
Comunque se sono da fare facciamole, diamo il buon esempio, ma per non perdere l’allenamento non si può stare con le mani in mano, quindi, faccio scattare l’operazione pittura. In effetti, per quanto il grigio sia molto di moda quest’anno, quello che caratterizza le mie pareti milanesi, tonalità inquinamento, con striature tendenza color calorifero deve essere eliminato al più presto.
Conscia delle mie capacità, o incapacità, come preferite, opto per il bianco puro, una parete rossa ce l’ho, che sarà impossibile eliminare per tutti i secoli dei secoli, tutto il resto, lo riporterò ad uno splendente bianco Lele Mora, ve lo ricordate il suo appartamento di Videocracy? Ecco uguale: bianco Mora.
Ho a disposizione un secchiellino di pittura speciale per bagni e cucine, decido di cominciare da quelli, che sono anche i due locali più piccoli di casa mia, approccio umile, funziona sempre. Mi armo di pennello e di rullo. Sono però colta da un afflato di ingiustificata presunzione o forse potremmo definirla ignoranza globale e inforco il pennello.
FATAL ERROR. FATAL ERROR. FATAL ERROR. Vero, per fare una parete grande, non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello (chi l’ha detto? Voltaire mi pare), la mia è una parete media, quindi pennello medio. O grande lo stesso? Boh. Comunque mio padre mi disse: comincia dagli angoli, ed è l’unica cosa giusta che faccio.
DOGMA: PER U

Azzo ridete? Non si tratta affatto di una battuta a sfondo sessuale. Aveste visto il mio soffitto dopo la prima mano avreste capito: segni di pennellata ovunque, magnifiche striature bianche su fondo grigio. Se non sei un imbianchino, questo è il risultato. Orrore, due ore buttate via. Disperazione e dolore. Non abbattiamoci. Facciamo un punto della situazione. Possiedo anche un rullo. Facciamo un tentativo con la cucina. Prima però bisogna preparare. Eh si amici. Pitturare è il meno, è tutto quello che ci sta intorno la gran rottura di sgnaus. Passi quattro ore a spostare, scocciare e incartare tutte le suppellettili e quando arriva il momento di pitturare sei già distrutta dalla fatica. Ma ho la risposta. Il rullo. Scendo al Brico, vado a comprare l’apposita vaschetta, e già che ci sono, crepi l’avarizia, compro anche un rullino! No, non un rullino fotografico, un rullo piccolo da pittura, appunto un rullino. Si rivelerà una decisione da vera professionista. Comincio a “rullare” in cucina… perfetto: ho trovato la via, la verità, la fede!!
Veloce, preciso e meravigliosamente bianco. E con il rullino, angoli da paura. Sono il Picasso dei soffitti, il Pollock delle pareti, si, la Pina della cucina. Mi sto un po’ esaltando. Sto cominciando a pensare di far stampare dei volantini pubblicitari di questa mia nuova attività, biglietti da visita, sito internet e salopettes personalizzate, come gadget. Si, si mi calmo.
La seconda mano al bagno, rullata, viene un capolavoro. Tra l’altro realizzo guardandomi allo

Ma ho finito il primo secchiellino di pittura, devo scendere al Brico a comprare un secchione, perché mi mancano ancora corridoio, camera e sala che sono i locali più grandi. Al Brico ormai mi accolgono con la standing ovation, ho incrementato il fatturato del mese, sono già scesa 13 volte perché mi dimentico sempre qualcosa: nastro adesivo di carta? Cellophane per coprire i mobili? Sacchetti dell’aspirapolvere? Ecco appunto. Comprati uno alla volta.
Dunque vado al reparto bricolage e mi metto ad osservare la parete delle pitture con la stessa attenzione con cui guarderei la vetrina di Armani. Cosa ci vorrà per scegliere un secchio? Facile. Un amico mi dice, idropittura lavabile. Perché? Non faccio domande, eseguo. Sembra facile ma ci


Esco dal negozio e praticamente mi muovo alzando il secchio, spostandolo fino a dove arrivano le braccia e riposandolo a terra. Ogni passo 1 metro. Ogni metro 10 secondi. Quanto ci metterò ad arrivare a casa? 50 minuti. Molto bene. Spunteranno le primule ora che arrivo. Blocco il traffico un quarto d’ora per attraversare la strada. A metà percorso incontro: 1) una vecchina: “oh povera ragazza, chissà come è pesante”. Momento commiserativo. 2) una ragazzina che peserà 20 kg bagnata: “Vuoi che te lo porti io?”, non ce la farebbe neppure ad alzare il coperchio. Momento indulgenza. 3) un ragazzo arabo: “Zignora, pittura? Porto io fino dove?” lo guardo come se avessi visto il santo Graal e accetto. Momento gratitudine. Mi dice che sta pitturando nel palazzo di fronte e mi lascia il suo numero di telefono nel caso avessi bisogno “Brava Zignora!”. Dimmi Zignora ancora una volta che ti pitturo da capo a piedi. Però è stato davvero utile, da sola non ce l’avrei mai fatta.
Intanto finisco di scocciare tutto. No, non tutti, spiritosi, tutto, tutto quello che non può essere spostato e messo sotto ad un telo di plastica va isolato con scotch e giornali. E maledizione il corridoio è pieno di boiseries, mi ci vuole una giornata solo per isolare. Sono più portata per la pittura pura, tutto il corollario mi fa un po’ schifo, si vede che ho l’anima artistica! Nella mia società assumerò qualcuno che faccia questa parte, io mi limito alle pareti e al soffitto! Arte pura, devo specializzarmi anche nel colore. Rispondere alla esigenze del mercato.
Fare il soffit

Dopo una settimana ho finito tutto! Capolavoro! Invito gli amici a turno a cena per vedere l’opera conclusa, manco si trattasse della cappella Sistina e li minaccio quando entrano nel caso per errore macchiassero una parete. Non hanno il coraggio di dirmi che fa pena immagino e fanno facce di sbalordita sorpresa: “Oh ma come è venuto bene!!!”! Voglio credere che sia così. Di sicuro è tutto più bianco e pulito, ma il mio occhio ormai esperto vede le magagne che ho generato… In fondo era la prima volta. Momento auto celebrativo.
In ogni caso è stato un processo utilissimo, chilo a parte, nel frattempo ho buttato sacchi di cose inutili, tipo le istruzioni di elettrodomestici che in questa casa non sono mai entrati. Riviste del 1997, interessano? Guide turistiche di città inesistenti, tipo Antartide, qualche camicia con le spalline imbottite che portavo alle superiori e scatole di prodotti tecno che occupano posto. Sono certa che mi serviranno nell’esatto istante in cui saranno entrate nel locale immondizia, erò ho l’accortezza di mettere tutte le istruzioni in una scatola.
Quindi, nel caso aveste bisogno: NADIA RULLO & C. – Specialista in pittura e buttamenti.