lunedì 18 novembre 2013

La palestra, secondo me

Prima di tutto devo confessare che vivo sopra la palestra, e quando dico così, non intendo vicino,
intendo proprio dire sopra, nello stesso palazzo, io sto al quinto piano e la palestra sta al piano terra.
Questo per farvi capire che NON HO ALCUNA SCUSANTE per non andare. 
Non devo neanche mettere il cappotto. 
Non devo uscire all’aperto per entrarci. Tanto per essere precisi.
Aggiungo dell’altro per farvi capire il mio rapporto con la medesima.
Quando decido di non fare i corsi o semplicemente non arrivo in tempo, scendo a camminare come un’alienata sul tapis roulant. Ritengo che, camminare o correre, per mezz’ora almeno, fissando una parete, non sia un’esperienza particolarmente esaltante, o arricchente.
Però, la mia palestra è così avanti che ha una piccola televisione installata su ogni attrezzo di sala. Questo aumenta esponenzialmente la mia motivazione a fare qualcosa, perché io scendo alle 19.30, quando comincia CSI Miami, e risalgo, quando è finita la seconda puntata.
Non vi sembra un ottimo approccio? Devo solo proporre la cancellazione delle pubblicità che, in effetti, rendono la scalata più noiosa. Ma, a parte quello, fino a che non ho scoperto l’assassino, riesco a camminare, correre, scalare e salire con una certa costanza.
Il che non è male.
Mi capita anche di fare i corsi, perché sono divertenti ed è splendido pagare qualcuno per farci fare tanta fatica. Una si sente già più magra nella sofferenza.
Puntualizziamo un aspetto.
Non vorrei che, neanche per un attimo, voi pensaste che io sia una palestrata professionista. Sono una vera dilettante. Vado ai corsi a caso, quando capita. Non faccio mai due volte la stessa cosa di fila, non vado mai allo stesso orario. Insomma, un caposaldo dell’indisciplina. Quindi è facilmente immaginabile la mia competenza su questi temi.
Però, quello che segue, è la mia esperienza, che voglio condividere con voi, dei corsi che sono riuscita a seguire in questi anni.


Zumba 
È il mio corso preferito!

È una cosa veramente giovane e dinamica quest’ora.
L’ho già fatto due volte, anzi tre. Udite udite, mi sento molto Eminen quando mi scateno a ritmo di musiche tipo hip hop, per cominciare soft, o disco dancing pesante, per consumare a pieno ritmo un camion di calorie, e latino americano per sfinirci senza pietà a un ritmo sincopato.
Eppure, nonostante la spasmodica fatica che faccio, ho stampato sulla faccia un sorriso ebete, dal minuto 1 al minuto 60.
Vi giuro che mi diverto proprio perché, per uno strano caso del destino, riesco a seguire le coreografie con una certa facilità, anche se al 46esimo minuto sento la milza che mi sta per schizzare dal fianco.
Travolta quindi da un ingiustificato ottimismo, una sera, visto che mi viene così bene e non sono ancora morta, decido di proseguire facendo il corso di Step.
Se faccio Zumba come una street dancer, vuoi che non faccia Step???
Le ultime parole famose.

Step
Entro il sala e siamo solo 4, due donne e due uomini.
Considero quindi che se ci sono due uomini, di sicuro sarà una passeggiata, e poi storicamente lo Step è solo fatica, non complessità, no? Appunto. Errore.
Uno degli uomini è il marito dell’insegnante, quindi non solo raccomandato, ma di sicuro si è allenato a casa guardando lei preparare i corsi, infatti è il più bravo. Imbattibile.
Quando sono girata e non riesco a vedere lei, guardo cosa fa lui, perché tanto non ne sbaglia una.
L’altro uomo è il migliore amico del marito dell’insegnante. Stessa storia. Sono sicura che invece di giocare a calcetto, vanno nello spogliatoio e provano le coreografie.
La ragazza è la fidanzata dell’amico del marito dell’insegnante (che picchio il cane, che morse il gatto, che si mangio il topo, che al mercato mio padre comprò).
È tutto chiaro?
Vi devo mettere lo schema con l’albero genealogico?
Capite che si tratta di un complotto?
Perché non dirmelo e lasciarmi uscire, anzi, mandarmi proprio via, per fare una lezione in grazia di dio, invece di farmi stare lì a fare la figura della rana morta?
La coreografia è composta da tre parti. Vi giuro. Non ne ho presa una. Avete presente un lemure che danza con quelli di Fame? Ecco, io.
Tutti sullo Step, io sotto.
Tutti a destra, io a sinistra.
Tutti fanno una giravolta, io sono sullo Step.
Tutti fanno un ripeter (vorreste sapere cosa è, vero? Informatevi), io sto facendo una giravolta.
Immaginatevi un’ora così. Anzi no, 40 minuti. Poi ho gettato la spugna.
Voglio spezzare una lancia a mio favore. Loro la coreografia la conoscevano già, io no, il fatto di farmela vedere solo una volta e poi attaccare tutti i pezzi, non mi ha certo aiutato, forse sto sovra argomentando…. Non è che mi devo giustificare anche!
Gli ultimi 20 minuti cedo, loro piroettano sullo Step. Io faccio su e giù battendo le mani. Una vergogna incredibile, con loro che mi incitano all’inizio: “Dai che è facilissimo!”, poi capiscono che non c’è speranza, e quindi si limitano a dire “Va bene, vai pure avanti così, se vieni ancora impari anche tu”. Venire ancora? Mi sono segnata sull’orario, tutti i corsi di Step con una croce rossa. Fate voi.


Total body conditioning
Dai se non ce la faccio con lo Step posso fare Total Body, che più che un corso mi pare una pratica da parrucchiere: conditioning = balsamo, mi ammorbidiscono il sedere? Uhahaha! Me lo devono rassodare piuttosto! Vabbè intanto cominciamo a andare.

Entro in sala, sto sistemando gli attrezzini, si chiude la porta e capisco immediatamente che ho commesso un errore fatale. La proff. è sta stessa di Step! Ma allora è una persecuzione!
Ormai non posso scappare, sono fregata.
Mi vede, mi riconosce e mi dice con benevolenza: “Ciao! Vedrai che questo è molto più facile!! “ Ma dai, si è accorta che l’altra volta ho fatto fatica, acuta la ragazza! Che umiliazione.
La prima mezz’ora si fa sullo Step, riscaldamento e gambe.
Mi viene già da piangere. Sempre tre sequenze, ma stavolta ce la faccio, a parte che tutti girano a destra e io mi ostino a girare a sinistra, ma quando una lo impara così…
La restante mezzora è da Full Metal Jacket, addominali su e giù, con lei che ci perseguita contando in questo modo: 8, 7, 6, 5, 4 e quando pensiamo di essere prossime alla fine lei continua: 4, 4, 4, 3, 3, 3, 2, 2, riposo. Ma vaffa….
Stessa cosa con gli esercizi per le gambe. Una sbarra da 4 kg appoggiata a una caviglia, e la gamba che deve sollevarla e abbassarla per decine di volte.
Sempre la virago ci grida: la sentite la gamba? La sentiamo? (Manca solo il “palla di lardo”) Dovete provare la sensazione di un alano che vi morde la natica. LO SENTITE????
Mi viene da dire: Minkia se lo sento! Bastaaaaaa!
Prima gamba destra e poi gamba sinistra. Due minuti e stretching e possiamo andare a casa.
Beh , vi giuro che dopo la palestra, la voglia di mangiare passa del tutto.
L’addominale ti ha fatto venire così male all’addome appunto, che se solo starnutisci si accartoccia tutto dolorosamente.
Dura la vita per essere magre come sono magra io….
Datemi tempo e vi racconterò presto gli altri corsi, non è finita qui!

- Continua la prossima settimana –

5 commenti:

  1. Ufffff che fatica e va bene, ve lo spiego io cos'è un repeater: i repeater sono tre oppure cinque knee up (ginocchio su) che servono
    a) per intensificare l'esercizio
    b) per cambiare gamba
    Lo step è diviso in: coreografico e non coreografico. Quello coreografico è sempre più difficile perché qui in Italia noi siamo steppari ballerinissimi, quindi se non facciamo almeno sessanta giri per lezione, la gente si rompe le palle.
    Lo step non coreografico è più "pesante" però è più semplice. di solito è pieno di passi base, che aumentano il livello di allenamento. quello coreografico, solitamente, è meno pesante e più divertente.
    capito? capito che io sono un'insegnate coi baffi eh? :-)

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  2. io ho pensato tante tante volte di scrivere qualcosa sul mondo delle palestre. ci ho insegnato per 17 anni, e di cose ne senti tansissime, davvero divertenti.
    Molta gente è cattiva e aspetta di andare in palestra per sparlare delle insegnanti. dove? nello spogliatoio. da parte a me, che sono nascosta da un cappotto, ma che sento tutto. di solito le lascio finire e poi commento. se sparlano di me, mi siedo con loro e dico la mia, sempre contro di me. (non vi dico lo sguardo!!) se sparlano di una collega (che di solito è amica!!) parlo di lei e dico che è la mia migliore amica e che loro sono delle serpi.
    ... potrei andare avanti per anni...

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  3. avevo un tipo che mi puntava. veniva a tutte le mie lezioni di stretching. tutte. si presentava con una canotta bianca alla Umberto Bossi, lampadato, capello brizzolato (e lì potevo anche cadere vittima perché son sempre stata gerontofila).
    alla fine dell'ennesima lezione mi segue allo stereo, mi racconta della sua vita. lui è un istruttore. lavora in aeroporto.
    "di volo?"
    "hem quasi" dice lui
    "... elicotteri?"
    "hem no"
    "non mi vengono in mente altri oggetti volanti da pilotare"
    "sono istruttore per pilotare le aragoste"
    ragazze, io glio ho riso in faccia. lo so, non si fa, ma l'ho fatto.
    L'aragosta è quel camion che traina gli aerei fino al parcheggio...

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  4. vogliamo parlare dell'abbigliamento delle istruttrici????' la mia (una macchina da guerra) indossa un pantacollant che di panta ha poco in compenso è molto "collant" nel senso che ce l'ha talmente incollato addosso che potrebbe tranquillamente essere la sua pelle. naturalmente mai nero ma bianco o grigio o comunque così leggero che nulla è lasciato all'immaginazione. meno male che almeno non ha le tette. però sotto la mia micro canotta pulsano muscoli che io non pensavo nemmeno esistessero! e mentre lei ci distrugge parla ride canta e fa anche la spiritosa! e ti spia dallo specchio allora tu cerchi di metterti un sorriso sulla faccia e di non dargliela vinta mentre con la mente percorri esattamente tutte le strade che una volta finito ti consentiranno di arrivare al primo pronto soccorso per verificare se il tuo cuore non sta per scoppiare!!!!

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  5. La Trinche, senz'altro già con la scrittura fa "palestra" alle mani della scrittrice che funge da perfetto antistress difatti un mio amico sostiene che fare "esercizi di scrittura" arriva a provocare un picco di endorfine.
    La palestra ti apre un mondo a se' tant'è che è possibile attingere senza "fatica" o comunque ispira molto qualora si decisa di scrivere aneddoti e senz'altro il genere autobiografico/umoristico risulta quello congeniale. In questo caso la miscellanea è una miscela frizzante e in questa prima parte c'è implementato una globale definizione del frequentare la palestra, per poi analizzare in maniera divertente tre tipi di allenamento ovvero Zumba, Step e Total body conditioning.
    Il Total body conditioning è quello che mi ha suscitato più ilarità, con dei riferimenti al grande Kubrik tant'è che si paragona gli esercizi con quelli militari. :D
    Ambientazione per cui che arriva all'assurdo e quindi a situazioni veramente esilaranti. Cercando di mettermi in una posizione che provo a definire impersonale, direi che per il linguaggio usato e per l’estremizzazione di certi comportamenti sanno di vissuto e per altro così marcati. Situazioni che l'autrice ha dovuto "subire" stringendo i denti e i muscoli e superandole con quello che ritengo l’unico "attrezzo" efficace nella vita: una ottima dose di ironia.
    Da segnalare di come La Trinche si prodiga diciamo pure con l’intento parodico, le situazioni si susseguono velocemente e si sovrappongono, e non si avverte la faticata la lettura del racconto. Insomma, il "ritmo" non è mai "accelerato" e non ci si arriva mai di “frenare” il Tapis roulant di queste piacevolissime righe.
    Non mi resta che leggere il "Segue". Si scoprirà se la "palestrante" riesce a tenere testa e muscoli agli altri corsi o esercizi. Non vedo l'ora di leggere e disaminare.

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