giovedì 2 aprile 2009

Six and the City all’Ile Maurice – Parte 1

Guadalupa. Dopo giorni e giorni di discussioni, esplorazioni via internet, racconti dei parenti serpenti, sguardi fugaci alla Colo’ su Youtube, optiamo per la Guadalupa. Prenotazione confermata, possiamo procedere all’acquisto delle creme solari che abbiamo tenuto in stand by per scientifiche ragioni scaramantiche.
Quando ad un tratto, in fondo al corridoio, con piglio sicuro e volto sorridente, lo vedo avvicinarsi a grandi passi alla mia scrivania e bastano poche parole per riconoscerlo, é lui, proprio lui: lo iettatore.
Ciao, come stai? Mi fa. Bene grazie ho appena prenotato le mia vacanza in Guadalupa, parto fra 2 mesi. E la sua risposta lo identifica nel suo ruolo di malefico porta iella, invidioso, fetente, misero e pure tapino.
Ah. Beh si, splendida destinazione. Se non fosse per lo sciopero. Ma si, comunque non preoccuparti... e qui mi sento che me la sta gettando la mala sorte, la chiama a gran voce il verme. Cerco ferro, guardo il vicino e spero che si tocchi, cerco un cornetto su internet (Algida? Certo che un gelatino ci starebbe proprio bene), incrocio le dita dei piedi e delle orecchie ma la gufata arriva inesorabile: vuoi che lo sciopero non sia finito fra 2 mesi?
NOOOOOOOOOOOO! Questa dichiarazione mi annienta. Quindi gli offro una caramella anno 1994, Gran Riserva, che tengo per le occasioni speciali tipo questa e me ne libero, sperando che passi le prossime ore in meditazione sull’asse in preda alla maledizione di Toutankhamon. Pero riflettendoci, storicamente quanti scioperi sono durati 2 mesi? Quindi mi metto tranquilla e comincio a sognare di spiagge assolate, di palme mosse dal vento e di braccioli della Sirenetta che ci permetteranno di fluttuare nel mare blu. Intanto le settimane passano e seguo con trepidazione gli eventi isolani. Siamo alla settimana 3 di sciopero, beh certo tengono duro, pero é giusto combattere per i propri ideali, bravi, cosi si fa. Settimana 4, barricate per strada, muri di auto incendiate, tutte le attività lavorative sospese, scuole, supermercati, villaggi vacanze chiusi, si ecco, pero magari se vogliamo almeno pensare all’istruzione, se no i ragazzi mi perdono l’anno e vengono su ingnoranti come capre, non importa se state perdendo l’alta stagione vacanziera, e la vostra economia si basa su quello, l’importante é resistere, bravi, bravi. Settimana 5: un morto. Un sindacalista colpito da una pallottola vagante, numerosi feriti tra i poliziotti, vetrine dei negozi distrutte. Ok ora pero’ esagerate un pochino, ma possibile che si debba arrivare a sto punto, non che non mi tocchi la crisi economica pero’ miseria, ma dovete proprio far sciopero dove io dovrei fare le mie vacanze? SI. Settimana 6, il rappresentante dei sindacati minaccia di morte il rappresentante degli imprenditori. Alla radio e alla tele non si parla di altro mentre in Italia, la notizia appare come due sparute righe a pagina 56 del Corriere, nella posta del cuore. Tant’é vero che delle six, le four che vivono in Italia, non si capacitano della preoccupazione mia e di Daniela e pensano che siamo in preda ad un delirio tremens. Alla settimana 7 di sciopero generale, scatta l’annullamento della vacanza. Ora basta scioperanti del menga, ci avete rotto, non ci veniamo più, avrete tutte le vostre ragioni ma non é che possiamo essere in balia di uno sciopero per la ventiquattresima volta in questa nazione!
Parte cosi’ la ricerca di una nuova meta. Ora, vi pongo un quesito: come si fa a trovare una nuova meta che deve rispondere a criteri ben precisi che vi elenco di seguito?
1) Temperatura media tra i 27 e 30 gradi, sole caldo ma non cocente ogni giorno, possibilmente un filo di vento, ma non troppo
2) Meta mai visitata da nessuna delle girls, neanche nelle vite precedenti quando eravamo gabbiani o scimmie o pantegane
3) un po’ mare un po' cose da vedere un po' cultura un paio di negozi
4) a meno di 12 ore di volo
5) economica
6) lussuosa
7) fettina di c... con i pinoli magari anche

Non male eh? Ma niente ci scoraggia ho la soluzione nel DNA, quindi butto giù un file excel, dove chiedo di inserire con ordine di priorità le varie ipotesi di destinazione e nel giro di un’ora abbiamo la risposta: Mauritius. Siamo veramente efficienti.
Mettiamo in valigia qualche crema (penso che potremmo aprire in loco un Sephora come quello degli Champs Elisées), un paio di costumi (non abbiamo mai messo lo stesso per due giorni di fila nessuna delle sei) e un paio di top (sembriamo una filiale di H&M) e misteriosamente il peso cumulato delle valige supera di gran lunga le 0,1 tons. Ma come é possibile scandisce Mirella? Non ci abbiamo messo dentro niente... ci saranno massimo 5 paia di scarpe, le babbucce di gomma per i coralli, le pinne, 6 pantaloni, 2 maglioncini perché magari sai la sera fa freddo, il phon, il kway, due spazzole, 4 vestitini, i pantaloni corti, quelle medi, quelli da corsa, un jeans e le tennis. Mi sa che é la spuma dei capelli che pesa, la prossima volta non la porto.
Finalmente si parte e praticamente voliamo sull’aereo più pazzo del mondo. Una concentrazione esagerata di bambini urlanti e non, un gruppo significativo di viaggiatori episodici (quelli che applaudono quando l’aereo atterra perché anche stavolta ci é andata bene) e delle hostess cosi antipatiche che dopo 5 minuti riprendono zia Simonetta che peserà 21 kg perché é seduta sul bracciolo del sedile mentre ci parla. Su 6 video 4 sono morti 1 si vede e 1 si sente. Cominciamo bene. 11 ore di strazio, già all’ottava ora non sai più dove mettere le gambe, decidi di dormire appollaiato sul poggiapiedi, con un ginocchio in bocca e l’altro incastrato tra i due sedili davanti, la testa appoggiata al finestrino, la fronte congelata dopo 41 minuti, bocca aperta e rivolo di saliva che scende. Che bella immagine. Insomma arriviamo a destinazione provate ma felici perché l’isola é davvero un paradiso. Abbiamo 2 appartamentini e ognuna la sua stanzetta: meraviglia!
Ogni giorno prendiamo un taxi per visitare una nuova spiaggia e facciamo subito amicizia con due personaggi memorabili: taxi Centrino e taxi Precisino. Il primo ci recupera al mattino, ha una macchina del 1943 tipo Simca, con la passamaneria plastificata sotto i finestrini, il tocco di classe é che solo il pezzo del conducente ha una fantasia diversa, un paio di plaid di cotone, diversi santini attaccati allo specchietto, che ci spiega sono per allietare i trasportati! Saliamo in 6 più lui, ancora oggi sono convinta che siamo magrissime visto che siamo riuscite ad entrare. Taxi Precisino invece ha una specie di Espace chicchissimo, sedili in pelle, aria condizionata, quando arriviamo alle 6 dalla spiaggia un po’ unte e un po’ insabbiate ci guarda disgustato e temiamo sempre che cambi idea e non ci faccia salire, dopo averci depositato in hotel passa 20 minuti circa a spolverare la sua creatura! Una sera ci é venuto a prendere, agghindate per la cena, non ci ha riconosciute, troppo pulite e ordinate, quindi chi ha chiesto dove stavano le randagie che portava al mattino.
Spenderei due parole anche relativamente all’argomento foto. Giusto per chiarire qualche numero:
5 macchine fotografiche digitali
1002 foto generate
456 foto censurate (non pensate male, anzi bene, in realtà sono state inviate a l’Oreal per la campagna anticellulite, al forum internazionale dell’obesità, all’Associazione GG Ginocchia Giganti, al Centro Mondiale per lo studio del doppio mento)
247 foto a gruppi di 5 identiche (questo perché il gioco consiste nel fermare una vittima dopo un’attenta analisi, gli si chiede una foto e immediatamente accertata la disponibilità, gli si rifilano le altre 4 macchine, per ottenere come risultato 5 foto fotocopie)
25 foto di Arcobaleni ognuna di grande qualità, con dettagli futuristi:
Arcobaleno con antenna radio della macchina
Arcobaleno con lampione
Arcobaleno in movimento (quella sfuocatura che pare nebbia)
Arcobaleno ipotetico: nooooo, ma dove ho messo la macchina? Sposta l’asciugamano, dai dai veloce! Ma no miseria c’é la batteria scarica! Ecco ora c’é il sole.

- continua -


1 commento:

  1. Fantastica....però spero che nel continua ci sia anche l'afflato...perchè merita....,
    Zia Simonetta

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