martedì 24 febbraio 2009

Incidenti di percorso in terra straniera parte 1 – Segue -

Episodio 1 – Volo ad angelo dalle scale

Ore 7 del mattino, arrivo a Linate pronta per recarmi a Monaco di Baviera. Scusate lo specifico, perché astuta come una faina, ho cercato il meteo su internet senza dettagli, per capire come vestirmi e mi é uscito il tempo di Monaco’ (Montecarlo), cosi sono andata in un posto con neve e -2 gradi, vestita come se andassi a Borghetto Santo Spirito in primavera: un vero genio.
Insomma, tailler nero, pantalone largo in fondo con risvolto, tacco 12, borsa del computer, borsetta, trolley 24 ore. Insomma, senza modestia, sembro una pagina di Vanity Fair o una puntata di Sex&TheCity, vabbé, si insomma il catalogo Modafil o Postal Market oppure Arabella di Topolino, sempre li a fare i pignoli...
Mentre sto scendendo le scale per arrivare al gate, il mio corpo prende iniziative assolutamente non richieste e quindi m’infilo il tacco 12 piede destro nel risvolto del pantaloni della gamba sinistra (insomma sembianza nodo) e questo mi fa precipitare per almeno 10 gradini, a faccia avanti, a volo d’angelo, insieme a valigia, borsa, borsetta. Mi sento in una puntata di Paperissima, no Giochi senza frontiere, il Circo Orfei. Più che la vergogna pero é il dolore bestia! Perché cadendo in avanti, decido di tatuarmi un gradino sullo stinco, di generarmi un ematoma che pare la Russia con il Kazakistan annesso e di sfilacciare un po’ il pantalone che cosi fa etno chic centro Leoncavallo.
Mi rialzo aiutata da anime compassionevoli e pie che non hanno neanche il coraggio di ridere perché percepiscono l’entità della tragedia. Non riesco a stare in piedi e non voglio guardare sotto al pantalone. Sento tutto un formicolio, do un’occhiata e.... tremenda riga viola che parte della caviglia e arriva la ginocchio, sbucciatura sanguinante, ma soprattutto, immediato gonfiore tipo panzerotto di Luini. Impavida mi siedo su una poltroncina e attendo l’imbarco, con l’occhio lucido e un embrione di lacrima. Giunta a Monaco, innanzi tutto realizzo l’inadeguatezza del mio abbigliamento alla vista di un taxista munito di colbacco e doposci pelosi tipo capra, ve li ricordate? e cane husky, ora cerchiamo la slitta, che brandisce un cartello con scritto FRINCHETTINI, saro io? Sarà un chiaro riferimento a FRACCHIETTINI ovvero tutta la Germania già sa che sono precipitata dalla scale? Intanto la mia gamba gonfia, gonfia, gonfia e diventa viola, viola, viola, direi che per comodità potremmo chiamarla confidenzialmente Il Cotechino. Insomma per farla breve, vi propongo un veloce quiz: quanto tempo lascio passare prima di farmi vedere da un medico?

A) mezz’ora, giunta a Monaco mi faccio portare all’October Fest e ingesso Il Cotechino con le assi delle botti di birra
B) 4 giorni, rientro a Parigi e mi faccio un’imbottitura firmata Chanel retta da un foulard Hermes
C) 10 giorni, ma dopo aver aspettato il taxi 34 minuti perché pas de taxi dans votre quartier, rappeller dans 15 minutes.. (per ben 3 volte) cioé, io ho una gamba che sembro Luciana Turina e mi tocca prendere la bicicletta per andare al pronto soccorso?????

Bene, esatto risposta C) 100 Punti +5 che do io in testa alla centralista del servizio taxi. Inutile dirvi che mia mamma, che ormai voi conoscete bene, dall’Italia lancia anatemi e al telefono dichiara: se vai al pronto soccorso in Italia dopo 10 giorni che ti sei fatta male, ti pigliano a calci (meritati, ci dovevi andare prima screanzata) e li di sicuro ti arresteranno come clandestina, ci vai in gommone dalla Senna?
Ma io ho fiducia nel sistema e quindi mi presento con l’ammasso violaceo al Centre Pompidou (per un attimo ho temuto che volessero mandarmi al museo di arte moderna per esporre il pezzo prima dell’amputazione, invece era un evidente caso di omonimia) e con: LA TESSERINA SANITARIA EUROPEA! Che carina eh? Che tenerezza. Penso fosse la prima volta che la tiravo fuori dal portafoglio in 38 anni.
Vi risparmio la scena penosa della spiegazione in francese dell’accaduto brandendo la tessera sanitaria, la carta di identità e il badge dell’azienda (ovviamente provvisorio) per darmi un tono, all’infermiera all’ingresso che mi guarda con evidente disappunto e sento che vuole chiamare la neuro. Insomma vengo messa su una barella in attesa, con una vecchina scivolata sul marciapiede e un tossico abbandonato su una sedia. Incontro dopo soli 40 minuti un medico che comincia a fare ipotesi tragiche sulla diagnosi: subito radiografia, poi doppler, esami del sangue, tac, tic, cips & lips e nel caso si tratti di %£µ@X§&µµ non si potrà alzare dalla barella per 30 giorni. Si certo, mettetemi magari nel polmone d’acciaio, datemi 40 punti e già che ci siamo un trapianto di cervello: ciccio, ti ricordo che cammino da almeno 10 giorni quindi cosi grave non puo essere, la finisci di fare il Dottor House, qui naturalmente il Dottor Maison e mi dici se mi partirà un embolo perché mi sono rotta l’orta (ah no quello é il lago vicino a casa mia) come si chiama quella arteria miseria? Dopo un paio di ore di attesa in corridoio, sdraiata in barella con compagni di sventura di età compresa tra i 76 e gli 84 anni più il tossico, giunge l’esito.
Insomma alla fine ho “solo” un ematoma di dimensioni ciclopiche che ci metterà all’incirca 4 mesi ad andarsene lasciandomi una gamba e il rispettivo piede di tonalità cangianti tra il verde bottiglia, il viola melanzana e il giallo zafferano (colore molto moda questa stagione, chiaramente sempre cool anche nella tragedia), con una pence sullo stinco. Conservero per settimane e con estrema cura l’ematoma persino sul tallone (no dico, si é mai visto un ematoma sul tallone per una botta allo stinco?), a seguito di fasciatura rinforzata da portare per 15 giorni giorno e notte che mi regala l’incedere elegante di Gambadilegno. In fondo, cominciando come Arabella come potevo finire?

2 commenti:

  1. ...Ma non era CLArabella?

    Si, tesoro, sono io, il Pigirompiballe...

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  2. Amiiiiico!! Avevo un dubbio legato al fatto di avere una collega con quel nome, nota per avere sempre il cerchietto in tinta con le ballerine dalle quali fuoriusciva il fantasmino. Quindi é la collega che si chiama cosi non il personaggio dei fumetti!! eheheh!!

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