
Astolfa: il cane dell’hotel, il cui nome le ha segnato la vita, ogni martedi viene accompagnata da un canologo, si sdraia su un lettino con parasole e sorseggiando un succo di mango racconta la sua vita, nel tempo libero corre forsennatamente da un lato all’altro del villaggio e addenta scarpe (in cui ci sono dentro dei piedi) e pantaloni lunghi. 12 minuti per staccarla dal jeans di Daniela e 7 per quelli di Claudia il giorno della partenza, evidente sindrome da abbandono non superata.
Una breve nota, una di noi di cui non voglio fare il nome (Alessandra) si é ostinata per tutta la vacanza a dare ordini in tedesco alla creatura, che essendo di nazionalità mauriziana la guardava incuriosita stortando la testa, mi pare di averla vista ridere, Astolfa...

Blattodea: ovvero il bieco scarafaggio, che chiaramente si manifesta sulla sedia di quella delle girls che soffre di evidente psicosi da beatle, non contenta la creatura era pure partoriente, si é quindi proceduto (proceso? processo? procetto?) allo sterminio collettivo con infanticidio attraverso abbattimento di calzatura. Alessandra é stata identificata durante l’atto criminoso dai familiari della vittima che hanno assoldato un amico per vendicarsi infatti.....
Scorpione: quello che ha punto Alessandra la notte del mercoledi (l’esecutore), l’amico del coleottero (il mandante), non era velenoso, perché lei é ancora viva. Pero’ da qualche tempo é un po’ strana. Non so se sia la coda biforcuta che le é spuntata o le 2 paia di zampe che escono dalla vita, pero’ é ingiustificatamente pungente con tutti quanti. Mah. Questo scherzetto pero’ ha permesso alle girls di acquisire una stanza piano alto vista mare! Cosa non saremmo disposte a fare per il lusso!
Giechino nascondino: aaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!! Aiutooooooooooo! Ho già capito cosa succede, il gieco che ho visto sulla parete é stato individuato anche da Claudia e Mirella, quindi indosso il mantello, estraggo dalla valigia l’alabarda spaziale e sul tappeto volante piombo nell’appartamento di fianco. Le donne non ne vogliono sapere di dormire perché l’ospite si é accomodato in bagno. Ed io, animo greenpeace (salvo con i ratti, ho capito, ho capito, potete evitare di ricordarmelo ogni volta? Una non puo’ sbagliare una volta che siete subito tutti li pronti a ricordarglielo, sgrunt) non voglio spiaccicarlo sulla parete, anche io ho un cuore. Quindi é necessario catturarlo. Mi armo di sacchetto di plastica salgo su una sedia e sfidando il rischio di cadere nella tazza o ancora peggio di gettarmelo addosso lo catturo e lo libero in giardino. Rientro in casa celebrata come un’eroina ed evito di raccontare che fuori che ne sono almeno altri 14 che aspettano solo la buona occasione per entrare a far visita!

Direi che questa tematica l’abbiamo sviscerata!

Alla fine siamo sempre a Montchoisy a decidere come tornare a casa! Quindi scatta la telefonata a John, il taxista Precisino, che come al solito accorre in nostro aiuto, arriva in velocità e ci trova ancora intente a negoziare il futuro di Mirella con Briatore e paterno ci dice: non fidatevi di lui, é un tacchino (taquin in francese). Ma va là? Non ce n’eravamo mica accorte neh, pensavamo fosse il principe azzurro giunto sulla terra in Fiat Duna per rapirci e portarci al Centenaire (con la crisi il Milliona

Insomma i giorni passano veloci e siamo giunte al momento del ritorno. Un saluto veloce ad Astolfa, l’acquisto dell’ultimo pesce caraibico in legno che abbiamo comprato uguale in Messico, due cartoline senza francobollo perché il francobollo non sta mai nello stesso negozio in cui compri le cartoline (una tristissima storia d’amore), che partiranno al massimo dal 9^ arrondissement o da Corso XXII Marzo e via verso nuove avventure! Si perché chiaramente in aereo già si discute delle prossime mete! Si riparteeeeeeeeeeee!
nadia mi fai morire dal ridere!
RispondiEliminabarbara