mercoledì 4 novembre 2009

IL PIACERE – G. D’Annunzio

Sapete che ogni tanto leggo i classici, per ricordarmi come scrivono quelli che scrivono bene per davvero e per ricordarmi perchè si chiamano classici. Bene, comincio questo libro del D’Annunzio qualche settimana fa e che giace nella mia libreria da anni ormai. Certi libri stanno li per un bel po’ di tempo e poi un giorno, come per magia, il tuo occhio invece di scappare via si sofferma, il tuo dito sfiora il dorso e lo estrae dalla mensola. Ecco, potevo lasciarlo li! Devo dire la verità, durante le prime cinquanta pagine grande entusiasmo dovuto al modo ricercato e intenso di scrivere. Il bello dei classici è che sono profondi, che esplorano l’animo, dettagliano le sensazioni ad un punto tale che senti quelli che leggi. Pero’, secondo me, qui ad un certo punto si esagera nella ricerca del dettaglio. A pagina 250 mi volevo sparare... milioni di parole per non dire niente, per fare sfoggio di cultura, mi viene in mente la parola Manierismo, pensate se dovesse mai leggermi un esperto... quante botte mi darebbe. Il libro mi riconquista un po’ nelle ultime 60 pagine, quando lo Sperelli, un tombeur de femmes, un libertino che si innamora per davvero di due sole donne Elena e Maria, ma nonostante questo riesce a portarsene a letto un centinaio prima, durante e dopo, tocca il minimo storico della bassezza di comportamenti, della viltà e del disonore: seduce Maria, ma incontrando di nuovo Elena prova a risedurre ancora quest’ultima facendo leva sulla gelosia di entrambe e rimane vittima del suo stesso atteggiamento privo di qualunque scrupolo. Il libro è la testimonianza di una decadenza dei costumi decisamente evidente che si maschera dietro alla cultura, all’arte e alla forma, ma che sostanzialemente non è cosi diversa da quello che si vive oggi. Riconosco al libro classico, e anche a questo nonostante non mi sia piaciuto, la grande dote della contemporaneità. Un vero classico tratta temi che riescono ad essere adeguati ad ogni epoca. Voto 5/6. Anche se non nascondo un certo senso di colpa a non dare la sufficienza ad un classico... ma nella realtà non è tra quelli che vi consiglio di leggere!

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti: