domenica 15 luglio 2012

12 luglio 2012 – Bastardi


Sono a Ginevra, scendo dal treno dopo quattro ore di viaggio. Mi guardo in giro. Dove cavolo è l’uscita? Ma mettere un’indicazione vi fa schifo? SORTIE – EXIT – WAY OUT – AUSGANG – USCITA. Dove diavolo è? Continuo a guardarmi in giro e la mia coda dell’occhio percepisce una stonatura. Due ragazzi guardano uno zaino a terra. 
Non c’è niente di strano all’apparenza, perchè nemmeno riesco a ricordarmi chi ci fosse vicino a quello zaino insieme ad altri bagagli. Uno dei due si china e lo raccoglie con disinvoltura e se lo mette sulla spalla. Sono bellini, vestiti sportivi e bene, uno indossa una maglia rossa con le scritte nere e l’altro una maglia gialla. Mi volto a guardarli, con insistenza. Istintivamente stringo la mia borsa sotto il braccio. Si vede che li sto guardando con intenzione. E me ne accorgo solo perchè loro rispondono al mio sguardo con una certa sfida e mi è evidente in un secondo momento. Sono a pochi passi da me. Un brivido mi percorre la schiena. Vorrei mettermi ad urlare, non so perchè, ma una parte di me, non ancora cosciente evidentemente lo sa che la vignetta ha qualcosa di sbagliato, ma non lo faccio. 
Trova l’errore. 
Camminano lentamente rilassati, perchè devo sospettare qualcosa? Eppure c’è qualcosa che non va. Si parlano tra loro, quello con la maglia rossa fa segno all’altro, quello con lo zaino, di rallentare. Non parlano nessuna lingua che io conosca, eppure so che questo è il messaggio. Potenza del linguaggio del corpo o interpretazione o autosuggestione. 
Da quando li ho visti sono passati penso al massimo 10 secondi e 5 passi. Siamo vicini alle scale. Sono ormai davanti a me, non appena raggiungono i gradini e come se si sbloccasse un fermo immagine. Giù a rotta di collo dalle scale.
Bastardi. Bastardi.
Mi metterei ad urlare, vorrei inseguirvi e riempirvi di botte. Mi volto indietro e non so neanche più distinguere quali sono le persone a cui apparteneva lo zaino. Ho appena visto con orrore un film che parla della violenza della polizia e vorrei tanto in questo momento che questa violenza si abbattesse su di voi mentre penso alla disperazione di chi si accorgerà di non avere più documenti, soldi o effetti personali e magari anche un pezzo di vacanza.
Bastardi.
Vi odio perché non ho fatto in tempo a fare niente. Vi odio perché mi avete fatta sentire impotente ed inutile. 
Vi odio perché stasera qualcuno piangerà e domani avrà un sacco di grane da affrontare.
Vi odio perché è facile fare così invece di andare a lavorare.
Vi odio perché uno ha le sue idee perbeniste e quando accadono queste cose invece vorrebbe solo riempirvi di calci e sberle contro ogni sana e buona convinzione pacifista. 
Vi odio perchè siete solo due stronzi.

5 commenti:

  1. Condivido pienamente il tuo pensiero.
    In questi giorni alcuni miei vicini di casa hanno subito dei furti. In pieno giorno, anche all'interno di piccole corti, ma nessuno ha visto nulla. Il problema è che anche quando ti capita di assistere a questi episodi, ti ritrovi ad osservarli impotente, perchè loro sono pronti, ma tu no...

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    1. Esatto e questo rende il tutto ancora più frustrante....

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  2. Bel racconto, scrivi di professione?

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  3. Ciao Rinaldo! no! scrivo per passione e poi nel resto del tempo mi tocca lavorare! Grazie comunque.

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  4. Brava, continua cosi' .. Quando trovero' un tuo racconto in libreria mi ricordo' di questo blog! (a meno che tu non l'abbia gia' fatto, in tal caso mi scuso...)
    Ciao e buona vita!

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