giovedì 30 luglio 2009

Nadia e Florence in missione in India

Destinazione Pondicherry, come il nome dell’ultimo profumo di Dior e vi giuro che la metà non é stata scelta per questa ragione.
Florence mi coinvolge in questa avventura un paio di mesi fa, mi getta la pulce (e di pulci avremo occasione di parlare in seguito immagino) nell’orecchio e mi chiede di partecipare alla riunione esplicativa delle cosiddette “vacanze solidali”. E subito mi illumino! Che bello, andiamo con qualcuno che si occuperà della mia miserrima esistenza? Un’anima pietosa si prenderà cura di me, mi dirà parole amiche e mi tenderà una mano e mi aiuterà a risolvere i miei problemi esistenziali? Questa si che é una gran cosa. Rewind. Non ci siamo. Nadia? Sei con noi? Nelle vacanze solidali guarda che siamo noi che diamo un aiuto agli altri e non viceversa. Ah. Ecco. Ma che aiuto vuoi che dia io? Spolvero i mattoni? Scavo un pozzo? Spazzo via la sabbia dal deserto per fare ordine? Rastrello le foglie della foresta amazzonica per aiutare a cercare i mirtilli? Recensisco i babbuini del sedere rosso che si sono sbiaditi?
Insomma, la mia piccola amica, detta appunto Petite, scova una missione in cui possiamo insegnare la contabilità agli Intoccabili, non come quelli di Brian de Palma, ma quelli che stanno li in India e sono cosi sfortunati che non hanno neanche una casta a cui appartenere. Che fortuna invece, direte voi, visto che noi di casta abbiamo quella di Rizzo e Stella. Ecco, in effetti non é proprio la stessa cosa, ma nel dettaglio vi spieghero’ quando arrivero’ sul posto.
So che ci sono i primi in classifica che sono i sacerdoti e mi astengo dal commentare duramente solo perché non sono cattolici, i soldati al secondo posto, i commercianti, agricoltori e artigiani si assicurano un terzo posto e in quarta ed ultima posizione ci sono i servi (chissà dove stanno i controller, anche se l’istinto mi suggerisce l’ultima casta).
Noi due gine e quelli a cui andremo ad insegnare stiamo fuori da tutte e quattro, fuori di senno era chiaro da tempo, siamo nei Dalit. Insomma le regine del mastrino, les grandes maitresses della partita doppia, le ragioniere da esportazione sono pronte per partire. Insomma più o meno.
Si comincia con i medicinali. E già solo la lista basterebbe a scoraggiare Rambo. Antitetanica, antipoliomielite, antidifterica, antitifo che significa che mentre siamo li non possiamo tirare fuori né la bandiera della Juventus né quella del Paris Saint Germain? Antipatico, antitetico, antina, antico, 8 metri di bende, 62 cerotti, 2 scatoloni di anti dissenteria, pastiglie disinfettanti per l’acqua, pastiglie disinfettanti per il bicchiere, pastiglie disinfettanti per la pastiglia. Zampironi come se piovesse, Autan, forbici, aghi e occhiali, perché se vi ferite, proprio come Rambo vi dovete ricucire da soli.
Ok, fatto tutto. Manca solo la profilassi antimalarica, che qui si chiama paludismo. E già ci vedo immerse nelle mangrovie, sotto piogge monsoniche, con una rana gigante sotto l’ascella sfoggiata come se fosse una Vuitton e una ninfea in testa come ornamento.
Insomma una pastiglia al giorno di qualcosa che si chiama Malarone e il cui nome non é di sicuro di buon auspicio. Con approccio kamikaze affronto il bugiardino, che se si chiama cosi magari é perché non dice la verità e comincio a leggere.
Effetti indesiderati “molto” frequenti: mal di testa, dolori, nausea, vomito e dissenteria, siamo a posto, già mi viene perché sono in India, devo portare molto da leggere suppongo.
Non riesco a credere che abbiano messo anche una super classifica show di sintomi. Eppure....
Effetti indesiderati frequenti: eruzioni cutanee, chiamiamoli pure con il loro nome, ovvero BRUFOLI, che bella immagine, vertigine, febbre e .....PERDITA DI APPETITO!! Siiiiiii!! Fantastico, guarda come ti torno un giunco! Anche perché già so che a pranzo mangero’ in una foglia di banano senza le forchette, quindi direi che questo aiuta.
Effetti indesiderati “poco” frequenti: orticaria, decolorazione o perdita dei capelii. Ma nooooooo!! Ma possibile? Tornero’ anoressica, con i brufoli e calva. Una caricatura di mia nonna.
Ultima indicazione: se avete una crisi di paludismo chiamate un medico. No ma starai scherzando spero, che diavolo lo prendo a fare il medicinale se la malattia mi viene lo stesso? Dopo questa frase lo butto via, decido di rassegnarmi alle conseguenze e di passare alla scelta dei vestiti, che normalmente sono legati al clima tranne in un paese con 40 gradi di temperatura media che considera le donne in pantaloni corti e top delle prostitute. Quindi mi appresto a tirare fuori la tuta da sci, due dolcevita e il cappottino di lana, magari i moon boot li porto la prossima volta con il cane da slitta e il famoso colbacco di Stoccolma. Aggiungo dei mitici sandali con straps (molto anni ’80 se ve li ricordate), che dato lo scarso appeal hanno generato l’autodistruzione del dvd di Sex&The City, un paio di infradito di gomma e le scarpe da tennis. Leggendo scopro che posso lasciare la pancia scoperta ma questa non é di certo una cosa che mi conforta. Quindi invece di prendere un tubo da mezzo chilo di crema rassodante opto per delle tshirts che farebbero la gioia di Suor Maria Filippa del colllegio delle Orsoline in sandalo.
Aggiungo una torcia a dinamo, accappatoio da valigia ripiegabile in mille che puoi portare in borsetta insieme al rossetto, una presa multipla, un martello, quattro viti, un’antenna radio, due brugole e il manuale di Mc Giver in omaggio con quello delle Giovani Marmotte, perché si sa, di marmotte l’India é piena.
Un rapido sguardo al mio bagaglio e mi accorgo che potrei facilmente essere scambiata per una punkabbbestia, pero’ scusate, mica posso andare in tacco 12 da quelle parti é chiaro? Ora vado a farmi i capelli rasta.
L’ultimo dettaglio importante prima della partenza é scambiare i numeri di telefono di mia mamma e della mamma di Flo. C’é solo un particolare insignificante da rilevare: mia mamma non parla francese e la mamma di Flo non parla l’italiano, quindi é tutto sotto controllo. Florence mi rassicura dicendomi “Le ho insegnato a dire Tutti va beno”, ecco siamo a posto. Ed io spiego a mia mamma che cosa le verrà detto cosi é preparata e lei in compenso afferma sicura che le parlerà in dialetto piemontese, in fondo, mi pare un’ottima idea.
Insomma siamo pronte a partire. Do un’occhiata alla cartina geografica per essere sicura di avere capito dove vado e mi rendo conto che non saro’ proprio dietro l’angolo, pero’ avro’ il mio computer ed un collegamento funzionante! Quindi mi sarà possibile inviarvi notizie direttamente da là. E allora pronti via, sabato mattina in pista!

WHATEVER WORKS – Il film



Film molto carino, nn il top di Allen ma gradevolissimo. Direi che il messaggio chiave é: non importa in che tipo di storia d’amore siate coinvolti, se deve funzionare, funzionerà indipendentemente dai clichés che vi siete fissati! Anche la più strana, la più impensabile, la più trasgressiva o la più conservatrice storia di amore puo’ essere LA STORIA D’AMORE con la A maiuscola ed essere il contrario di cio’ che avete vissuto fino ad oggi. E aggiungo che la frase spettacolare é: voi potete cercare di fare, cambiare, mutare la vostra vita con le vostre forze, ma il fato la influenzerà molto più di quanto voi possiate mai controllare. Voto 6/7.

THE READER – Il film


Capolavoro. Lacrime a zampillo, mento tremulo, kleenex a portata di mano. Un film splendido. Michael Berg é un giovane studente in legge che assiste al processo delle criminali di guerra. Alla prima udienza si accorge che una delle accusate é Hannah Schmit, il suo primo unico vero grande amore. Ore passate a leggere ad Hannah i grandi classici della letteratura ed ore trascorse a far l’amore con lei. Le prima parte del film é sensualissima, momenti intimi, delicati, romantici in una Berlino antica. La seconda parte é legata al processo. Michael ha un’informazione che potrebbe alleggerire la colpa di Hannah. Non vi posso dire altro, lo dovreste vedere. Se non ricordo male questo film ha suscitato grandi polemiche perché si riteneva che non fosse corretto cercare di dare una connotazione umana agli accusati, in realtà onestamente mi é parsa una polemica decisamente sterile, il personaggio di lei é decisemente ben connotato e non ne esce certo come una vittima o come un esempio di umanità. Kate Winslet superba, non ha caso ha preso un Golden Globe per questo film. Voto 9. Non perdetelo, ma cercate di andarci di buon umore!

LE MENZOGNE DELLA NOTTE – G. Bufalino di Carla Mayrhofer

Ho letto un altro libro di Gesualdo Bufalino (ci ho preso gusto dopo "Diceria dell'untore", falsariga de "La montagna incantata" di Thomas Mann), "Le menzogne della notte". Questo grande autore della nostra letteratura (con quest'opera ha vinto il premio Strega 1988) non si smentisce ed è veramente grande perché riesce ad assimilare tutti i grandi del passato e a riproporre vecchie idee letterarie in una chiave originale.
Con "Le menzogne della notte" riprende l'idea del Decamerone di Boccaccio, ma questa volta l'ambiente è l'anticamera dei rivoluzionari del Risorgimento condannati a morte (giusto per ritrovarci con la solita 'allegria' siciliana). Questa volta il tema base è il racconto di ognuno del momento più felice della propria vita. Il tutto è imbastito su una vicenda, molto intrigante, spionistico-poliziesca. Non dico altro per non togliere il gusto della sorpresa.

STREGHE – L. Gruber

“Libere di decidere del proprio corpo, capaci di mantenersi, brave ad amare ma anche a stare da sole. Così sono o vorrebbero essere, le donne di oggi. Le loro simili, nel Cinquecento, venivano bruciate come streghe.” Questo é l’inizio del libro e la ragione che mi ha spinto a comprarlo.
Davvero interessante, ed ora non cominciate a dire che sono femminista, che é letteratura spazzatura, che non vi interessa perché se no, non andiamo d’accordo! Partiamo dal presupposto che la Gruber cerchi di dare una spiegazione razionale alla condizione della donna in Italia oggi, spiegando le conseguenze di determinate politiche sociali esistenti o non, nel nostro paese in confronto ad altri che sono riusciti a fare molto meglio di noi (guarda caso quasi tutti salvo il Burkina Faso). Il tutto spiegato anche grazie alle interviste di personaggi famosi, sia uomini e donne, del mondo dello spettacolo, del cultura, della politica e perfino religiosi. Ruini, Luciana Littizzetto, Natalia Aspesi, Rita Levi Montalcini perfino Silvio Berlusconi, sono alcuni dei nomi che figurano nel libro. Come mai in un paese dove il livello di occupazione femminile é il più basso della media europea (siamo migliori forse solo della Polonia) anche il tasso di natalità é tra i più bassi in assoluto? Allora non é vero che la donna italiana non lavora perché fa figli, é esattamente il contrario. Quali sono le politiche di aiuto sociale che sono state messe in opera da paesi come la Spagna, decisamente cattolica, che hanno permesso a questa nazione di scavalcarci su questi temi in meno di un ventennio? Quanto ancora la religione é in grado di influenzare le scelte politiche nel nostro paese? Insomma questi sono gli argomenti e anche se di solito non sono pro saggio, questo libro mi é decisamente piaciuto, mi ha fatto sentire meno strana! Voto 9.

domenica 19 luglio 2009

Da consumarsi preferibilmente entro...

Amici e amiche, consumatori di cibo scaduto, quelli che buttar via la roba da mangiare mi fa venire i vermi, campioni di bruciore di stomaco da raviolo passato a miglior vita la settimana scorsa, collezionisti di scatolame d’epoca: chi batte una confezione di pisellini annata 1987? Pregasi inviare foto comprovante la data, prego astenersi perditempo, sfidanti del barattolo dello yogurt gonfio, sbafatori della patatina gnecca (parola internazionale o usata solo dalla comunità montana della Val D’Ossola?), non siate timidi, uscite allo scoperto, fate outing e uniamoci tutti nell’ACPSDAUSA Associazione Consumatori Prodotti Scaduti Da Almeno Una Settimana Anonimi (i consumatori non i prodotti). Soci Fondatori Claudia ed io. Se un giorno ci troverete morte in casa, prima di chiamare la polizia aprite il bidone dell’immondizia e controllate le date di scadenza del cibo, se supera l’anno presumibilmente quella é la causa del decesso. Noi a differenza di Jacko non possiamo permetterci una lavanda gastrica alla settimana, per ora ci é sempre andata egregiamente. Insomma, lavorando nell’alimentare, si sa che si sta un po’ stretti con le date di scadenza, che il prodotto é buono anche dopo qualche giorno, tutto sta al vostro senso di responsabilità, al vostro coraggio e alla vostra resistenza gastrica.
Eccovi alcune indicazioni che potranno esservi di aiuto nella scelta di cosa puo’ ancora essere utilizzato e che cosa invece dovrete accompagnare nell’ultimo ed estremo viaggio verso la pattumiera.
Pomodori verdi, non alla fermata del treno e neanche fritti, ma mummificati nel vostro frigorifero. Quando aprendo, udite un canto celtico proveniente da un pomodoro che indossa un burka di muffa, avete due scelte: 1) vi armate di guanti di gomma o scottex ad alta resistenza, se no vi si spappola in mano e potete ben immaginare che non si tratti di una bella sensazione, strappate la verdura dal fondo e gettatela in un sacchetto di plastica velocemente, ignorando le sue urla, altrimenti il mefitico odore del putrido liquido che si é creato nell’ultimo cassetto si appiccicherà alle pareti della vostra casa, come il poster dei Duran Duran che avete attaccato in camera a quindici anni senza alcuna possibilità di essere rimosso, tant’é vero che ancora perseguita il sonno dell’inquilino subentrato dopo di voi. 2) Chiamate l’associazione Vincenzo Tiberio (non si sa quale sia il nome e quale il cognome, ma sembra che avesse scoperto il potere delle muffe trent’anni prima di Fleming, Claudia ed io raccogliamo questa pesante eredità e continuiamo a sperimentare sarà per quello che siamo sane come pesci, Findus), che grazie alla quantità di muffa presente nel vostro appartamento sarà in grado di produrre antibiotici per 12 mammut, Moby Dick, Gambadilegno e Ciccio di Nonna Papera.
Il Camembert. Non parlo di quello che trovate alla Esselunga, ma di quello originale francese accompagnato dai formaggini di capra purissima, che ancora bela e che sono contenuti in una scatola di pelo con le corna. La gendarmerie li ha inclusi nell’elenco delle armi chimiche che l’ONU ha stilato ufficialmente, Bin Laden ne detiene un catalogo e un giorno annienterà cosi la Francia: bombette puzzolenti colpiranno la tour Eiffel, una in fronte a Carla Bruni e perché no, anche un paio ad Aznavour cosi magari rinsavisce e si mette a cantare una cosa allegra una volta tanto, se ne avanzano anche un paio alla Bellucci, cosi la finiscono tutte quante di parlar male dell’Italia, puzzone, nel vero senso della parola.
Il produttore dovrebbe specificare ad un ignaro cittadino straniero che non si puo’ aprire lo sportello del frigorifero con naturalezza e semplicità alle 8 del mattino alla ricerca del latte per il tuo caffé dopo che il mostro ha passato una notte intera là dentro invadendo ogni spazio vitale con quella catastrofica puzza di piedi. La prima volta sono svenuta in cucina, pensando di aver dormito con un paio di Superga o di All Stars per una settimana di fila. La seconda mi sono coperta la faccia con un asciugamano e appena aperta l’antina ho sparato senza esitazione. La terza ho comprato un contenitore ermetico. La puzza é uguale ma almeno controlli il momento dell’apertura con consapevolezza. Scegli quando morire. Puo’ sempre essere utilizzato come arma in caso di litigio con il fidanzato, ti avvicini, apri di scatto e quando lui si accascia a terra lo imbavagli con l’asciugapiatti.
Le uova. Come spiega la parola stessa, fino a che restano tali, si possono consumare. Il mio campanello d’allarme é rappresentato dalla piuma, se é all’esterno si puo’ procedere, se invece é all’interno affiancata da altre piume ed in presenza di un becco magari lasciate stare, sbattuto non viene bene, vi rovinerebbe la frittata. Se vola via, va da se.
Il bastoncino Findus. Questo meraviglioso amico. Lui non scade mai. Perché é surgelato e non vi sto neanche a dire che in quanto surgelato per me un prodotto diventa consumabile per sempre per definizione. Senza contare poi quel gran figo di Capitan Findus, pace all’anima sua, che vi osserva dalla scatola e vi sorride e voi per sentirvi meno in colpa lo farete saltare in padella senza olio, cosa che permetterà la generazione di una gustosissima crosticina nero petrolio. La puzza di merluzzo si attaccherà al vostro divano per un anno circa. Potete sempre sostituire il bastoncino con il sofficino, voi che siete in Italia, in quanto prodotto non esistente fuori dal confine e sostituire la puzza di pesce fritto con quella di formaggio fritto che si abbina bene alla capra tibetana nel caso.
Per chiudere degnamente vi pare forse possibile negarsi due french fries? Estraete dal freezer la confezione di patate fritte per il micronde che avete nascosto dietro ai broccoli a vapore (pensavate che non me ne fossi accorta furbetti del quartierino?), introducetela a temperatura 850° per 3,5 minuti e pronti a servire insieme ad un’onda di maionese a basso apporto di colesterolo che vi darà l’impressione di prendervi cura del vostro organismo. Avrete un pout pourri di fritti diversi che allieterà la visione dell’episodio di dottor House in cui si occupa di un paziente affetto da ulcera da frittura.
Dopo tutti questi racconti immagino siate travolti dall’entusiasmo all’idea di venire a cena a casa mia, sappiate comunque che non impongo la muffa agli ospiti, quella la conservo per me, per le occasioni speciali. Cene ne faccio spesso e per il momento nessuno é ancora finito all’ospedale, sono molto attenta alla dosatura degli ingredienti cosiddetti speciali...ehehehe!! Paura eh? State cercando di ricordare? Non fatelo, é meglio. Qualcuno che ricorda invece c’é ed é la mia amica Simona.
Normalmente quando faccio una cosa la prima volta mi viene splendida, gustosa, praticamente perfetta, la seconda invece una chiavica, impresentabile, dalla terza in poi torna ad essere affrontabile, evidente andamento parabolico. Colta da raptus da wok, la pentola giapponese, decido di abusare della regola che “la prima viene bene” e le propongo riso basmati, pisellini, uova e mazzancolle belle fresce e di un rosso sfavillante, come nella migliore tradizione giapponese, boh, forse cinese. Ma insomma già da qui dovevo capire che mancava qualcosa. Comunque scaldo la padella, faccio saltare il riso perfettamente al dente, butto i pisellini, giuro che non erano quelli dell’87, comincio ad aggiungere le mazzancolle, che colorano il riso di rosa. Che bel gioco di parole, a vederlo invece é un po’ meno divertente, Simona é terrorizzata, mentre guarda il cibo, non vuole credere che dopo dovrà mangiare quello che vede e che ha il colore di Hello Kitty. Ma manca ancora il tocco da Alaimo: l’uovo. Come cita il manuale dei giovani cuochi Xin Chao Ping, va buttato sul fondo del wok dopo aver generato un buco nel riso, fatto rapprendere per pochi minuti e quindi mescolato. Ecco, io salto tutta la prima parte e vado direttamente al tuffo dell’uovo generando una splendida e gustosissima frittata di piselli, riso e gamberi, ROSA. Inutile dire che Simona é molto più che una cara amica. Quindi non solo ha mangiato tutto ed é sopravvissuta ma mi ha anche detto che era buonissima la frittata, peccato che dovesse essere un’altra cosa... Chissà perché pero’ da quella sera non mangia più da me a meno che non ci sia pizza, mah. In ogni caso volevo chiedervi: quando venite a cena?

Odio Alitalia - 1

E' giusto che il mondo sappia come viene trattato chi decide di viaggiare con Alitalia (o è obbligato a farlo suo malgrado). E' ormai da Settembre 2008 che viaggio regolarmente sulla tratta Milano-Algeri, ed ho avuto modo di utilizzare i servizi di Air France (via Parigi), Lufthansa (via Francoforte) e, purtroppo, Alitalia (via Roma). Inutile dire che la nostra compagnia di bandiera ne esce non solo perdente, ma proprio disfatta, stracciata, a brandelli. Dopo mesi di ritardi, voli cancellati, scortesia, poca professionalità, totale mancanza di attenzione al cliente, ho deciso di iniziare a tenere traccia di quanto mi succede settimanalmente. Visto che tanto le cose non cambieranno, spero che possiate almeno sorridere delle mie disavventure. 9 Aprile. Decido di provare il nuovo volo delle 17.05 Algeri-Milano Malpensa, figlio della nuova Alitalia, che ha sostituito il per me comodissimo volo del venerdi' mattina delle 10.30. Ovviamente non potro' prenderlo tanto spesso, ma visto che oggi e' giorno di elezioni e qui non lavora nessuno, il capo mi concede mezza giornata. Dal prossimo venerdi', peraltro, mi aspetta il simpaticissimo Algeri - Fiumicino delle 4.30 del mattino e il Fiumicino – Linate delle 8.00... Grazie Alitalia! Come dicevo, sono sette mesi che volo con Alitalia, quindi ormai sono preparato a (quasi) tutte le possibilita', anche se la nostra compagnia di bandiera fa sempre del suo meglio per sorprendermi. La prima regola del viaggiatore Alitalia dice di premunirsi contro il "ritardato arrivo dell'aeromobile", scusa regina di ogni ritardo. Doverosamente collegato dall'ufficio di Algeri via internet con Malpensa, scruto attentamente l'orario di partenza del Malpensa-Algeri, per sapere quando uscire dall'ufficio e non aspettare delle ore in aeroporto. Partenza prevista da Milano: 15.00, arrivo ad Algeri alle 16.15 locali, ripartenza dalla capitale algerina alle 17.10 ed arrivo a Malpensa alle 20.00. Sulla carta, una pacchia. Senonche' il mio fido email alert (eh si', perche' ho anche l'email alert sul volo in partenza), alle 14.30 inizia a vibrare: partenza ritardata alle 15.20. Vabbe', e' scontato, il quarto d'ora accademico, continuo la mia presentazione. BZZZZZZ partenza prevista per le 15.20, BZZZZZ no, per le 15.35, BZZZZZZ no, per le 16.05. A questo punto logica vorrebbe che io aspettassi in ufficio lavorando, e invece no: perche' le regole di Alitalia (scalo di Algeri) dicono che il check-in si chiude un'ora prima della partenza prevista dell'aereo, non di quella effettiva. Quindi, nonostante io sappia che ci sara' almeno un'ora e mezza di ritardo, mi metto tristemente in macchina verso l'aeroporto. Come ampiamente previsto, una volta arrivato al terminal e fatto il check-in scruto con l'occhio gia' iniettato di sangue il cartellone delle partenze e - bien sûr – partenza dell'Algeri-Milano prevista per le 18.50. Due rapidi calcoli mi dicono che non saro' a casa prima delle 23.00, anche perche' per i voli in arrivo dall'Africa e' previsto un ulteriore controllo bagagli all'arrivo a Malpensa. Ma dico io, dove si e' mai visto che si controlla il bagaglio a mano all'arrivo di un volo? Comunque, una volta salito a bordo, mi tolgo una piccola soddisfazione chiedendo all'hostess il perche' del ritardo: "Ritardato arrivo dell'aeromobile da Malpensa, signore", mi risponde sorridendo (cazzo avrai mai da sorridere? Hai capito che abbiamo due ore di ritardo?). E qui calo l'asso di bastoni: "Questo lo so, signorina. Volevo sapere perche' siete partiti in ritardo da Malpensa". Panico negli occhi dell'hostess. Questo e’ sgamato – le leggo in volto – e adesso cosa gli racconto? "Ehm..., non sono arrivati i documenti per la partenza" Non sono arrivati i documenti per la partenza? Ma cosa cazzo mi stai raccontando? Mancava il bollo, l'assicurazione, la carta verde, CHE COSA? Un aereo non e' una macchina, non ha bisogno del libretto di circolazione, non lo fermano i vigili! Comunque mi complimento con l'hostess per l'originalita' della trovata (non la prende bene, devo ammettere) e mi accomodo sul solito sedile sfondato. Ciliegina sulla torta, la hostess ormai incupita non ha la piu' pallida idea di che ora sia, nessuno l'ha avvisata che in Algeria non c'e' l'ora legale (ma cazzo, informarti di che ora e' nel paese dove stai lavorando no, eh? Se c’e’ un’emergenza e devi comunicare un’orario cosa fai, lo canni di un’ora?). Quando, due ore dopo, con le due ore di ritardo normali, le ruote toccano l'asfalto della pista di Malpensa, un pensiero mi sfiora la mente: sono finalmente libero dalle grinfie di Alitalia. Almeno fino a lunedi'.

RAGIONEVOLI DUBBI – G. Carofiglio

Io adoro quest’uomo, é un genio. Come al solito l’avvocato Guerrieri si accolla un caso disperato e per meglio comprendere é necessario considerare un paio di fatti decisamente interessanti: il suo cliente é un vecchio compagno di scuola che ha militato nelle fila della destra estrema, sospettato di aver partecipato all’uccisione di un ragazzo a bastonato ha deriso e pestato Guerrieri a quell’epoca, insieme a dei compagni di merende a causa del suo eskimo, ma soprattutto ha una bellissima moglie dalla quale l’avvocato non riesce proprio a star lontano. Punto di forza di questo libro l’ironia presente in numerose pagine, molto più evidente degli altri due. Scorre via in un attimo. Voto 8,5.

LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA – S. Larsson

Ora ho capito, se cominci, non ne esci più. Devo dire che mi sono piaciuti tutti e tre, forse una leggere predilezione per il secondo, pieno di colpi di scena, appassionante, non lo puoi mollare un attimo. Credo di non aver ancora incontrato qualcuno che mi abbia detto che non gli sono piaciuti questi libri e nessuno che ne abbia letto uno solo! Quindi abbiamo abbastanza garanzie. Comunque stavolta Lisbeth é in ospedale con un proiettile in testa mentre tutta la Svezia é alla ricerca dell’assassino di.... ma il grande servizio sullo spionaggio quando verrà pubblicato? E chi é questa Monica nuova fiamma di Mickael? Beh io di certo non ve lo dico! Se volete lo scoprite! Voto 8!

venerdì 10 luglio 2009

Domande, ipotesi, Lo sapevate che

7 Luglio. Io: “Che bel caldo che c’é questa settimana” (4 giorni a 27°, dopo mesi di antartide), il mio collega francese: “Eh si, quasi troppo (ora lo intommo di mazzate come dice la mia mica napoletana), proprio una gran bella primavera” mentre alle sue spalle assisto alla marcia dei pinguini. Glielo dite voi che il mese di luglio normalmente appartiene all’estate in Europa e glielo spiegate voi che durante questa stagione la temperatura supera i 25° nei paese mediterranei per circa due mesi di fila? Vi ringrazio. Magari ditegli anche che il sandalo non é solo un profumo ma anche una calzatura che si indossa in assenza di pozzanghere e diluvi. Deve essere per questa ragione che é appena uscito il film L’Era Glaciale 3 in tutte le sale, incassi record, l’hanno girato qui. Accorrete numerosi con i guanti.

10 Luglio. Lettura del contatore dell’acqua. Quinta lettura da quando vivo qui. Come si spiega che non abbia mai ricevuto una sola bolletta? Fra dieci anni mi arriverà una fattura direttamente da Sarkozy. Devo scrivere a Voyager? O a Chi l’ha vista?

Social Network. Perché sulla mia pagina di facebook c’é sempre la pubblicità di programma di dimagramento, miseria ladra? Ti ho forse scritto la mia taglia e la mia altezza? Mi spiate? O mi pesate? Alcuni esempi illuminanti.
1) “Non sono più grassa, ho perso 15 kg di grasso in due mesi (beh certo cosa vuoi perdere 15 kg di muscoli, di capelli, di bulbo oculare?), ti spiego il mio segreto.” Ma ci conosciamo? Ma ti ho forse chiesto qualcosa? Ma guarda te.
2) “Dieta per perdere 15 kg?” Ci risiamo, sono quelli di prima, allora insisti cafone malefico. Ora va bene che non sono un giunco pero’ senza 15 kg mi ricoverate.
3) “Perdete 4kg prima dell’estate.” Ecco cosi si comincia a ragionare.
4) “Ventre grasso? Due regole.” Continua cosi che ti faccio a pezzi prima di sera.
5) “Sempre grassa?” CAZZO VUOI? Sei morto.
Si chiude con un:
6) “Voglio dimagrire in fretta.” Certo benvenuto, mettiamolo insieme a “Voglio un marito ricco, intelligente, magro, simpatico e spiritoso”, a “Voglio una fidanzata muta e accondiscendente” e “Voglio un lavoro che mi realizzi, guadagnando tanto, in centro a New York, con un capo muto e accondiscendente come la mia fidanzata”.


Domande senza risposta: Perché la festa della mamma in Italia é la prima domenica di Maggio mentre in Francia l’ultima? E perché la festa del papà in Italia é il 19 di Marzo mentre in Francia la terza domenica di Giugno (chissà perché la terza poi)? E San Valentino lo mettiamo il 2 di Novembre per celebrare le storie di amore morte? Ferragosto a marzo darebbe un po’ di calore magari. Ma fare come tutti gli altri no? Ma perché non mettete Natale il 16 di gennaio cosi i saldi sono già cominciati. E Pasqua ad agosto, no? Troppo pesante l’agnello con l’anguria? Ah ho capito, si scioglie il cioccolato. Geniale. Che poi uno si confonde. Voi che siete in Italia, nel caso aveste dimenticato la festa della mamma, potete appellarvi al fatto che volevate festeggiare quella francese che é molto più chic e vi salvate in corner. Ovviamente bottiglia di champagne e fettina camembert, magari due gocce di Chanel. Vestitevi di bianco, rosso e blu, sarete più credibili.

Motore di ricerca. Partiamo dal presupposto che non si tratti di un veicolo che vi permette di ritrovare voi stessi. Cerco quindi di approfondire per spiegarvi.
Nella costruzione del mio blog, grazie a Francesco, dopo solo quattro mesi, ottantasei tentativi e due denuce per hackerismo, riesco ad installare il contatore delle visite, che funziona più o meno come quello della luce, devi comunicare la lettura ogni due mesi qualche giorno prima della scadenza altrimenti si innescherà un meccanismo di autodistruzione che porterà alla cancellazione di tutte le canzoni piratate che hai sul tuo pc e alzare l’interruttore quando il sovraccarico di tensione fa saltare il salvavita.... ci avete creduto per un attimo eh?
Insomma tra le funzioni di questo contatore abbiamo anche la “Provenienza”. Ovvero la lista delle parole chiave o frasi digitate dalla gente nei vari motori di ricerca e che “per caso” hanno condotto su
www.unitalianaaparis.com. Un giorno ho deciso di sondare questa fantastica opportunità e ho scoperto delle cose che Voi umani non potete neanche immaginare. Vi faccio alcuni esempii, tanto per farvi capire.
VENDERE MACCHINA DA TAGLIARE FUNGHI, no ora ditemi voi se io ho mai parlato di funghi in primo luogo ed in secondo luogo di macchine per tagliarli: ma che diavolo vuol dire? Perché esiste forse una macchina per tagliare i funghi? E perché no un decespugliatore per lattuga! O una falciatrice di pomodori! Ma da dove viene questo qui?
LA VALIGIA DELLA MAMMA PARTORIENTE. Ve lo ricordate il mitico pezzo sulla mamma? Ecco io capisco la parola mamma, ma tutto il resto? Vuoi vedere che la mia mi sta nascondendo una maternità a 61 anni? Forse é il caso che le telefoni e le chieda cosa sta facendo...perché ho trovato anche qualcuno che ha scritto LA MAMMA DELLA MIA AMICA... e il resto lo censuro perché questo resta pur sempre un blog chic.
Mi permetto anche di ricordarvi il pezzo Volo d’angelo dalle scale, perché non ho valutato l’impatto medico del racconto. Infatti quanto segue porta direttamente a me: GAMBA GONFIA, GAMBA GONFIA CAUSA BOTTA, EMATOMA TALLONE, EMATOMA STINCO PIEDE, EMATOMA TALLONE CURA, EMATONA SULLO STINCO, addirittura FOTO EMATOMA STINCO, CAVIGLIA GONFIA SEGUITO BOTTA ALLO STINCO, ma ti pare il caso di scrivere un poema in un motore di ricerca accidenti? e AVVOCATO PER UN EMATOMA GAMBA QUANTO VADO A PRENDERE, abbiamo anche l’approfittatore, ora lo contatto vuoi vedere che Linate mi paga i danni per il mio volo dalle scale? Questo mi conforta perché in effetti di gente che non guarda dove mette i piedi ce n’é tanta. Cosa ne dite se a questo punto aggiungo due righe sul tipo di cura da effettuare, indirizzi di dottori e marche di pomate miracolose? Potrei sempre chiedere una sponsorizzazione alla Bayer.
C’é poi una serie di frasi che sono evidentemente rivolte alle Six & the City, non ho alcun dubbio, per esempio FIGHE MAURIZIANE, siamo noi di questo ne sono certa e FOTO RAGAZZE MAGGIORATE, si vede che conoscono Claudia e Patrizia. Chiuderei con un BASTONCINI FINDUS MICRONDE, si tratta dei miei consigli di alta cucina, DENTIERA FISSA 2009, é cosi evidente che i denti non sono più miei da quando vado dal dentista figo? E GLI INCIDENTI PIU’ BRUTTI DEL MONDO, é chiaro a tutti che la mia caduta dalla scale ha avuto una eco mondiale.....

martedì 7 luglio 2009

LA RAGAZZA CHE GIOCAVA CON IL FUOCO – Stieg Larsson

Lo so, lo so, me lo avevate detto. Quando li cominci non puoi più staccartene. Ed é proprio vero. Ho letto queste 750 pagine in tre giorni, ero a Barcellona con amici ed ero veramente asociale! E la cosa agghiacciante é stato scoprire una volta tornata a Parigi che avevo lasciato il numero tre in Italia e quindi non potevo continuare la lettura. Un momento veramente difficile superato solo con un enorme piatto di pasta e con una dose mastodontica di gelato al caramello con praline. Comunque vi comunico che il numero due mi é piaciuto ancora di più del numero uno. Forse perché non conoscevo la fine stavolta e in ogni caso fin dalla prima pagina ti trovi coinvolto nella storia tanto da non poterti più distrarre. Si tratta di un giallo, non v’é dubbio pero’ é proprio ben strutturato, avvincente. Molto meno roboante di Dan Brown, più discreto, meno “americano”, ma proprio per questo, secondo me ancora più interessante, decisamente credibile. I personaggi sono molto appassionanti e primo fra tutti Lisbeht Salander, la protagonista che non si puo’ evitare di adorare. Voto 9 stavolta.

IL PASSATO é UNA TERRA STRANIERA di Daniele Vicari con Elio Germano

Si mi é preso questo trip, di vedere i film tratti dai libri che ho letto e adorato ed é una passione rischiosa, perché la probabilità di restare delusi é altissima. Che dire di questo qui? Sono un po’ dubbiosa, perché mi é piaciuto, ma non da strapparmi i capelli. Non mi ha troppo emozionato. E mi chiedo che effetto mi avrebbe fatto se non avessi letto il libro. Indubbiamente un libro riesce a farti sentire sotto la pelle (certo, se é ben scritto) cosa prova il protagonista, in un film é decisamente meno incisivo. Il protagonista é un bravo ragazzo universitario che si imbatte in un baro che lo coinvolge nei tornei di poker fino a renderlo un altro, capace di cose fino a poche settimane prima impensabili. Un crescendo di crimine, disonestà, violenza fino a quando arriva il momento di fare una scelta. Quale sarà questa scelta? Voto 7. Comunque piacevole e scorrevole.

IL NASTRO BIANCO di M. Haneke di Laura Notaro


Beh, per finire con Cannes, mia personale ovazione per Il nastro bianco, Das weisse band, la palma d'oro. Lo consiglio alla stra-grande.
Su potere, cattiveria, perversione e crudeltà dell'animo umano. Il sottile e subdolo rapporto dell'autorità con gli individui, coloro che la esercitano e coloro che la subiscono. Di fondo l'infelicità umana inespressa e la desolazione emotiva. Fa venire i brividi. Terrificante e bellissimo. Bianco e nero, con voce narrante e guida che tende la mano e conduce in una vicenda velata dal mistero e dal sospetto in una piccola cittadina tedesca ante prima guerra mondiale.

LE PERE DE MES ENFANTS di M.Hansen Love di Laura Notaro



Invece non consiglio le pere de mes enfants, 2 ore di nulla. Tipico alla francese, ma sta volta manco parlano poi tanto. Certo ben girato, curatissimo, fotografia, musica, interni, esterni, cast ecc. Però nulla. Anzi, per essere ispirato a fatto vero e a persona realmente vissuta, ecco di questa persona passa molto poco e in 2 ore giusto qualche sfumatura caratteriale in più potevano darmela...pure questo ciucciato 4 volte, e una peggio dell'altra...

UN PROPHETE – di Jacques Audiard commento di Laura Notaro


Mi scateno con qualche suggerimento cinematografico post cannes...se vuoi usalo anche per il blog!
Se a parigi vedi nelle sale un prophète vallo a vedere, te lo consiglio! Filmone di due ore e mezzo su quanto edificante e costruttivo sia il percorso carcerario per aspiranti nuovi gangster. Ritratto illuminante sull'universo carcere, come funziona, chi gestisce i poteri, sulla sua totale inutilità sociale e al contrario fondamentale funzione nel creare nuovi criminali. non che la storia sia nuova, un po' l'abbiamo capito credo tutti che in prigione non si forgiano menti e formano spiriti dai grandi ideali, però è una storia molto ben raccontata, con ritmo, tensione, azione. Ma non è un'americanata. Avvincente e commuovente. Iin fondo è un po' una parabola, una sorta di metafora dell'esistenza...
Non racconto altro, magari l'hai già visto e ti stai chiedendo dove ci vedo la parabola, certo non può essere "istruttivo", ma illuminante su come gira parte del mondo, questo sì e poi il protagonista è un bel fanciullo.
Avvertenza: ci sono un po' di scene violente abbastanza estreme, se sei impressionabile è raccomandato training pre e post...in particolare in tema di sangue...L'ho visto 5 volte e ogni volta mi è piaciuto di più, quindi credo sia davvero un bel film, molto ben fatto. NB. L'ho visto 5 volte perchè l'ho sottotitolato in sala durante la panoramica di cannes a milano, non perchè sono folle e mi riguardo i film tante volte...!

venerdì 3 luglio 2009

RIGOLETTO – G. Verdi al Parc de Sceaux

Non avevo ancora avuto occasione di vedere quest’opera in Italia e quindi ne ho approfittato qui a Parigi nel momento in cui ho scoperto che era in programmazione all’aperto, nel cortile di un meraviglioso castello. Certo é stato senza dubbio azzardato decidere per un’opera en pleine air in questa città, ma avevo comprato giacche a vento per tutti e un ombrellone tipo quelli di Rimini per non correre alcun rischio.
Spettacolo programmato alle 21 e ovviamente dopo un’intera giornata di sole alle 19.30 si scatena il finimondo, tuoni, lampi, fulmini e saette e ti pareva. In realtà il tutto é durato dieci minuti, il tempo sufficiente per imzuppare Gabriella in vespa mentre tornava a casa. Una volta giunti al parco ci siamo accorti che in quella parte della città non era neppure piovuto.
Lo spettacolo é stato meraviglioso. I cantanti e l’orchestra erano professionisti e quindi tutto di altissimo livello, compresa la regia che illuminava la scena in modo maestrale dandoci la possibilità di ammirare il castello in tutto il suo splendore accompagnati dalle note del dramma. Beh certo perché di drammone si tratta. In breve la trama per darvi un’idea. Rigoletto é il giullare del castello del Duca di Mantova e allieta i cortigiani con la sua ironia contro chiunque gli capiti a tiro (sembro quasi un po’ io...). Un giorno si prende gioco di un uomo la cui figlia é stata sedotto dal Duca, noto donnaiolo fetente, e questo padre distrutto dal dolore lo maledice augurandogli di provare un giorno lo stesso dolore: ANATEMA! Rigoletto infatti ha una figlia molto bella, Gilda, che crede chiusa in casa e protetta dalle insidie del mondo. In realtà la giovane, andando a messa (sempre detto che la religione nuoce), incontra e si innamora del Duca! Che ovviamente senza alcuna difficoltà la seduce e l’abbandona. Rigoletto decide allora di vendicarla assoldando Sparafucile, assassino di professione, dopo aver dimostrato alla figlia che il Duca é ora infatuato della sorella di Sparafucile e quindi il suo professato amore é solo menzogna. Peccato che pure la sorella si innamori di lui e quindi non vuole partecipare al suo assassinio. Gilda al corrente dei progetti del padre decide di sacrificare la sua vita per amore, viene pugnalata al posto del fetente e messa in un sacco sulla riva del fiume come previsto dal contratto. Rigoletto si reca a recuperare il sacco come convenuto ma giunto là intende la voce del Duca che canta “La donna é mobile, qual piuma al vento...” e verifica quindi il contenuto del sacco scoprendo con orrore che si tratta di Gilda. Ricorda la maledizione del padre deriso, mentre Gilda muore fra le sua braccia chiedendogli perdono per la disobbedienza e promettendogli di pregare per lui.
Niente male eh? Direi che più triste non poteva essere. In ogni caso Verdi la considera la sua creazione migliore, la compose in soli 40 giorni e venne censurata perché considerata troppo critica nei confronti della corte, nella prima versione infatti ci si riferiva al Re e non al Duca e poi la vita di corte cosi descritta venne giudicata troppo libertina e quindi non raccontabile. Ci sono alcuni pezzi straordinari, come quello del padre che prega i cortigiani di restituirgli la figlia, rapita con la convinzione che sia la sua amante e non sua figlia, e il quartetto rappresentato da Rigoletto e Gilda fuori dalla casa di Sparafucile e quest’ultimo con la sorella, mentre cantano insieme sulla necessità o meno di uccidere il Duca. Decisamente da rivedere. Voto 9.

UOMINI CHE ODIANO LE DONNE – Stieg Larsson

Questa volta ho agito all’inverso, ho visto il film e poi ho letto il libro. Errore fatale, prima di tutto perché sapevo già chi era l’assassino e questo mi ha tolto l’effetto sorpresa e poi perché se avessi fatto il processo inverso il film lo avrei stroncato e non ben giudicato come ho fatto qualche settimana fa! Accidenti non rispecchia affatto il contenuto del testo. La fine é completamente stravolta. E senza alcuna apparente ragione! Ma vuoi mettere in scena quello che hai letto e non quello che ti pare a te miseria ladra? Comunque non voglio tornare più sul film perché ora so che é deludente, ma il libro obbiettivamente é ben fatto. 700 pagine che scorrono via in attimo, grazie al fatto che uno dei due personaggi centrali, Lisbeth nella fattispecie é meraviglioso. Questa hacker un po’ bordeline, dotata di intelligenza superiore e di memoria fotografica non puo’ non sedurre il lettore e renderlo immediatamente complice. La storia di questo serial killer é decisamente agghiacciante e lo scrittore riesce a tenerti attaccato al testo fino all’ultima pagina, eccellente. Insomma se questi romanzi hanno raggiunto i dieci milioni di copie una ragione ci dovrà pur essere no? Ora affronto il secondo della trilogia, cosi vediamo se mantiene lo stesso livello di suspance e soprattutto stavolta non so come vada a finire. L’aspetto triste della vicenda é che l’autore é morto poco dopo aver dato alla luce il terzo libro, a soli 50 anni, non si sta godendo il successo della sua creatività, che cosa desolante. Voto 8.

mercoledì 1 luglio 2009

La risposta Algerina alla Convention dei ragionieri di Piergiorgio Calanchi

Io invece non sono ragioniere. Io ho fatto lo scientifico. Anzi, ho fatto l’Einstein di Milano, che chi c’è passato sa cosa vuol dire (anacoluto voluto). Mentre negli altri licei si okkupava e si autogestiva, da noi bastava che alle 8.02 ci fossero piu’ di cinque studenti di fronte all’ingresso perchè il preside chiamasse la celere per far sciogliere la manifestazione non autorizzata. E allora, cosa diavolo ci facevo alla convention dei ragionieri? Per i cattolici credo c’entri il contrappasso, per gli induisti devo aver fatto qualcosa di brutto brutto in una vita passata, tipo il serial killer o chiamarmi Noemi ed essere andata a una festa a Palazzo Grazioli.
La mia convention comincia verso mezzogiorno di lunedi’ quando, dopo aver pensato ai 350 tra ragionieri e ragionieri evoluti stipati su un TGV noleggiato per l’occasione per portarli dal Charles de Gaulle ad Evian alla velocita’ media di 30 Km/h, esco da casa (a Milano, non ad Algeri) e mi metto in macchina direzione Tunnel del Monte Bianco. Tre ore e mezzo dopo faccio il check-in in un albergo deserto, pochi minuti prima dell’arrivo dei pullmann che riempiono la hall come nemmeno ad un concerto di Madonna.
Premetto che non sono un animale sociale. Non ricordo i volti, non mi interessa fare salotto ne’ tantomeno public relations (sara’ per questo che lavoro ad Algeri e non a Barcellona?) ed in genere durante questi happening mi isolo e penso ai fatti miei.
Pero’...
Pero’ questa volta conosco un po’ troppe persone per giocare a fare l’eremita e quindi, mio malgrado, mi trovo a rispondere ai saluti di un gruppetto che mi ricordo confusamente di avere incontrato in un’altra vita ma che non so nemmeno da che nazione vengano. E invece questi si ricordano della mia ragazza (non quella attuale, quella che avevo sei anni fa), che mi piace mangiare la pizza bisunta da Pizza Hut, che tifo Milan e che ho un neo sotto la pianta del piede.
O sono autistici o sono ragionieri e quindi si tengono un database Access aggiornato con tutte le persone che incontrano nella loro triste vita e che vanno a rileggersi prima di ogni convention.
O forse tutti e due.
Mentre sto cercando di ricordarmi la formula magica per far scomparire un ragioniere autistico (Evoca Patronus Rainmanus?) intravedo la padrona di questo blog
- LECCHIN MODE ON -
che ringrazio infinitamente per l’ospitalita che mi ha concesso
- LECCHIN MODE OFF –

che saluto di sfuggita perche’ immediatamente dietro a lei vedo stagliarsi la figura della Zia, il nostro mitico capo, che non vedo da oltre sei anni. E qui, per mettere a frutto anni ed anni di studio del politically correct mi stampo sulla faccia il mio piu’ bel sorriso e, assumendo l’espressione da tapiro paraculo dico esattamente il contrario di cio’ che i miei occhi vedono relativamente alla sua silhouette e ad un patto mefistofelico.
Incasso il sorriso della Zia, schivo a malapena i fulmini che escono copiosi dagli occhi della nostra italianaaParis e mi allontano facendo il vago.
Poco o niente da segnalare nel giorno successivo se non l’arrivo in elicottero del Capo di Tutti i Capi e del suo Vice la mattina dopo, che atterrano esattamente di fronte alla finestra della mia camera mentre io – ovviamente nudo come un verme – sto uscendo dalla doccia.
Una parola sulle attivita’ che fanno da contorno alle convention. NON SONO ATTIVITA’. SONO PIANI DI RISTRUTTURAZIONE A COSTO ZERO. E questa non faceva eccezione. Nelle istruzioni distribuite ai partecipanti era specificato “Vi portiamo in montagna ma non preoccupatevi, non c’e’ bisogno di scarpe da trekking”. Quello che non era specificato era la seconda frase “se volete lasciare questa valle di lacrime”. Ma cazzo, mi portate in mezzo ai boschi dopo che ha smesso di piovere da due ore, su un sentiero fangoso ed in pendenza, mi date una mappa che non c’entra nulla con il terreno e non mi fate nemmeno portare gli scarponcini? A me ricorda tanto la favola di Pollicino abbandonato dai suoi genitori (quello si’ che era un piano sociale...) Fortuna che mi ero riempito le tasche di sassolini e quindi ho potuto condurre la mia squadra al campo base (quota 2000, temperatura al calar del sole -15° e nemmeno un goccio di vin brule’). Le due dita congelate abbandonate sulla montagna da cui sgorga l’acqua Evian serviranno ad arricchire di sali minerali le bottiglie prossime future.
Ma e’ nel torneo di calcio che il finance da’ il meglio di se’... Mentre la nostra amica scrittrice poltriva in piscina io – avendo scartato la Partita Doppia, cioe’ il torneo di tennis per ragionieri organizzato dall’azienda – mi cimentavo in uno sport vagamente somigliante al calcetto: sei contro sei in un campo a cinque, ma con le porte a sette (ai finance piacciono molto i numeri). A parte il mal di testa generato dal tentativo di far quadrare la formazione, in questa configurazione bastava tirare – da qualsiasi parte del campo – per insaccare, non essendo i portieri propriamente dei Buffon. Non per niente il torneo si e’ concluso con la media di 6,4 reti a partita (si’, c’e’ stato qualcuno – forse un ragioniere? - che ha calcolato questo coefficiente.
Al momento della festa successiva alla cena di gala il vero finance esplode. In nome del concetto “semel in anno licet insanire” (e se non sapete cosa vuol dire fate come me e andate su Wikipedia) basta la distribuzione di un boa verde in sintetico e di una parrucca di paillettes, rigorosamente verde anch’essa, per trasformare il piu’ compassato dei contafagioli in una controfigura di Michael Jackson, appena un po’ piu’ vivo. Inoltre, per contratto e per convenzione, in queste occasioni, piu’ si e’ in alto nella scala gerarchica, piu’ si deve fare i cretini. Per cui, dopo aver visto un omino con uno stipendio a sei zeri (ma forse sette con le stock options) con una collana fluorescente al collo, un panama di plastica in testa e occhiali traforati ballare come un tarantolato su un ritmo house da almeno 180 bpm in modo ovviamente scordinatissimo ho avuto la conferma definitiva che io, in questa azienda, non potro’ mai fare carriera.

E non è perchè non sono un ragioniere.