sabato 17 ottobre 2009

Cenerentola

Nella vita non si possono fare solo cose divertenti o culturali o sportive. Talvolta è necessario svolgere delle attività un po’ meno interessanti o formative ma imprevedibilmente rilassanti come le pulizie di casa. Qui a Parigi è una cosa di cui mi occupo personalmente, da un lato perché non saprei bene a chi lasciare le chiavi e dall’altro perché la mia dimora ha la dimensione e la foggia di un specchietto da borsetta, quindi assolutamente affrontabile. Ritengo si tratti inoltre di un’attività alternativa di meditazione zen che si esplicita pulendo i vetri, “togli la cera, metti la cera, togli la cera, metti la cera” , tratto da Karate Kid, ndr, come sempre cito fonti autorevoli e riconosciute dalle comunità scientifico-letterarie-cinematografiche o di allontanamento dei momenti di stress grazie alla manipolazione dell’aspirapolvere brandito come una spada o meglio ancora come un microfono stile Mrs. Doubtfire o ancora di gestione della leadership al femminile domando la lavatrice. Scendiamo un pochino nel dettaglio.
Ognuno di noi ha i propri credo religiosi e morali sia nella conduzione della vita privata sia nella gestione della polvere o del detersivo. Uno dei miei è che non voglio lavare niente a mano, un dogma praticamente. E fin qui nessun problema, dubito che ci siano schiere di donne che amino mettersi in ginocchio sulla riva di un fiume o sul bordo della vasca da bagno per strofinare un lenzuolo ammaliate dal profumo del Dash. Esistono anche moderni strumenti tecnologici, tipo la lavatrice, che dotati di centinaia di programmi adattano il loro funzionamento alle tue esigenze, solo che non sono sempre facilmente interpretabili, mi sembra di parlare come Piero Angela, da dove mi nasce questa passione assolutamente ingiustificata per l’elettrodomestico? Bianco sporco cotone, inteso come beige o inteso come asciugamano macchiato? Colorato sintetico, ma tutto dello stesso colore oppure posso mescolare senza pietà? E il misto dove lo metto? Ma parliamo di fritto misto? Buonissimo! Eccola li, quando si parla di cibo come si rianima. Ma il rosa chiaro è bianco o colore? E la biancheria intima nei delicati anche se il reggiseno è quello sportivo? Ma non è coerente con la sua missione! Lana, tende, seta, rosso sangue, verde rana, giallo banana. Ma che confusione. Aggiungo anche che vivendo da sola mi serve un anno per riempire una lavatrice per tipologia di bucato e questo significa che tempo un mese non ho più niente da mettermi perché sta tutto nel cestone della biancheria sporca. Essendo io nota finance, decido per un approccio pragmatico e semplicistico, nessun file excel, semplice divisione per due: bianco e altro, senza distinzione di tessuto, forma, filatura, razza, estrazione sociale, prezzo, colore o religione. Temperatura standard 40° C, centrifuga a manetta, ma quella di frutta o quella di verdure stile ACE? Smacchia a fondo senza strap, con la carota e con il porro.
Altro dogma: amo il rischio. Certo bisogna però prestare un minimo di attenzione nella segregazione del bianco da tutto il resto. Quindi l’altra sera, colta da un momento di entusiasmo e motivazione parto con il carico “candore resistente” ergo a 60° C e cosa aggiungo alla fine orgogliosa come se avessi appena messo una ciliegina sulla torta? O comprato una borsa di Chanel a cinquanta euro? Un camicia di seta tricolore marrone, arancio fuoco e panna. MA SI PUO’ SAPERE COME DIAVOLO MI E’ SALTATO IN MENTE DI METTERE UNA CAMICIA ARANCIONE NEL BUCATO BIANCO? E SOPRATTUTTO NON DIRE CHE NON TE NE SEI ACCORTA PERCHE’ LO HAI FATTO APPOSTA E HAI ANCHE OSSERVATO LA SUA SPARIZIONE NELL’OBLO’ CON ORGOGLIO E SODDISFAZIONE.
Mi duole ammetterlo ma è cosi. Penso si sia trattato di un momento di trasgressione, di un afflato rivoluzionario, di una ricerca di libertà arcobaleno. Direi piuttosto di una pirlata colossale. Risultato? Un bucato Hare Krisna, miseria ladra. Tutto quello che ha accompagnato la camicia si è tinto di melone, chiaramente non omogeneamente, neanche a dirlo, ma a macchie sporadiche, tipo patologia infettiva, tutto tranne la camicia indiana da un euro e cinquanta, ci avrei potuto scommettere. Completo intimo bianco in microfibra acquistato due settimane fa, la maledizione del primo reggiseno, di solito diventano grigi al terzo lavaggio, stavolta abbiamo almeno cambiato la tonalità, camicia bianca con gemelli che adoro, asciugamano, canotta e pancera...ci avete creduto per un attimo eh? Era solo un paio di calzini, infami. Potrei prendere tutto e buttare nel pattume. Ma tento con il piano B: la candeggina, che in Francia, si chiama Eau de Javel e che ci ho messo circa un anno e mezzo a capire come trovarla grazie ad un rabdomante specializzato e aprendo tutte le bottiglie al supermercato per annusare il contenuto come un formichiere.
Riempio due catini, aggiungo la fatale sostanza e lascio passare la notte in attesa del miracolo. Ho scelto la candeggina profumo aria di montagna e il mattino seguente la mia camera, che sta attaccata al bagno profuma di mentuccia e stelle alpine, sono ottimista fino a che non vedo il risultato: tutto esattamente come prima. Maledizione, stramaledizione fetente color agrume e non si può stare nel locale a causa dell’odore che perfora le narici. Sciacquo tutto, stendo e mi dirigo in ufficio, non mi rassegno, devo trovare un piano C. Intanto ho le mani che puzzano cosi tanto che sembra stia entrando in ufficio Cenerentola gusto Eucalyptus. Ostento un’aria indifferente, apro la finestra e mi spalmo il disinfettante anti influenza cercando di mascherare l’aroma. A pranzo usciro’ a comprare la tinta per tessuti e trasformero’ tutto in azzurro jeans. L’importante è non arrendersi mai. Infatti appena arrivata a casa, seguo le istruzioni, metto le vaschette colorate nella lavatrice, aggiungo mezzo chilo di sale grosso che mi è costato quattro euro perchè è un sale speciale... si speciale per le gine come me che lo comprano perchè hanno distrutto un bucato. Comunque inserisco le cose rovinate e faccio partire il programma. Dopo un’ora estraggo la mia camicia melone convertita in una camicia color azzurro jeans ma tempestata di macchie blu. E tutti gli altri capi hanno le stesse sembianze: puffi con il morbillo. Ma porca di quella miseriaccia infame! Non mi arrendo. Ridiscendo al supermercato, compro doppia dose di colorante nero e mezzo chilo di sale da cucina, chi la dura la vince cosi dice il proverbio? Ecco sorvolo sul fatto che alla fine di tutti i trattamenti la camicia sarà costata più di un capo d’alta moda firmato Jil Sander. Rimetto le vaschette in lavatrice, aggiungo il sale, un
pizzico di pepe, scorze di limone gratuggiate, una spolverata di grana, besciamella e... ops mi sono persa via un attimo, insomma butto la roba dentro e riattacco il programma. Passa di nuovo un’ora, un modo interessante di passare un pomeriggio non trovate? Dovrei scrivere ad una rubrica sul tempo libero, e quando riapro lo sportello: miracolo. Le cose sono diventate tutte nerissime, beh certo di che colore dovevano diventare? Rosso ciliegia con un colorante nero? Talvolta mi sorprendo del mio acume, della mia intuitività quasi scientifica. Ma che belle che sono! Persino la camicia da notte rosa che avevo battezzato con un pennarello rosso e diventata nera con gli elasticini beige, fa molto Armani. La tshirt bianca maculata è diventata nera con le cuciture bianche e potrebbe tranquillamente essere un capo Dolce e Gabbana mentre la famosa camicia con le pieghine sul petto è splendidamente nera, anche lei con le cuciture bianche, ma fa molto chic, stile Pirati dei Caraibi, bellissima, sono molto orgogliosa di me, devo solo mettermi una benda sull’occhio, trovare una spada, indossare i miei stivali a punta e trovare un vascello, poi sono pronta per recarmi in ufficio. Dovete tingere qualcosa? Passate di qua, che al terzo tentativo becchiamo anche il colore giusto. Comunque visto che sbagliando si impara direi che l’insegnamento di questo episodio è quello di usare sempre e solo colori molto scuri per colorare. Come? Non ho capito, c’è qualcosa di più importante? Ah, che magari è meglio non mettere le camicie arancioni nei bucati bianchi, si scusate, questo punto lo davo già per acquisito. Non da me di certo, ma ho fiducia in voi uomini e donnine di casa. Regine e reginetti del focolare, principi dell’elettrodomestico.
Un altro mio dogma sono i vetri. Lavarli una volta a stagione, dove per stagione intendo Autunno/Inverno e Primavera/Estate, come nella collezioni di alta moda, decisamente cool. Mia madre lo sa e per questa ragione ha ridotto l’affetto che nutre nei miei confronti, mi disconosce quando dichiaro questa cosa, so che in questo momento sta chiamando il mio comune di nascita per farsi togliere la maternità. In fondo, siate onesti, a Parigi, dove piove ogni giorno e dove non ho uno straccio di persiana, quanto dura il mio brillantissimo vetro? Massimo mezza giornata, quindi è uno spreco di energie, ci sono cose più utili da fare: una torta di carote per restare in tinta con il bucato, leggere il volantino dei saldi delle Galerie, pettinare le bambole! Si pulisce seguendo la pianificazione suddetta o nel caso di visite straordinarie, quando viene mia mamma appunto, direi più che sufficiente. E poi ci sono sempre le tende, basta tirarle in caso di emergenza e millantare una rara malattia della pelle a causa della quale non potete restare a contatto della luce. Strategica professionista della menzogna e della dissimulazione.
Passiamo allo stirare. Questa è un’attività che mi diverte moltissimo, basta svolgerla guardando la televisione e fare in modo che non si accumulino più di due lavatrici alla volta, altrimenti il carico diventa ingestibile e poi con due, arrivi giusta giusta a vederti un film in dvd. Piccolo accorgimento, se nel film l’attore principale è Brad Pitt, prestate un po’ di attenzione a dove fate scorrere il ferro, se riuscite a tenerlo lontano dal corpo, mentre sbavate davanti al video, con gli occhi a cuore è meglio. Una mia amica, una che conosco abbastanza bene, che vive a Parigi, che corre la dieci chilometri, si è impressa una riga di fuoco sulla pancia mentre stirava in costume a luglio. Non mi ricordo bene come si chiami, magari non la conoscete neanche....

4 commenti:

  1. Nadia come dire....mi sono totalmente immedesimata.....non te l'ho mai detto che ho contribuito, al di sopra del lecito, ad arricchire Mr. coloreria???!!!Beh, siamo amicissimi, eravamo un tutt'uno!!!...dico eravamo perchè nell'ultimo periodo ci siamo staccati un po', perchè???...un lampo di genio mi ha trafitta, dopo 2 anni (ah approposito la candeggina.....uhnnnn....alla fine arresa ho annusato anch'io tutti i barattoli rischiando di essere additata per tutta la vita come la sniffatrice maledetta di Vittel.....ma ho scoperto Javel!!;-)),il momento di illuminazione è arrivato quando, dopo un deciso miglioramento del francese ed una capacità incredibile di interpretazione delle immagini, ho scoperto ed investito su IDEAL L'expert couleur (Lingettes Double Action:Capte les couleurs e Diffuse un anti-transfert)!!!!Ah no???!!!!Beh la mia vita è migliorata al punto che butto indistintamente tutti i colori possibili e immaginabili insieme senza incrocio di dita!!!!!!!!!....mi sento tutt'ora un genietto del bucato.....PERFETTO!!!;-))
    Baci
    Paola

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  2. Il mio francese è nullo ma credo di aver capito...l'acchiappacolori!!! In effetti è una gran soluzione, anche se quello italiano secondo me funziona all'80%. Io mi lancio alla grande (tranne che con il rosso) e mi piace caricare la lavatrice quando c'è mia madre. Da casalinga perfetta inorridisce con le mani nei capelli quando vede le camicie bianche o azzurre di Massimilano con i vestiti rosa e fucsia delle bimbe...il tutto a 60°. Fino ad oggi non mi è mai successo niente ;)

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  3. Nadine, il bucato Hare Krisna e' riuscito ancora una volta a regalarmi una risata da lacrime agli occhi... GRAZIE!!!!
    Chiarigna

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  4. RAgazze, non so se ridete con me o di me! Comunque va bene lo stesso! l'importante è non sertirsi sole di fronte ad un bucato che pare il risultato di un esperimento scientifico! Vi abbraccio tutte! E come mai nessun ometto fa un commento sul bucato? Siamo ancora lontane dalla parità con la lavatrice!

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