lunedì 19 gennaio 2009

FIRMINO, Sam Savage

Tutti hanno parlato di questo libro ma tenendo presente la mia newsletter del mese scorso non avevo cuore di leggerlo: l’assassina di roditori che affronta la storia di un piccolo ratto lettore, mi poteva spezzare il cuore e farmi vivere il resto dei miei giorni travolta dal senso di colpa. Infatti cosi é stato, oggi continuo a chiedermi se ho ucciso un Firmino parigino, un Firmin... o peggio ancora Ratatouille. Comunque il libro é un capolavoro. Questo piccolo topo che essendo il più debole di una nidiata e non riuscendo mai ad arrivare al capezzolo della mamma comincia a nutrirsi di pagine di libri per sopravvivere, prima nel vero senso della parola e poi metaforicamente. Essendo un topo di libreria comincia a leggere tutto quello che trova e comincia a cercare di capire come gira il mondo. Bello, bello, bello. Non vi nascondo che é malinconico, un po triste, ma di una tale intensità e originalità che vale la pena di leggerlo. Ho trovato illuminante il modo di Firmino di descrivere una situazione e tutt’ad un tratto di associare la parola calzante che la descrive. Permette al lettore di soffermarsi un attimo sul significato di determinate parole che a volte scorrono via senza lasciare il segno e invece dovrebbero. E poi la sua ironica capacità di descrivere gli essere umani con le sue categoriche definizioni. Infine, come non leggere di un topo pianista, innamorato di Ginger Roger che tenta di imparare il linguaggio dei sordo muti per poter comunicare con l’uomo? Voto 9, uno dei più bei libri che ho letto recentemente.

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