lunedì 19 gennaio 2009

POLLOCK & ROUALT, PINACOTEQUE DE PARIS

Colta da uno spontaneo nonché inopportuno spirito innovativo e dal desiderio di affrontare la modernità decido di vedere la mostra di Pollock, seguendo anche i suggerimenti di un amico che me ne dice del gran bene e tenta (invano a questo punto) di spiegarmelo prima che ci vada. Dal momento che la pinacoteca ospita anche Roualt decido per l’accoppiata. Per fortuna... Dunque, la mostra é molto ben organizzata, solo che ho capito di non essere ancora pronta per l’arte moderna. Pollock. Ho compreso tutti i suoi stati d’animo, ho compreso il suo modo di descrivere il movimento, l’atto della pittura non la pittura stessa, la tensione, la tecnica, insomma ho capito tutto, pero non mi piace!! Dicendo questo so che perdero l’amico, ma sapete, sono sincera! Le macchie sulla tela non mi hanno comunicato. Non mi hanno trasmesso quell’emozione o quella passione che altre opere sono state in grado di darmi sebbene non classiche. Poi c’é Roualt, di sicuro più facile. La prima esposizione europea tolta quella parziale di Stoccolma nel 1990, perché le opere sono state acquistate quasi tutte da un industriale milionario giapponese che lo ha paragonato a Hokusai, in quanto a capacità di tratteggiare la realtà in modo realista e che gli ha dedicato un intero museo. Non male, molti ritratti, figure di donne ma anche parecchio opere di natura religiosa. Ho trovato originale la Via Crucis, un insieme di tele che il milionario sta tentando di raccogliere per riuscire ad avere il percorso completo. Insomma nel complesso Voto 6 e mezzo.

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