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Un’amica m’invita a una festa molto fashion: i 50 anni della rivista Amica.
Si svolge a Palazzo Serbelloni. E’ uno dei più bei palazzi di Milano e l’evento
è davvero chic, come non accettare? Poi alla festa canta Benjamin Sketter,
Skepper… come diavolo si chiamerà? Ma soprattutto: chi diavolo è? Andiamo a
vedere.
Già all’ingresso capiamo che il livello è elevato: le donne sono fresche di
parrucchiere e indossano tacchi da urlo sotto ad abiti firmati e molto trendy.
Coi tacchi ci siamo, ma come ben sapete: il parrucchiere è contro la mia religione.
Free hair è il mio motto. Però indosso un rossetto rosso fuoco di Chanel (Passion
c’è scritto, vorrà dire qualcosa no?) e sono con un’amica fighissima, niente ci
può fermare.
Appena entrate ci scontriamo con Renga, che è molto molto carino ci piace,
a parte essere alto poco più di Brunetta. Riusciamo a trattenerci, non ci
gettiamo ai suoi piedi chiedendogli di firmarci un braccio o di cantarci una
canzone.

Poco lontano riconosciamo il tizio di Ma come ti vesti, Enzo Miccio, alto,
un vero divo. Ma siamo troppo lontane. Intanto cominciamo un check up dei
personaggi che ci circondano e proviamo a capire se siamo vestite in modo
adatto. Una cosa ci manca: il pelo. Non pensate male, ci passa di fianco una
donna che porta un gatto in testa. Ma come diavolo fai a portare quella cosa?
Oltre che immorale è pure brutto. Giudicate voi dalla foto rubata. E poi ci
saranno 50 gradi. Non ha caldo? Sempre in tema pelo abbiamo anche la versione MADAME
ROAR. Una bella pellicciotta di leopardo. Di sicuro molto fine e discreta, di
classe, oserei dire. Per fare questa foto ho usato la mia amica Sara che con
nonchalanche e il suo bicchiere di champagne in mano ha fatto da spalla.
Perdonate la scarsa qualità, di meglio non si poteva fare. Certo Sara si è
vergognata molto, perchè temeva venissimo spacciate per due campagnole che
immortalavano gli splendori dell’evento. In realtà siamo due agenti segreti in
missione. Essendo segreti, nessuno lo sa, appunto.
Scendiamo a fumare una sigarettina. Sara a dire il vero, io non fumo.
Mentre siamo giù osserviamo i personaggi che entrano e vediamo Carol Alt. Alta,
bella, elegante, insomma meravigliosa. Risaliamo e Sara sorride ad un giovane
cameriere che da quel momento, totalmente stregato, diventerà il nostro
spacciatore personale di champagne. E’ utilissimo avere amiche belle e
simpatiche! In quel momento si avvicina un tizio, che era sotto a fumare,
attempatello, alito di morte e ci chiede se siamo giornaliste. Chi noi? Ma
certo che no! Diciamo in tono abbastanza dispregiativo, forse con un eccesso di
superficialità, perché lui e la donna che lo accompagna ci dicono che loro lo
sono. Eccole qua le regine della gaffes, proviamo a recuperare ma è un
fallimento, quindi prima di peggiorare le cose lasciamo cadere l’argomento
professione così caro ai milanesi: ma di cosa ti occupi? Un amico un giorno mi
ha detto: “quando mi chiedono di cosa mi occupo” rispondo “ di me stesso”! Ti
stimo fratello!
Comunque il tipo, senza svelare chiaramente di cosa si occupa e che tipo di
giornalismo fa, ci dice che abita nel palazzo. Come in palazzo Serbelloni? E
chi sei mai per abitare qui? Boh. Con fare sornione poi ci dice: vi faccio una
domanda difficile. Lo vedete questo locale in cui siamo? Siamo alla balaustra
di una grande scalinata tonda. Ecco, ora provate ad indovinare, in tempi
passati, cosa poteva essere questo posto? Vi voglio aiutare, immaginatevelo
senza scala. Io guardo Sara, Sara guarda me. Ma ci sta prendendo in giro? Alzo
lo sguardo. Ci sono due nicchie. Mi rivolgo a lui. “Era la cappella privata del
palazzo”.
Mi guarda. Attonito. Gli ho rovinato il giochino. Ho indovinato subito. Gli
ho tolto ogni divertimento. Mi guarda stupefatto e mi dice: “Sei la prima
persona che capisce, come ci sei arrivata?”. Allora,
punto N. 1, ci sono delle nicchie, evidentemente ci stavano statue sacre,
punto N. 2, ci sono delle vetrate ed una cupola,
punto N. 3 ho visitato diversi palazzi sia in Italia che all’estero, più o
meno nel 98% di essi, essendo palazzi nobiliari c’era una cappella privata,
punto N. 4, pensato ma non espresso: MA CHE DIAVOLO DI GENTE FREQUENTI, SE
NON CAPISCONO CHE QUESTA è UNA CAPPELLA?
Grazie a questo colpo di scena riusciamo a scappare nell’altra sala. Il
cameriere di Sara ci insegue per non lasciarci mai senza champagne. Siamo
accecate da un nugolo di brillanti: si tratta del cellulare della Marini, tutto
tempestato di diamanti, con il quale lei si continua a fare autoscatti. E’
molto alta, magrissima, braccine da denutrita (parlo per invidia) ma un po’
cadenti. Si volta: un canotto di labbra ci lascia senza parole. Ma come fa a
portarsele in giro? Sara nota che ha anche la cellulite, no, non sulle labbra,
sulle gambe. Piccole e cattive soddisfazioni da donne. Mica può essere perfetta
no?
Dopo il momento fashion della biondona inizia a suonare Benjamin Skepper.
Ebbene indossa un fagiano. Allego foto di repertorio. Lo guardiamo e comincia
la musica più noiosa della terra. Un mix tra misticismo e musica celtica. La
gente si sta per addormentare. E noi intanto chiacchieriamo con un body guard,
che ci racconta i pettegolezzi di altre serate.

Decidiamo di fare una passeggiata per ammirare le bellezze della villa, ha
soffitti affrescati e lampadari da reggia. Merita sempre vedere uno dei palazzi
più belli della città. Così facendo arriviamo in prossimità di un set
fotografico e la cosa ci pare interessante. C’è un elegante signore che si sta
facendo fare una foto. Ci proponiamo di farlo ridere, e lui ci risponde
“modestamente” che è un professore abbastanza conosciuto e quindi non ha
bisogno di ulteriore notorietà. Simpatico come la sabbia nel letto. Non abbiamo
la più pallida idea di chi sia: potrà mai essere più importante di Renga? Segue
sul set un’elegantissima signora, che scuote i capelli che se fosse Kim
Basinger dietro alla tapparella, peccato abbia 70 anni. A quel punto decidiamo
di farci immortalare pure noi, che intanto ci siamo fatte amico il fotografo.
Ci fa qualche scatto e poi ci informa di essere il fotografo ufficiale delle
sfilate di Armani, Dolce e Gabbana, Loropiana e Supergulp. Si sarà reso conto
che sta fotografando due Gine vestite da Zara? Però siamo simpatiche e mentre
continuiamo la conversazione ci raggiunge il gran visir di tutti body guards:
il responsabile del servizio d’ordine. Niente male tra l’altro! Ci dice di
essere il proprietario di uno dei locali più cool di Milano, e questo ce lo
rende ancora più affascinante e poi di fare anche il falegname nel tempo
libero, ha un’esposizione di mobili fatti a mano. Ma quando dorme? Recuperiamo
il suo numero di telefono. Ovviamente solo per vedere i mobili… La festa è
quasi agli sgoccioli, guadagniamo l’uscita, riceviamo in dono un poster vintage
della prima copertina della rivista cinquant’anni fa e ci avviamo ridacchiando
verso il portone, appena girato l’angolo gettiamo il poster! Ora dobbiamo solo
tornare a casa sane e salve e finire i pettegolezzi della serata.
Davvero divertente fare parte di un evento così Glamour ogni tanto! Alla
prossima festa!