martedì 7 aprile 2009

Six and the City all’Ile Maurice – Parte 2

Durante questa vacanza abbiamo incontrato numerosi animali anche se non sempre secondo le previsioni e non sempre graditi:
Astolfa: il cane dell’hotel, il cui nome le ha segnato la vita, ogni martedi viene accompagnata da un canologo, si sdraia su un lettino con parasole e sorseggiando un succo di mango racconta la sua vita, nel tempo libero corre forsennatamente da un lato all’altro del villaggio e addenta scarpe (in cui ci sono dentro dei piedi) e pantaloni lunghi. 12 minuti per staccarla dal jeans di Daniela e 7 per quelli di Claudia il giorno della partenza, evidente sindrome da abbandono non superata.
Una breve nota, una di noi di cui non voglio fare il nome (Alessandra) si é ostinata per tutta la vacanza a dare ordini in tedesco alla creatura, che essendo di nazionalità mauriziana la guardava incuriosita stortando la testa, mi pare di averla vista ridere, Astolfa...
Margot: la gatta, con le movenze della fidanzata di Lupin, peso medio 8 kg, grande praticamente come il cane. Divertimento preferito dormire sugli asciugamani degli ospiti che la temono.
Blattodea: ovvero il bieco scarafaggio, che chiaramente si manifesta sulla sedia di quella delle girls che soffre di evidente psicosi da beatle, non contenta la creatura era pure partoriente, si é quindi proceduto (proceso? processo? procetto?) allo sterminio collettivo con infanticidio attraverso abbattimento di calzatura. Alessandra é stata identificata durante l’atto criminoso dai familiari della vittima che hanno assoldato un amico per vendicarsi infatti.....
Scorpione: quello che ha punto Alessandra la notte del mercoledi (l’esecutore), l’amico del coleottero (il mandante), non era velenoso, perché lei é ancora viva. Pero’ da qualche tempo é un po’ strana. Non so se sia la coda biforcuta che le é spuntata o le 2 paia di zampe che escono dalla vita, pero’ é ingiustificatamente pungente con tutti quanti. Mah. Questo scherzetto pero’ ha permesso alle girls di acquisire una stanza piano alto vista mare! Cosa non saremmo disposte a fare per il lusso!
Giechino nascondino: aaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!! Aiutooooooooooo! Ho già capito cosa succede, il gieco che ho visto sulla parete é stato individuato anche da Claudia e Mirella, quindi indosso il mantello, estraggo dalla valigia l’alabarda spaziale e sul tappeto volante piombo nell’appartamento di fianco. Le donne non ne vogliono sapere di dormire perché l’ospite si é accomodato in bagno. Ed io, animo greenpeace (salvo con i ratti, ho capito, ho capito, potete evitare di ricordarmelo ogni volta? Una non puo’ sbagliare una volta che siete subito tutti li pronti a ricordarglielo, sgrunt) non voglio spiaccicarlo sulla parete, anche io ho un cuore. Quindi é necessario catturarlo. Mi armo di sacchetto di plastica salgo su una sedia e sfidando il rischio di cadere nella tazza o ancora peggio di gettarmelo addosso lo catturo e lo libero in giardino. Rientro in casa celebrata come un’eroina ed evito di raccontare che fuori che ne sono almeno altri 14 che aspettano solo la buona occasione per entrare a far visita!
Pesce pietra: siamo partite con lo spettro di questo predatore che ci ha accompagnato per tutta la vacanza perché “lo sai che un mio amico ci ha messo il piede sopra e a momenti muore? E a momenti gli tagliano la gamba?” Il fetente comunque ha causato più danni con la sua assenza che con la sua presenza. Abbiamo trascorso 7 giorni dotate di piede palmato in gomma blu, rosa o azzurrino, il fatto é che la deliziosa babbuccia ha cancellato già al primo minuto ogni traccia di crema protettiva livello 40 dai piedi causando un’ustione collettiva degli arti inferiori, 8 piedi bruciati su 12. Ancora oggi giriamo in tailleur e infradito per minimizzare il danno.
Direi che questa tematica l’abbiamo sviscerata!

Un ultimo riferimento ai mezzi di trasporto mettendo da parte i nostri due amici taxisti di cui abbiamo già parlato. Il bus. Ci abbiamo provato a prenderlo, ma non é stato facilissimo. Alle fermate non é indicato alcun numero, sappiamo che dobbiamo prenderne 2 per arrivare a casa: uno che ci porta a Gran Bay da Mont Choisy e l’altro da Gran Bay a casa. Sappiamo anche che dobbiamo prendere la 95! Come a Milano, pero’ intanto passano due 82 e ogni volta il tipo ci apre la porta e ci dice che sarà il prossimo. Comincia cosi uno dei servizi fotografici più impegnativi che abbiamo affrontato: sedute sulla banchina mimiamo 20 versioni di X factor, che le due espatriate non vedono neanche, ma tant’é fa gruppo! Poi 8 versioni di 007, licenza di uccidere, sembriamo un depliant deformato dalla pioggia, due scatti alla Lolita e quando non ne possiamo più cominciamo con i riti woo doo: Ale accendi la sigaretta che cosi arriva il bus, che pero’ se lo fai apposta non succede niente. Ale comunque accende la sigaretta, mentre assorta, pensa a nuovi ordini in bulgaro da dare al cane quando arriva in hotel. Evocato dal fumo si materializza subito un bus, ma é un altro 82, anche questo ci garantisce che il prossimo sarà una 95! Eccolo eccolo, un altro!! Si, un altro 82 che pietosamente ci dice che la 95 ha finito il turno mezz’ora prima. Ma vadavialosgnaus vah! Intanto Mirella viene abbordata dal Briatore de noartri de Mauritius che dichiara di avere 2 discoteche nelle quali siamo chiaramente invitate in serata e una casa con 3 stanze più una piscina nella quale sarebbe ben lieto di ospitare Mirella per qualche mese, ma cosi, senza impegno, giusto per stare un po’ bene insieme, perché sai, lui é divorziato. Consideriamo che in effetti come proposta, sebbene manchi un attimo di romanticismo, é decisamente concreta rispetto a quelle italiane: l’uomo é divorziato, casamunito e offre una piscina sebbene non garantisca sul lungo periodo, ma si sa, questo é fuori contratto comunque! Per non sbagliare Mirella declina l’invito ma trattiene il biglietto da visita, non si sa mai, un colpo di testa e ci trasferiamo tutte qui.
Alla fine siamo sempre a Montchoisy a decidere come tornare a casa! Quindi scatta la telefonata a John, il taxista Precisino, che come al solito accorre in nostro aiuto, arriva in velocità e ci trova ancora intente a negoziare il futuro di Mirella con Briatore e paterno ci dice: non fidatevi di lui, é un tacchino (taquin in francese). Ma va là? Non ce n’eravamo mica accorte neh, pensavamo fosse il principe azzurro giunto sulla terra in Fiat Duna per rapirci e portarci al Centenaire (con la crisi il Millionaire ha abbassato le sue pretese)!
Insomma i giorni passano veloci e siamo giunte al momento del ritorno. Un saluto veloce ad Astolfa, l’acquisto dell’ultimo pesce caraibico in legno che abbiamo comprato uguale in Messico, due cartoline senza francobollo perché il francobollo non sta mai nello stesso negozio in cui compri le cartoline (una tristissima storia d’amore), che partiranno al massimo dal 9^ arrondissement o da Corso XXII Marzo e via verso nuove avventure! Si perché chiaramente in aereo già si discute delle prossime mete! Si riparteeeeeeeeeeee!

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