martedì 17 febbraio 2009

Brevi attimi di sport

Affetta da cronica incapacità di stare a dieta, un giorno ho deciso di ridurre il livello di senso di colpa generato dall’atto nutritivo grazie all’attività fisica ed é cosi che io e la corsa siamo diventati buoni amici (insomma conoscenti educati). Quando ho cominciato, abitavo ancora a Milano e la prima volta, dopo 4 minuti e 41 secondi, avevo praticamente fatto in tempo a svoltare l’angolo del quartiere, ho dovuto telefonare alla mia amica Simona chiedendole di venire a prendermi con un’autolettiga perché me ne stavo accasciata sullo zerbino del palazzo di fronte. La seconda volta ho tirato 10 minuti e ho passato la notte sulla panchina dei giardinetti di Largo Marinai d’Italia, perché non ero in grado di tornare indietro. La terza, dopo 15 minuti mi vedeva agonizzante sul tappeto di casa mia (per la prima volta ero stata in grado di rientrare da sola, mai sottovalutare microscopici miglioramenti) intenta a fissare il soffitto sul quale sono apparse nell’ordine la Madonna di Lourdes con le scarpe da tennis che mi diceva ‘Impossible is nothing”, San Tommaso che si misurava la circonferenza del quadricipite gridandomi: “Provare per credere” e Dustin Hoffman che mi puntava una pistola in faccia come nella locandina de Il Maratoneta sussurandomi minacciosamente: “Muovi le chiappe cicciona”.
Ma come dice la Ventura “Mollare mai, resistere sempre”, quindi dopo una serie di uscite riesco a stabilizzarmi su una dignitosissima media di un’ora di jogging guadagnandomi solo un paio di bolle per piede e il cardiofrequenzimetro del babbo, strumento che serve solo a farti sentire fighissima quando rantoli in giro e dai un occhio con l’aria di quella che sa cosa sta leggendo, mentre in realtà confondi le calorie consumate con il battito cardiaco, l’ora con la distanza percorsa e il tuo peso medio con l’età di tua nonna.
La parte divertente dell’attività pero, dal mio punto di vista, é quella musicale. Ebbene si, perché io, se ho l’MP3 scarico, non mi alzo neanche dal letto la domenica mattina, non tolgo neanche il pigiama (scusate credo che nell’immaginario collettivo ci sia la convinzione che chi vive da solo dorma esclusivamente con biancheria sexy in pura seta e pizzo, non vorrei sfatare il mito, quindi rifaccio), se ho l’MP3 scarico non tolgo neanche la mia sottovesta grigia firmata La Pirla.
Infatto ho creato una serie di playing lists specifiche, con nomi evocativi prendendo spunto anche dal cinema: Born to run, Born natural runner, Pretty Running Woman, Sunday Running Sunday, Blade Runner (e qui già dovreste capire che ci sarebbe bisogno di uno bravo, ma dopo ne avrete la certezza). In effetti la musica ti aiuta, ti da la carica, tant’é vero che é stata proibita alla Maratona di New York, unica ragione per la quale non potro partecipare mai, certo unica J.
Dicevo, che il fatto é che, a volte, seleziono un po di musiche che mi sembra possano andare, a casaccio e poi me ne scordo. Scoprendo solo nel momento del bisogno, che cosa diavolo ho selezionato.
Bene, ecco, l’altra sera, qui a Parigi, prendo il mio vecchio MP3 e mi getto nel kilometro lanciato e ci terrei a descrivervi i momenti correlati da colonna sonora. Si comincia da Boulevard Haussmann con un banalissimo Lay all your love on me, direttamente da Mamma mia, classico cool del momento, mi sento molto Maryl Streep, un po figlia dei fiori e cosi trascorrono i primi 5 minuti, che sono i più duri. Poi una serie di canzoni speedy, serie “film da ballo selvaggio” che danno molto la carica e ti fanno sentire una delle ragazzette di Maria de Filippi pronta per un provino, tipo Irene Cara, What a feeling o Fame (vi pare che potesse mancare?) o Live your dreams da Save de last dance. A questo punto sono passati 20 minuti e siamo giunti in Place Charles de Gaulle Etoile, se sopravvivo all’attraversamento dell’incrocio e fatta.
E’ qui che per la prima volta ho seri dubbi sulla mia apparenza da Maratoneta, perché immancabilmente c’é qualcuno che mi chiede delle informazioni stradali. Ma miseria ma mi vedete come sto messa? Ma la notate la tenuta da competizione? Questo qui non é mica un orologio qualunque sai? É un CARDIOFREQUENZIMETRO! E mi dice chiaramente che quando torno a casa posso sbranare un piatto di spaghetti senza il minimo rimorso. Mi dice che peso 1h e mezza, che ho corso per 375 calorie e che domani devo ritirare i pantaloni in lavanderia. Lo vedi questo corpicino, si corpicino, beh qualcosa da dire? Questo corpicino é pronto per la Parigi Dakar sulle ginocchia! Ma mi vedi che ho l’antica Grecia tatuata sui muscoli delle gambe? Ma non ti sembro Filippide? Filippida? Filippa? Evidentemente no, nonna Pina, questa graziosa signora ultrasettantenne non comprende il dramma, non comprende la continuità dell’allenamento, anche perché, in fin dei conti, siamo bloccate entrambe dal rosso degli Champs Elisées quindi nell’attesa, mentre nell’orecchio mi urla It’s a maniac (Flashdance) pietra miliare della movimentazione della chiappa, le spiego dove é il panettiere.
Insomma riprendo la corsa, a ritmo sostenuto e ovviamente non puo mancare Far from over (Saturday night fever) che mi vede scattante come una gazzella obesa, giù per la rue Kleber e ci metto pure un salto, proprio là, in quel pezzo dove lui sta sul piedistallo alla fine dell’assolo, il piedistallo sale e lei lo guarda senza sapere che diavolo fare e lui SALTA MALEDIZIONE SALTA! Cosi, per stare in tema scavalco un tombino e mi sento John Travolta di bbbrutto. Ma il top si raggiunge al Trocadero, quando tutt’a un tratto cosa mi parte? Eyes of the Tiger! Ma che tempismo e mentre mi molleggio giù dalle scale godendomi la torre, mi sento Rocky Balboa, “non fa male, non fa male” (e il cigolio delle mie rotule raggiunge i visitatori della torre su all’ultimo piano).
A questo punto sono a bordo Senna e NOOOOOO: IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO.... Non dite niente, lo so, sono incredula pure io. Ma come ho potuto mettere sta musica? Pero, pensandoci bene, non é male! Ora tiro fuori la colt e sfido a duello il ciclista sul marciapiede. Datemi il poncho che ho visto Lee Van Cleef dietro a una quercia. Insomma lascio perdere perché ormai sono passati 40 minuti e ho la maglia appiccicata addosso, la coda di cavallo (in testa) fuori controllo e il solito colore paonazzo sulle guance che da l’idea che stia per svenire da un momento all’altro (che é vero)..... e qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure e cancella il tuo nome dalla mia facciata....ma cosa diavolo ci fa De Gregori nella cartella Running? Ma cosa avevo mangiato a cena quando l’ho fatta? Peperonata? Trippa? O meglio cosa ho bevuto? .... e ora le tue labbra puoi spedirle ad un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà di chi altro ancora.... Per fortuna manca poco per arrivare a casa, il Grand Palais, gli Champs parte bassa, Place de la Concorde, fuga tra l’Ambasciata Americana e l’hotel de Crillon, passando davanti al Buddah Bar, dove le guardie regolarmente mi fischiano. No, non avete capito, non é che mi fischiano perché fanno i tacchini, mi fischiano perché scendo dal marciapiede per non investire i passanti ed é proibito per ragioni di sicurezza! Insomma, come disse un mio amico “Scusa Nadia, tu che sei abituata a fare figure di m.. potresti cortesemente?”. Insomma é quasi finita. Sono alla Madeleine, solo che prima ci piazzo: Lorella Cuccarini, con La notte vola, Pupo con Su di noi e udite udite per chiudere in bellezza Ricchi e Poveri con Sarà perché ti amo. Qui pero una giustificazione ce l’ho: é inconscia nostalgia di casa. Giuro mai sentito Pupo in Italia, pero quando sei lontano ti piace pure Toto Cutugno, mangeresti solo pizza e vorresti iscriverti ad un corso di mandolino. Insomma arrivo a casa stravolta, faccia bluastra, frangia appiccicata alla fronte, evidenti isole di sudore tatuate sulla felpa. Mi tuffo a testa in vasca da bagno e comincio a sognarmi con la fiamma olimpica in mano... ma prima magari, un bel piatto di pastasciutta!

9 commenti:

  1. primo! guarda che a NY la musica è tutta intorno a te, come negli spot della Vodafone di qualche anno fa. Ci sono decine di gruppi musicali che suonano live a bordo strada. Ergo, non hai scuse.

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  2. secondo! costante della mia vita

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  3. Terza: va bene dai prometto che penso a Ny! Ma OCO chi sei? La tua costante é la corsa? :-) Insomma chi mi allena e chi viene con me? Intanto mi organizzo per la Parigi Versailles, un po tipo Lady Oscar!

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  4. Dalle nostre parti si organizza annualmente il Gran Prix del gorgonzola, oltre ad essere una gara interessante dal punto di vista agonistico, non si disprezza a fine corsa i buoni sapori dell'ottimo vino locale e del gorgonzola spalmato su una fetta di pane.

    OttimismoContemporaneoObbligatorio

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  5. Dunque il Gran Prix si tiene a Gattico! Centauro sei tu vero? ;-)

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  6. ....personalmente alla lista delle canzoni inserirei anche "maledetta primavera" di oretta goggi.
    da la carica, davvero!!

    marco dema

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  8. Running woman! Oltre che "atleta" direi super eroina per via che tale attività viene intesa come eroica impresa. (e pure rima fa!)
    Un racconto che ho letto "camminando" cioè piano piano e non di "corsa", mi è piaciuto tantissimo tant'è che l'ho trovato divertentissimo, ironico ed autoironico.
    Una sudata corsa, poi di "corsa" a lavarsi e a mangiare "carboidratico" ed infine di corsa... a scrivere.
    Comunque le prime corse sono sempre quelle più estenuanti, confermo. Nel mio caso ritornavo a casa in macchina e nel mio palazzo e anzichè le scale utilizzavo il benedetto ascensore.
    Sono amante della corsa ma anche del buon cibo. Eh già!
    È da anni che però non faccio maratone. Che dovrei fare? Forse trasferirmi a Milano o Parigi per riavere lo stimolo o lo sprono! :D
    Correre... umh, se vogliamo c'è pure quel lato nascosto di tipo filosofico intenso come quell'andare avanti cioè quella fuga quotidiana che a volte è meditazione e altre volte non è nient’altro che l’immagine di un passo dietro l’altro. Penso che il movimento fisico in generale sia un ottimo alleato per sconfiggere i cattivi pensieri e le giornate difficili.
    Tra l'altro il "comparto musicale" inserito nel testo che prende realmente spunto da come si affronta il running è un qualcosa che ci passano tutti i corridori, anzi, "corrono" tutti, del resto la musica sgancia energia incredibile, ti aiuta, ecco.
    La scelta dei brani può sembrare inusuale, infatti ho sorriso per cosa l'autrice ne ricava però bisogna ammettere che come disse Sciascia "A ciascuno il suo", brano intendo. C'è chi adocchia le canzoni dei cartoon (Gigi, la trottolaaaaa - Dolce Candy, apri il tuo cuore...) oppure della musica medievale che fa sentire i runners una sorta di guerrieri.
    Quindi va bene "Il Buono, il Brutto e il Cattivo", "Sarà perchè ti amo" e qualsivoglia.
    Nel complesso una lettura comunque leggera e gradevole, non offre mai il fianco alle sfiancante , anzi spesso è proprio la leggerezza della sua autoironia che ci conduce velocemente alla lettura dei circa cinque minuti di lettura che scorrono, pardon, "corrono" in fretta.
    Rimane da leggere "La Palestra secondo me", ci cui già da adesso ne prevedo osservazioni ed elementi intrisi di ilarità e humour.

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