mercoledì 2 marzo 2011

SEMINARIO

No, non ho deciso di prendere i voti. Neppure quelli televisivi di Maria De Filippi. Non mettetevi strane idee in testa. Sono sempre la solita anticristo, con la propensione alla religione di una strega medioevale, solo che per fortuna i roghi li hanno proibiti, e poi oggi vanno di moda le escort!
Dunque vado ad un seminario di Bilancio. Vi ho visto, ho visto il “cognato” di vomito che vi ha pervaso, l’occhio sgranato a guardare increduli qualcuno che ha deciso di sua spontanea volontà di fare una cosa che voi neppure sotto tortura vorreste affrontare. Eppure si, Nadia ha detto si al seminario di bilancio, forse con una buona dose di incoscienza, ammetto.
Meravigliosa meta di commercialisti, revisori dei conti, auditors e, nella migliore delle ipotesi, direttori finanza. Per entrare in quella sala come controller ho dovuto indossare davvero teste d’aglio e sfoggiare una croce per tenere lontani i vampiri che mi accusano di invadere il loro territorio lavorativo.
Prima di tutto scopro che non c’è un parcheggio e dopo aver girato venti minuti come un taxista isterico decido di parcheggiare a cavallo dell’immondizia, unico posto disponibile, chissà come mai, direi che l’inizio è ottimo. Q
uindi l’aglio lo recupero in un bidone, e poi visto che devo scavalcare un sacchetto della plastica, basterà l’odore che mi si appiccica a tenere lontane le persone moleste. Solo che mi sento molesta da sola. Tra l’altro mi sono anche messa tacchi altissimi per darmi un tono, tacchi e immondizia sono di sicuro un’accoppiata pubblicizzata su Vogue Febbraio.
Entro e mi danno un cartellino di riconoscimento tipo FBI, mi sento molto importante, tra l’altro entro con la convinzione che saremo in cinque a frequentare, non può esserci molta gente interessata alla tematica, e invece vedo una sala con almeno trecento persone sedute. Certo che di sfigati è pieno il mondo.
Mi siedo in testata di fila, meglio essere pronti alla fuga, posto dietro e vicino alla porta, sai mai che serva, anche solo per fare una pausa tecnica alla toilette.
Il seminario comincia con un professore dell’Università di Pisa che parla degli effetti della crisi sui bilanci italiani e tedeschi. Incredibile, il tema è interessante e lui è giovane, non avrà più di quarant’anni, non lo abbiamo preso dal geriatrico dunque. Paletta, voto 7!
La seconda presentazione invece la fa un revisore dei conti. Per chi fosse digiuno di questi lavori, potr
ebbe essere assimilato ad un finanziere, uno della guardia di finanza intendo, il revisore dovrebbe fare in modo che la guardia di finanza non trovi niente da eccepire nei conti, ecco, Totò e Peppino praticamente. Insomma questo revisore è un po’ meno interessante del suo predecessore e come potete notare dalla foto questo è l’effetto che produce. Bolle al naso come se piovesse. Il signore dorme ed io perdo tempo a fotografarlo con atteggiamento indifferente, si vede che ho visto tante puntate di CSI e soprattutto che gli argomenti trattati sono di assoluto interesse.
Alla prima pausa siamo invitati ad uscire e a visitare gli stand degli sponsor. In entrambi i casi dobbiamo lasciare il nostro biglietto da visita per poi essere tormentati da newsletter inquietanti che inneggiano alle tasse differite oppure ad un programma informatico che ci permetterà di risolvere il problema degli incassi prima ancora di avere venduto, dove starà il trucco? Bene, in un caso ottengo come contropartita al mio biglietto una guida del Touring sul nord Italia, ecco perché lo stand era preso d’assalto come il buffet di un banchetto di nozze, mentre nel secondo caso, uno sparuto personaggio mi tratta come se fossi la regina d’Inghilterra per avere il mio biglietto da visita e subito dopo mi rifila un libro che userò o per pareggiare le gamb
e del tavolo o per stordire un ladro in un tentativo di furto oppure per guarire i problemi di insonnia che mi caratterizzano. Titolo del libro: Le imprese italiane, Aspetti strutturali e tendenze congiunturali recen…zzzzzzzzzzzzzzz
Eh? Si ? Scusate, mi ero assopita. No bello, lo troverete nelle recensioni. Si, dei prossimi 50 anni…
Poi c’è il pranzo. Contrariamente alla mia indole cerco di non dare confidenza, ma c’è un tavolino ogni trenta persone quindi mi tocca mangiare accompagnata. Si avvicina un signore appena uscito dal dipartimento Scuola Educazione, reparto Mummie e Dinosauri. Ci chiede se siamo tutti revisori dei conti. MA SEI FUORI??? MA MI HAI VISTO NONNO???
Cerco di non manifestare con comunicazione non verbale questa mia sgradevole sensazione, ma forse il mio “Nooooooooooooooooo” prolungato tradisce un certo sgomento. Mi scuso immediatamente e comincio a scavarmi la fossa. Avete presente quando una farebbe meglio a n
on dire più niente e invece comincia a dire esattamente quello che non dovrebbe dire che aggrava la situazione e si vede la pala che scende sempre più a fondo? Ecco quella sono io.
“No, non sono un revisore. Non che io abbia niente contro i revisori neh? Però, ecco, bravissime persone eh? Però, no, non sono un revisore, preferirei avere il cimurro piuttosto che incontrarne uno, no ecco, servono in azienda eh? Si, utili come una supposta… no, ecco, professionisti seri, simpatici, spiritosi.. “. Ma qualcuno vuole darmi una mazzata in testa per favore? E mi tramortisce?
I miei vicini ad uno ad uno si presentano e per fortuna nessuno è revisore. Ma poi c’è Cristina. Si, sono Cristina e sono revisore. Brava! Brava! Facciamo outing! Io vado a cercare una cassa da morto con la quale seppellirmi.
Per fortuna il pranzo finisce e rientriamo. Gli argomenti principe sono quelli fiscali e ho seduto di fianco a me un commercialista di Brescia in preda ad un orgasmo perché parleranno del trattamento fiscale delle plusvalenze derivanti dal fair value.
Punto 1) Non mi ha parlato per tutta la mattina, non poteva permanere nel suo stato di mutismo? No, l’entusiasmo gli ha tolto la timidezza. Peccato. E’ pure brutto.
Punto 2) A malapena so cosa è il fair value. Avrà a che fare con Vanity Fair? Vuoi vedere che nella rivista si parla di fisco e non mi sono mai accorta?
Punto 3) Ma la puoi smettere di dire “pota” ogni quattro parole??? Sembra di parlare con il senatur Bossi e non è un complimento, pota.
Ad un certo punto parte con una filippica sulle capacità oratorie di un fiscalista vicino al palco che sta per p
arlare e che ha le sembianze e l’età dell’ex presidente Pertini, oggi però. Dice che è l’unico che gli ha permesso di risolvere un dubbio amletico sulla registrazione dell’IVA in conto sguaragnaus con ipotesi di vendita della cippa, in regime fiscale lippa. Bene, chissà se si vede che sto per piangere.
Pertini sale sul palco e incomincia a parlare dell’abuso di diritto in campo fiscale. Beh amici, stavo per piangere davvero. Si è trasfigurato, improvvisamente sembrava Sean Connery, snocciolava sentenze con la memoria di A Beautiful mind ed era interessante da morire. Già vedevo fiorire la mia carriera di evasore fiscale ricercato in mille continenti.
Comunque, il bresciano si è acquietato in preda all’estasi fino alla fine del corso. E a quel punto, liberi tutti dopo la domanda rito: ci sono domande? Ma scherzi? Scappiamo!!
Comunque, a mia discolpa vi comunico che settimana prossima sarò a pranzo con Cristina. Cristina chi? Il revisore naturalmente!!