lunedì 8 febbraio 2010

Sorbole

Ebbene sì, per chi ancora non lo sapesse, non vivo più a Parigi da circa due settimane, si chiude la parentesi in terra d’oltralpe e si apre una parentesi in terra di mare Adriatico: Savio di Cervia, ridente località turistica in provincia di Ravenna. Il triangolo del business appunto: Milano-Parigi-Savio.
Che cosa ci sto a fare lo scopriremo strada facendo, in ogni caso mi pare logico che la seconda ragione di scelta di questa meta è il meteo appunto, la prima è il mare. Molto bene, deve essere per questa ragione che sono scesa a Ravenna domenica 31 gennaio, ovvero la giornata di nevicata più intensa dell’anno e sono risalita a Milano il 5 febbraio, la seconda giornata di nevicata più intensa dell’anno, come dico io: miseriaccia barbina di una ladra miseria.
Partenza ore quindici da Linate, Fiat Punto munita. Il viaggio comincia già in modo conflittuale, perché vado allo sportello Budget e non trovano la mia prenotazione. Dopo aver analizzato tutte le ipotesi possibili, ci guardiamo in faccia e lui mi chiede: “Ma è sicura che sia con noi?” e ha lo sguardo di uno che sa il fatto suo, sembra Clint Eastwood davanti a Lee Van Cleef, mi sento che ha ragione e guardo i miei documenti: “Ehm… si ecco, in effetti, c’è scritto Maggiore, ha presente Maggiore&Budget?” gli dico, “Ecco ma non siete sposati? Ah, avete divorziato? Ah mi spiace non lo sapevo, sembravate cosi una bella coppia, ah siete rimasti in buoni rapporti, mi fa piacere sa è sempre meglio, come? Devo andare affff.. a far vedere la mia prenotazione all’ufficio di fronte? Si grazie mille, e mi spiace sa, ma se litigavate spesso meglio così, poi i figli ne risentono”. Alle diciassette già sento il profumo della mortadella di Bologna. Numerosi di voi mi chiamano per dirmi che è prevista neve in Romagna, ma io minimizzo e rassicuro tutti dal momento che c’è il sole. Dopo due chilometri percepisco alcuni fiocchetti bianchi, dopo cinque chilometri mi sembra di essere in Lapponia, almeno venti centimetri di neve sulla strada e un paesaggio natalizio, mi attendo di veder sbucare due renne da un istante all’altro. Invece sbucano quattro spartineve e tutti noi automobilisti ci accodiamo ad una velocità media di trenta chilometri l’ora, non c’è problema, a questa velocità per mezzanotte arrivo.
La Punto tra l’altro slitta che è una meraviglia e già mi vedo spalmata sulla pianura dopo un decollo spettacolare. Non ho un navigatore e le mie indicazioni stradali sono copiate su una carta di formaggio perché non ho neanche una stampante a casa, quindi ho dovuto arrangiarmi, e le indicazioni mi suggeriscono di uscire a Cesena, peccato che la dimensione dei fiocchi di neve abbia ridotto la visibilità a zero, senza contare che la neve ha sapientemente ricoperto tutto i cartelli stradali, quindi per quanto ne so potrei essere indifferentemente a Bari cosi come a Pisa. All’improvviso un cartello: Cesena Nord. Eh no, a me serve solo Cesena, non quella nord, ma neanche quella est, ma non potete specificare meglio accidenti? Quindi cosa faccio ora? Insomma se Google mi ha detto che c’è una Cesena pura, mi devo fidare, continuo a tallonare lo spartineve e procedo impavida. Intanto cinque orsi polari mi fanno ciao con la zampa da una piazzola. Finalmente intravvedo Cesena Nord ed esco. Insomma provo. Rampa di discesa completamente innevata, comincio a invocare san Tomba di non dover frenare e penso che il fatto di essere uscita dall’autostrada sia una bella notizia. Non ho idea di quello che mi attende, povero donnino. Ignara mi avventuro alla ricerca dei cartelli che indicano Cesenatico. Ne vedo uno che recita cosi: …..natico 22 km. Quello che non si legge sta sotto la neve. La distanza letta mi fa venire da piangere, non ho le catene e non ce la farò mai a fare 22 km in queste condizioni, mi armo di coraggio e procedo. Nuovo cartello: Ces… co 13 km, ma dove sono finiti 9 km poiché ho percorso al massimo 500 metri? Continuo a seguire le indicazioni. Nuovo cartello dopo pochi metri: Cesenat… 18 km. Ora scendo a cercare il sindaco di Cesena e gli chiedo chi ha sistemato le indicazioni stradali: Polifemo? Ha fatto come quando si gioca a Shanghai? Ha mescolato e buttato giù i cartelli? Quanti calci che gli darei guarda.
Continuando a pregare Santa Circolazione e costantemente in seconda a venti allora, dopo una decina di chilometri arrivo ad un bivio: c’è sempre nella vita di ognuno di noi un bivio che ti porta ad una scelta definitiva e non modificabile. Questo è il mio: Cesenatico di Ponente o Cesenatico? ……………… …………….
MA CHE C…..O NE SO? CHE LE INDICAZIONI DI GOOGLE HO SMESSO DI SEGUIRLE ALMENO QUARANTA MINUTI FA!
Improvviso e scelgo Cesenatico di Ponente, m’ispira. Non ho considerato che questa scelta mi porta sopra ad un cavalcavia dove, se per qualche inspiegabile miracolo riesco a salire, mai mi sarà concesso di scendere, data la pendenza. Bruuuuuuuum, bruuuuuuuum, in prima arrivo in cima, se non devo frenare sono a posto, scendo in prima cosi come sono salita e siamo a cavallo, ops, siamo in slitta, se mai questa fosse la strada giusta. Ma ovviamente Murphy è dietro l’angolo, da una laterale mi arriva un macchinone che chiaramente non si ferma perché ha i miei stessi problemi, ma essendo più grossa si sente autorizzata a spadroneggiare, quindi essendo difficile scalare le marce sotto la prima, freno e comincio a spostarmi perpendicolarmente e assolutamente contro la mia volontà verso la corsia opposta. San Gelo mi fa fermare dopo un metro e ricomincio a scendere. Una rotonda e sono in una strada parallela alla ferrovia, che non mi comunica assolutamente niente se non che, eventualmente decidessi di suicidarmi, il luogo è a portata di piedi. Individuo via Mazzini e ho quasi le lacrime dalla felicità, la via dove devo andare io è una traversa. Si tratta veramente di una botta estrema di fortuna! Ringrazio la sorte e so che pagherò pegno, anzi, forse ho pagato in anticipo stavolta. Primo bivio ci sono capannoni industriali, niente che abbia l’aspetto di un hotel. Ma perché non guardi i cartelli scusa? Vi ricordo che non posso semplicemente perché sono ricoperti dalla neve e non mi pare un’ottima idea ad ogni incrocio scendere dalla macchina spolverare un pannello e risalire pregando che la macchina riparta. Secondo bivio, via ….. our. Che ne dite potrebbe essere Via Camillo Benso Conte di Cavour? Eh, sperem guarda. Giro a sinistra e per miracolo mi appare l’hotel. Sembra di essere in Austria, non certo a Cesenatico. Mi avvio verso il parcheggio, ma scorgo una rampa in discesa pendenza 90°, se mi va bene, mi spalmo in fondo come un cartone animato e domani devo chiamare i Power Rangers per risalire. Insomma parcheggio sulla strada e scarico la valigia. Meno male che ha le rotelle cosi la traino senza fatica. Certo. Certo. Si di sicuro. Peccato che la Delsey non abbia pensato di fare le rotelle con le catene perché provate voi a trascinare venti chili in trenta centimetri di neve…. Quando arrivo alla porta, ho spostato almeno otto chili di neve dalla strada all’entrata e la valigia è bagnata. Non commento. Mi sento il ragionier Fantozzi. Per fortuna entro e mi accoglie Cristina, una deliziosa signora rumena che mi tratta come se fossi la sua sorellina e mi da una bella stanzetta. La mattina successiva mi farà trovare una fetta di torta appena sfornata per colazione.
Bene siamo alla mattina successiva. La mia auto non è più una Fiat Punto, bensì una Fiat Findus, surgelata fino al midollo, la metto in moto e per miracolo riesco ad uscire dal parcheggio, devo percorrere solo dieci chilometri per arrivare a Savio ora e la temperatura esterna è -7° c. Forse sono in Canada e non lo so, intorno a me è tutto meravigliosamente bianco e splende il sole. Parto e mi fermo al primo distributore per chiedere indicazioni. Destra, sinistra, sotto, semaforo, benzinaio, dritto, Cervia … eh?? Amici, devo avere un problema, perché nell’esatto istante in cui uno mi da delle indicazioni stradali due secondo dopo le ho dimenticate? Vi giuro non mi ricordo più niente! E non ho di certo il coraggio di chiedergli di ripetere, quindi risalgo, riparto e mi fermo al distributore successivo. Fino a che ci sono distributori c’è speranza, dice così il proverbio no?

VIE DE MERDE – con immagini di P. Bagieu

http://www.viedemerde.fr/


Il sottotitolo annuncia: E’ vero, è divertente salvo quando capita a voi… Si tratta della raccolta di avvenimenti “sfigati” che sono stati pubblicati sul sito Viedemerde suddivisi in diverse categorie, si parte con Grandi momenti di solitudine “Oggi ho inviato una mia foto ad un casting per un catalogo di acconciature e trucco. Ho ricevuto una risposta negativa, con la proposta di un secondo casting per un relooking… Vie de merde!”, poi c’è la sezione Troppo ingiusto “Oggi il mio amore è passato da me per portarmi della biancheria che avevo dimenticato da lui. Nel sacchetto alcuni pezzi non erano miei… Vie de merde." E la sezione Non bisognava provare “Oggi mi sono svegliata e mio marito era già fuori dal letto. Mi sembra di sentirlo nel corridoio e gli dico: Forza non fare il timido, porta il tuo sesso di corsa e vieni a farmi delle cose… Una voce mi risponde: E’ uscito a cercare il pane, era mia suocera. Vie de merde." Insomma, basta aprire una pagina a caso e vengono le lacrime agli occhi dal ridere! Non so se esiste una versione italiana di questo libro e di questo sito, nel caso qualcuno ne fosse al corrente fatemelo sapere, perché se avete bisogno di divertirvi questo fa al caso vostro! Dato il grande successo in Francia è uscita anche una seconda versione che è Vie de merde in fumetti, è nella mia libreria, lo tengo con cura per cominciarlo non appena finisco il primo! Voto 9.

THE FIRST 90 DAYS – M. Watkins (Harvard Business School Press)

Secondo voi potevo cominciare un nuovo lavoro senza leggere un manuale di Harvard in inglese? Ovviamente no. Diciamo che se fosse stato in romagnolo, data la mia nuova sede di lavoro, probabilmente avrei avuto un aiuto linguistico e poi dovevo risollevare il livello delle letture visto Vie di merde! O forse ho letto Vie di merde per riuscire a leggere il manuale! Comunque scherzi a parte, un manuale organizzato e strutturato relativo a come affrontare i primi 3 mesi di lavoro portando a breakeven la quantità di tempo utilizzato per capire in che palcoscenico si è arrivati e il tempo in cui si riesce ad apportare valore aggiunto all’azienda che si è appena raggiunta. E’ necessario contestualizzare il tipo di situazione che si affronta: start up, azienda che va male (turnaround), riallineamento o mantenimento del successo, perché ovviamente il comportamento sarà diverso per ognuna delle realtà. Direi utile, alcuni spunti sono decisamente interessanti, con domande, atteggiamenti e esempi di casi realmente accaduti.

JAMES ENSOR – MUSEE D’ORSAY


L’ultima mostra di Parigi, come al solito con la mia compagna di mille avventure Roberta! Che dire di questo pittore che vede come protagonisti teschi, maschere e soggetti marittimi? In fondo basta conoscere l’infanzia di questo personaggio per comprendere la sua arte, la madre e lo zio collezionavano questi oggetti nelle loro botteghe e ben presto gli stessi diventano il centro delle sue rappresentazioni decisamente di protesta nei confronti dei critici d'arte dell'epoca che per un lungo periodo di tempo di sicuro non gli resero la vita facile stroncando le sue opere. Ensor è anche molto polemico nei confronti del governo belga e del suo re e numerose sono le pitture di contestazione decisamente forti e volgari anche per noi oggi. Non mi è piaciuta molto la sua pittura di debutto, spunti impressionisti, ma non molto originali ai miei occhi. Per il resto artista eccentrico e particolare, interessa, colpisce, stupisce e piace, a me! Voto 8 e ½.