


Ecco, se state pensando che siete d’accordo, toglietevi quel sorriso compiacente dalla faccia perché lui non solo non tornerà, ma é anche contento perché gli avete risolto un problema. La scena si svolge a casa di lui (tenete a mente questo particolare perché sarà utile alla comprensione del pezzo). Lei gli comunica che se ne va perché non vuole essere in balia di un indeciso. Lui ha l’aria distrutta (in realtà sta solo pensando che non si ricorda se ha rinnovato l’abbonamento a Sky per vedere la Champions alla sera). Ad un certo punto, si perché fino a quel momento non ha espresso un solo concetto, esordisce dicendo: “Sai che odio gli addii, non posso vederti andare via”. Allora punto uno, lei se ne va perché lui non la vuole, quindi che fa ora, il solito giochetto per lasciarsi una porta aperta? Infame Buscetta. Punto numero due, questa é casa tua quindi come la mettiamo, cosi per non perdere mai un po’ di senso pratico?
Come se le avesse letto nel pensiero lui avanza una proposta: “Guarda visto che non posso vederti andare via, esco io, adesso. Tu esci dopo di me e chiuditi dietro la porta, poi io rientro.” Stop, stop, stop! No, scusa regista ma chi l’ha scritto questo copione? Kubrick? Maria de Filippi? Ah ho capito, siamo in un film di Dario Argento o dei fratelli Cohen perché niente ha il senso che dovrebbe avere. Ora é tutto chiaro, niente é chiaro: la casa é di lui, ma lei esce prima perché distrutta si leva di mezzo, siccome lui teme di soffrire giusto cinque secondi vuole evitare di correre questo rischio quindi esce prima, dalla sua casa medesima. Un genio del male, uno stratega della vigliaccheria. Lei lo guarda allibita e la guarigione é già iniziata.

