e che adoro. Direi che sono proprio fortunata. Bene Ro, dove si va dunque? Perché loro hanno chiaramente già prenotato con largo anticipo mentre io mi unisco all’ultimo istante per ovvie ragioni di impossibilità a pianificare prima. ANDIAMO IN UZBEKISTAN!
Eh? Dove andiamo? Uzbe che? Dove andiamo? In kargistikistan? Ah no, in Uzbekistan? Il primo pensiero è: la mia amica è sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Non sa quello che dice. Non esiste un posto con questo nome. Dopo un rapido giro su google, dopo 5 tentativi di nomi diversi, capisco che esiste e cerco di situarlo sulla cartina geografica, anche se per me potrebbe essere indifferentemente in America così come in Australia, la mia ignoranza in termini geografici è già ampiamente nota. Che sia lì di fianco alla Russia data la desinenza del nome? Ci ho preso. E’ lì vicino alla Russia. E un minimo di chiarezza lo abbiamo fatto. Ma cosa diamine c’è da vedere in Uzbekistan?
Samarcanda. MA VUOI DIRE CHE ESISTE SUL SERIO E NON è SOLO UNA CANZONE DI VECCHIONI? Non ci credo. Ma se è vero allora esiste anche l’isola che non c’è, seconda stella destra questo è il cammino. Ebbene è vero. Samarcanda esiste e pare anche una città meravigliosa piena di cose interessanti da vedere. Ed oltre a questo ci sono anche  Khiva e Buckhara, altre due splendide mete. Benissimo, si può partire. Forse non era il primo posto della lista dei posti in cui avrei voluto andare, ma di sicuro sembra interessante e affascinante e poi la compagnia ha la meglio su tutto. Via si parte! Ditemi in tutta onestà: quanti di voi hanno l’Uzbekistan nella lista dei primi cinque posti che si vorrebbero visitare? Se mi arrivano almeno i nomi di tre persone vincete un premio.
Prima tappa in libreria a cercarmi una guida, non posso di certo partire senza informazioni. Sono proprio una secchiona pauta. Romina quando glielo dico mi insulta. Proprio una di quelle che a scuola stava in prima fila e non lasciava copiare gli altri. Giuro che facevo copiare tutti. Lo giuro. Fino a ieri non sapevo neppure dell’esistenza di questo paese, ora bisogna colmare le lacune almeno. Vado in Feltrinelli, la mia libreria preferita e dopo una ricerca affannosa quanto improduttiva di mezzora sugli scaffali nel reparto Viaggi, mi arrendo e supplico una commessa per cercare di capire se esiste un libro su questo sconosciuto paese. La commessa mi guarda ovviamente come se fossi appena fuggita dal centro per malati mentali, mi sorride con compatimento e comincia a digitare sul computer producendo una lunga lista contenente… 1 libro! L’unica guida dell’Uzbekistan esistente in libreria, esistente in tutta Milano, esistente in tutta la penisola probabilmente. Fantastico, arriverò preparatissima. Collana:  Guide per viaggiare, beh certo, se no una guida cosa la compri a fare? Astuti. Serie: Asia, originali, e magari quella che parla del Marocco si chiama Africa? Geniali. Casa editrice: Solaris, recensiscono solo posti con temperatura superiore ai 45°, ma lo scoprirò troppo tardi.
Comincio a sfogliare e vedo che il paese è noto per la via della seta di Marco Polo, era una delle tappe dei viaggiatori! Che meraviglia. E’ un paese che basa la sua economia su gas naturale e cotone. Prevalentemente mussulmano. E’ vicino all’Afganistan. Molto bene. Eh? Vicino all’Afganistan??? Non ci vado ho capito. Continuo a leggere nel capitolo “Politica e pericoli” e scopro che sono specializzati in terroristi. Come??? Si, nel senso che il paese non è considerato a rischio per attentati ma i terroristi vengono formati sul territorio per essere poi esportati in altri paesi prevalentemente in Afganistan. Ah beh allora c’è da stare tranquilli, rassicurante. Vado lì proprio a cuor leggero. Questi dettagli magari a mia madre non li dico. Anche se so che nel momento in cui glielo dirò lei andrà diretta sul sito della Farnesina per il quale è pericoloso anche fare shopping in via Montenapoleone e troverà notizie tragiche e catastrofiche. Poi passerà al sito di Al Qaeda e per finire un giretto sul sito www.malattiemortalitipichedelsudestasiatico.Com
Comunque dopo una pagina e un’altra riusciamo ad arrivare. Ci accoglie una giovane guida, si chiama Emilia, l’unica guida uzbeka con un nome italiano, anzi in realtà è tartara,come la carne? Condita con la senape? No scusate, mi sono persa via un attimo con il cibo come al solito. Scopriamo che il gruppo è composto da nove persone più lei, direi che è perfetto sapere di non essere in vacanza con uno stadio, ma una squadra di calcio con uno cartellino giallo! Cominciamo a conoscere Emilia e le notizie che raccogliamo non sono del tutto confortanti:
1)      Non ha mai fatto la guida, le hanno detto di non dircelo ma lei preferisce essere trasparente perché non le piacciono le cose disoneste; molto bene, sappiamo con certezza che non sapremo mai dove stiamo andando e cosa vedremo.
2)      Non parla uzbeco ma solo russo. Perfetto, e come per un gruppo di tedeschi, andare in Francia e avere una guida che parla solo italiano. Quindi non sa niente e non può neppure chiedere perché non la capiscono e non capisce quello che le dicono. Speriamo che il comunismo russo abbia lasciato delle tracce linguistiche evidenti…
Il viaggio comincia e per fortuna i nostri compagni sono adorabili! La prima sera ceniamo nel cortile di una madrasa di Khiva spettacolare, la madrasa è la scuola coranica, dove si insegna il corano. Siamo nel cuore di una città millenaria con le stelle sopra la nostra testa, non esistono auto né moto. La città è racchiusa tra le mura storiche e nessun mezzo ha l’accesso. Paradisiaco. L’aperitivo però è stato un momento memorabile, una birra tiepidina in un baretto dietro al minareto. Ci hanno servito dei ragazzini che avranno avuto al massimo 12 anni indossano la maglia di un calciatore del Barcellona. La cosa divertente è che capiamo perche la birra non è proprio fredda: i ragazzini accendono il frigo ogni 20 minuti per 20 secondi. Il rumore che fa è impressionate, dobbiamo parlarci con un megafono, sembra di essere a Malpensa. Dietro al frigo si estendono delle stalagmiti di ruggine verde e arancione, siamo in una piazza di terra battuta che ha una temperatura media di 46°. La tovaglia è di plastica con delle voragini sparse. I bicchieri devo essere appena stati usati da altri avventori, una sciacquatina sotto al lavandino con l’acqua della fossa e il colera è il nostro nuovo compagno di viaggio che porta la squadra ad undici. La cosa formativa però è che stiamo sotto la statua di Al Khorezmi, l’inventore dell’algebra, infatti algoritmo deriva dal suo nome Al Khorezmi, Al Goritmo, avete capito? Ecco così sapete con chi potete prendervela ora. Ebbene sì, perché l’Uzbekistan è luogo di studiosi e scienziati. Certo che l’inventore dell’algebra magari potevamo risparmiarcelo, ad alcuni di noi vengono ancora i brividi a pensare all’esame di matematica rifatto 82 volte… metti che ora qualcuno cominci a farci fare calcoli. Orrore.
Invece nessuno ci chiede niente, la gente è simpatica, ospitale e sorridente e questo rende tutto più facile! Ricordandovi la temperatura, 46°, mi accingo a raccontarvi quali sono gli articoli maggiormente esposti nei negozi: dei graziosi colbacchi di pelo di gnu (oddio, forse non è gnu, ma sono colbacchi di sicuro e mi chiedo come diavolo si faccia ad avere anche solo il coraggio di provarli che mi sudano anche le ciglia con’ sto caldo…) e poi delle bellissime sciarpe di lana, lavorate a mano, soffici come una nuvola. Mi vengono i brividi di arsura solo a vederle… però sono carine, ci scappa di sicuro l’acquisto prima della fine della vacanza! Quando si tratta di shopping, siamo in tre, qualcosa da comprare lo troviamo di sicuro!
Intanto due giorni sono passati e comincia la nostra trasferta verso Buckara, saranno solo dieci ore di pulmino in mezzo alla steppa, chissà se sopravviveremo… stiamo viaggiando da circa 3 ore quando un urlo agghiacciante di Cristina ci riporta alla realtà dall’oltretomba in cui siamo precipitati. “AVETE VISTO? LO AVETE VISTO?” No, Cristina cosa? QUELL’ANIMALE STRANO CHE è APPENA PASSATO DI QUI? No, nessuno di noi lo ha visto. Lei sembra allarmata e comincia una descrizione del soggetto abbastanza allucinante, ad un certo punto siamo convinte che abbiamo visto un reptilosauro.
Ma si dai, l’animale che è passato! Sembrava uno scoiattolo, ma senza coda, senza pelo. Uno scoiattolo senza pelo??? La lasciamo continuare. Ma si dai, non era grande, era velocissimo, aveva 4 zampe ma correva su 2 (ecco allora è un velociraptor sicuro). Ah si, ho capito, e pronuncia la frase che toglierà il sonno a tutti noi per tutta la settimana fino a quando non ne vedremo un altro: SEMBRA UNA TARTARUGA SENZA CASA. A parte la tristezza, la consistenza della pelle dello sconosciuto animale avvistato ci agghiaccia. Sarà un coccodrillo? Un coccodrillo che corre su due zampe? Indossava una Louis Vuitton? O una lacoste? Comunque è evidente che si tratti di un dinosauro, forse la guida lo diceva, ma non l’ho letta tutta. Qui non sono ancora estinti.
Dopo mezzora il caldo ci fa ripiombare tutti nel torpore. E dopo sole 6 ore di viaggio ci fermiamo a mangiare in un “autogrill uzbeko”. Anche in questo caso, se non abbiamo preso alcuna malattia, significa che neanche la peste un giorno potrà sterminarci, abbiamo degli anticorpi da mezzo chilo. Mentalmente ringrazio il cielo di mangiare sempre alimenti scaduti che hanno rafforzato il mio organismo. Comunque ci facciamo delle fette di salame e di mortadella che, prodotte in un paese che notoriamente non mangia carne di maiale, suscitano non poca perplessità, ma sono accettabili e abbiamo fame. Altro lato positivo è che in questo paese il pane è straordinario, e ne mangiamo uno appena uscito dal forno, croccante e morbido allo stesso tempo che ci fa dimenticare la stanchezza del viaggio. Un pranzo di tutto rispetto, se non fosse che Romina decide di pulire il tavolo con un tovagliolo e i residui che ne derivano sembrano quelli di Chernobil… era meglio rimanere nell’ignoranza.
Finalmente arriviamo a Buckhara, città magnifica ed affascinante, più grande di Khiva, e più moderna. Ha un patrimonio di moschee e minareti spettacolare. Sembra di tornare indietro nel tempo. La cosa che mi sorprende e mi rallegra è che non c’è una carta a terra. Sono città pulitissime. Altro che Milano. Qui si può mangiare per terra. Complimenti davvero.
A differenza di Milano invece ci rendiamo conto che quelli che sono canoni di bellezza in occidente, qui non lo sono affatto. Alcuni particolari ci sorprendono e ci fanno sorridere.
1)      Peli, le donne non se li tolgono! Vediamo delle gambe che sembrano quelle di scoiattoli ma con il pelo! Si potrebbero fare delle treccine! E loro si portano in giro queste gambe sotto gonne colorate in tutta serenità! Altro che sbattimento e dolore della nostra ceretta, qui W il pelo libero! Non voglio indagare oltre… La nostra guida ci dice che è giusto così. Non bisogna dedicare troppo tempo al corpo. Scopriamo essere un’integralista cattolica, e che il suo dio le dice che è peccato occuparsi del corpo. La guardiamo sconvolti, Anna prova a convincerla che dio è più contento se il corpo è piacevole ma la sua predica non funziona. Per Emilia siamo dei peccatori incalliti.
2)      Il monociglio è segno di bellezza, quindi le donne che non lo hanno se lo disegnano e quelle che lo hanno lo coltivano! Anche qui, il pensiero delle dolorose sedute dall’estetista ci rende affrante. Qui sarebbe tutto più facile con il monociglio alla Frida Khalo e le gambe di una scimmia. Ma guarda te come possono essere differenti i punti di vita.
3)      Il dente d’oro fa tendenza. Ebbene si, i denti in metallo prezioso sono segni di ricchezza. Noi abbiamo il SUV loro hanno il dente in oro massiccio. Questo però sulla guida era scritto. Potersi curare i denti è segno di ricchezza e l’oro è un materiale durevole, quindi fa onore, tanto più denti d’oro si vedono, tanto più la famiglia è benestante! Come faranno al metal detector dell’aeroporto? Comunque abbiamo fotografato sorrisi stupendi ben felici di essere immortalati!
A Buckhara abbiamo una guida di supporto che si chiama Svetlana, un nome davvero russo, e lei infatti ha il comportamento di un generale dell’esercito, in sole 8 ore riusciamo a visitare tutta la città, con salita ai minareti compresa! In realtà gli unici due che si dedicano a questa attività faticosissima siamo Flavio ed io, tutti gli altri fanno orecchie da mercante, millantano malattie alle articolazioni e lasciano noi due affrontare salite di 300/400 gradini, dove il gradino però ha un’altezza minima di 40 cm, e nessuno ci sa spiegare perché.
Ultima tappa, l’agognata Samarcanda. Dobbiamo verificare che esista per davvero. Ed in effetti non solo esiste ma è meravigliosa. Madrase, moschee e minareti degni di Maometto, appunto. Anche qui Flavio ed io saliamo sul minareto dopo aver sganciato 5 euro alla guardia e ci rendiamo conto che è assolutamente proibito, praticamente saliamo attraverso una scala dentro ad un cantiere (altro che 626… se ci succede qualcosa invece di soccorrerci ci arrestano) e arrivati in cima vediamo che ci stiamo solo uno alla volta, con il torace che sbuca dal tetto, sotto al sole cocente e con il rischio che una piastrella del minareto o cada di sotto o ci colpisca. Ma noi siamo eroi ed affrontiamo anche questa prova, peccato che quando ritorniamo di sotto la porta di ferro sia chiusa e la guardia scomparsa. Riusciamo ad uscire solo corrompendo il proprietario di un negozietto dentro al minareto che in realtà ci ricatta e dice che aprirà solo se gli compreremo qualcosa, ecco perché Flavio ed io compriamo e indossiamo il loro cappellino tipico, la tjubetèjka, indossato per tre giorni come due idioti!
L’ultimo giorno siamo a Tashkent la capitale, dove ci dicono di vedere la proverbiale metropolitana, costruita negli anni ’70 e pare di una bellezza mozzafiato. Altro che fermata Famagosta o Zara, di arte vera parliamo qui. Insomma scendiamo sotto terra e basta un istante di distrazione e a momenti ci arrestano Fulvio. Ha estratto la macchina fotografica e si accinge ad immortalare la fermata, ma il metro è considerato obiettivo militare quindi le foto sono assolutamente proibite! Riusciamo a convincere la guardia che Fulvio vende il caffè e non è un terrorista e lo portiamo via, sua moglie lo cazzia pesantemente, forse dovevamo lasciarlo alla guardia…
Intanto mi si avvicina un ragazzo che mi chiede se parlo inglese, ovviamente gli rispondo di si e lui comincia lo sproloquio:
“Puoi dire a quelli della Fiat di esportare qui la 500? Perché a me piace tanto e qui non si esiste”. “Ma certo, io parlo al telefono con Marchionne tutte le mattine, lo sai?”. Ma mi deve capitare anche il pazzo della metropolitana? Ma perché li becco tutti io? Ma possibile? Ora estrae una bomba e si fa saltare in aria. Invece continua con i messaggi che devo recapitare in varie parti del mondo. Infatti mi dice: sei tedesca? No, mi hai visto? Sono marrone come il cioccolato, fai te! Lo penso ma non glielo dico, il soggetto è pericoloso. “Puoi dire alle ragazze tedesche di venire in Uzbekistan che io cerco moglie?” Certo che si, ma non ci sono turiste? Si, ci sono ma non vogliono sposarmi! Chissà come mai, non riesco proprio a capire, un uomo tanto originale ed affascinante…
I miei compagni di viaggio ridono sotto i baffi, nessuno cerca di salvarmi, anzi Cristina, infame traditrice, e quasi madrelingua inglese, alla domanda “Parli inglese?”, risponde chiaramente di no, con l’aria dei quella che non sta seguendo. Ed ecco la terza domanda. “Puoi dire alle ragazze olandesi se vengono in Uzbekistan? Perché se non sposo una ragazza tedesca una olandese può andare bene.” Ah si certo. Può venire qui in bicicletta, che ne pensi? Si va bene, ma lui spera di avere una 500 nel frattempo per portarla in giro.
Per fortuna arriviamo alla nostra fermata e possiamo scendere. Il tipo si allontana, convinto di aver consegnato ad un emissario valido i suoi messaggi, domani chiamo Marchionne e magari anche la Wilkinsons che sono bravi sui rasoi per donne…
Intanto io sono stata colpita dalla maledizione di Tamerlano (il feroce condottiero sanguinario) e visito tutti i bagni della città. Ho il colorito di una mozzarella e non riesco neppure a parlare. Si, lo so, è strano vero? Eppure il vibrione mi ha colpito inesorabile, non so se sopravviverò…mi mancano solo  7 ore di volo al ritorno…
Ps. Come avrete capito sono sopravvissuta!
Ps 2. Durante il trasferimento a Taskent abbiamo di nuovo visto lo pterodattilo individuato da Cristina. Era peloso ed era una banale roditore, tipo cane del deserto. Uno scoiattolone, ma senza coda! Con tanto, tanto pelo. Insomma pare che i dinosauri siano estinti anche qui. Forse ne resta ancora qualcuno in qualche azienda…

L’ALBERO DELLE STORIE – S. Shah

Questo libro mi è stato prestato durante il mio viaggio in Uzbekistan da una compagna di vacanza perché avevo finito i miei e ed stato all’altezza. La protanista è una ragazza Afgana che cerca di trovare il giusto in quello che accade nel suo paese tornandoci in veste di giornalista molti anni dopo la fuga a seguito dell’avvento dei talebani. L’orgoglio dell’origine è duro a morire, ed in un primo momento la sua difesa strenua di quello che è accaduto nel suo paese è quasi arrogante. Man mano però che il suo viaggio si compie e si rende conto dell’amara realtà di una finta rinascita sotto la nuova dominazione, il dover ammettere che il dopo è peggio del prima e che solo dolore, morte e distruzione straziano il paese l’arroganza scompare e resta solo l’amarezza per la distruzione di tutti i posti che stanno nella sua memoria di bambina. Voto 7, piacevole ed in tema con il viaggio.

LA CAVALCATA DEI MORTI – F. Vargas

Vargas non delude mai. 500 pagine sparite in tre giorni. L’ennesimo mistero per lo strambo commissario Adamsberg alle prese con un vecchio ricchissimo bruciato nella sua vettura ed una signora stralunata che gli annuncia che la Schiera furiosa è tornata e ha annunciato quattro nuove vittime di cui tre note, ma l’ultima sconosciuta. La cavalcata dei morti porta un messaggio di morte appunto. Condanna persone che nella loro vita hanno qualcosa da farsi perdonare, qualcosa di tragico e crudele, persone che hanno fatto del male, hanno commesso gravi delitti per i quali devono essere punite. E soprattutto, chi ha legato le zampe del povero piccione con del filo da pesca impedendogli di volare e condannandolo ad una morte lenta e orribile? Ogni mistero verrà svelato a suo tempo grazie al mirabolante commissario e ai suoi aiutanti strambi quanto lui, Retancourt, il donnone maestoso che affascina tutti o Veyrenc il poeta. Voto 8. Impossibile pensare ad altro leggendo.