In realtà il titolo mi da l’idea di un’aurea
cool che non ho affatto. La nuova moda oggi prevede che tu vada dove devi
dotata di tacchi ma con un paio di ballerine morbide nascoste nella borsetta da
estrarre al momento più opportuno, ovvero prima che ti si formi una bolla sul
tallone o che stramazzi al suolo dal tacco 15. Ma partiamo dall’inizio. Il week
end prevede una festa di compleanno il venerdì sera a bordo di una penniche che
attraversa la Senna, come perdersela? Grazie Matteo, una festa memorabile.
Comunque il programma include uno spostamento in massa delle girls: tre da
Milano, un paio da Padova, una già ci aspetta e ci ospiterà a Parigi, insomma
un mega raduno. Il bello è che ognuna parte da una città diversa e soprattutto
ad un orario diverso, ordine sparso e confuso. La festa è in abito da cocktail
cita l’invito, significa che dobbiamo venire vestite da Negroni? O da
Pinacolada? Opterò per un look Martini, con un’oliva in testa. Dobbiamo
concentrarci e scegliere un abitino che non deluda il festeggiato
permettendogli di sfoggiare amiche italiane che abbiano un look in grado di
annientare quello delle rivali d’Oltralpe. La competizione con la Francia è
sempre aperta. E’ come una finale di coppa del mondo. Alle ore 18.00, Daniela
ed io siamo a casa di Roberta ad aspettarla perchè lei sta ancora lavorando e
per ingannare il tempo pensiamo bene di fare un gita al Monoprix e di
saccheggiare il reparto champagne e chips. Alle 19.00 siamo già in stato di
ebbrezza e la festa non è ancora cominciata, a Roberta in realtà lasciamo solo
champagne, mentre le patatine spariscono misteriosamente nei nostri esofagi. In
effetti quando siamo insieme abbiamo la propensione alla dieta di Adele.
Ci
vestiamo da combattimento e alle 20.00 scendiamo in strada tutte armate di
tacchi alla ricerca di taxi. Troviamo una taxista fenomeno, che pensa
all’incirca 130 kg e che è talmente un tutt’uno col sedile che siamo convinte
non riuscirà mai a disincastrarsi né a scendere, sembra sottovuoto tra i
braccioli. Il suo vero punto di forza è che sembra anche una che fa la taxista
da un giorno. Non conosce nessuno dei posti che le indichiamo, e uno è proprio
sotto la Tour Eiffel, che non mi pare proprio sconosciuto, andiamo bene!
Comunque grazie a Roberta arriviamo all’indirizzo richiesto ma lei si rifiuta
di scendere al molo perchè dice che non sa come fare a ritornare indietro. Un
suggerimento: scendere grazie alla normale strada che è sotto ai nostri occhi,
poi girare l’auto e reingranare la marcia pare brutto? Visto che in fondo alla
discesa al molo c’è un parcheggio enorme... Il tutto non sarebbe un problema se
Daniela non avesse un ginocchio danneggiato dal calcio letale di un cavallo,
che le ha generato un ematoma e un bozzo di dimensioni ciclopiche. Chiaramente
la discesa è una stradina stile pavé, coi tacchi, una meraviglia. Arrivate alla
barca è praticamente già ora di sostituire le scarpe fighe con le ballerine che
stanno tatticamente nascoste in una pochette delle dimensioni di una sottiletta.
Potere femminile.
Saliamo in barca, le ultime pur essendo le più vicine, ma si sa, l’ingresso
deve essere trionfale ed in ritardo. Peccato che ancora 5 minuti e la barca
sarebbe partita senza di noi, e la festa ha inizio! Il giro è spettacolare,
sono le 21.00 il sole comincia a tramontare e la luce che illumina la città fa
sognare. La tour Eiffel splende accanto a noi e una piccola morsa di nostalgia
mi stringe lo stomaco. Questo ammasso di ferraglia riesce sempre ad emozionarmi
accidenti. Une coupe di champagne in mano, all’aperto, caldo, rivedo visi
conosciuti e simpatici, si chiacchera e si scorre sul fiume mentre tutti ci
guardano e ci salutano dai vari ponti. E’ bello per una volta essere quelli
della barca e non quelli sulla terra ferma che guardano con invidia benevola i
fortunati. I fortunati siamo noi!
Musica bella, bella gente, cibo ottimo, quando ad un certo punto si defila
di fronte a noi una topolona con un vestito splendido. Momento di suspance. Non
sarà mica francese??? Non è possibile. Cominciano le manovre di avvicinamento.
Dobbiamo capire da dove viene. Ad un certo punto viene a ballare di fianco e
noi e...... E’ ITALIANA! Avremmo dovuto scommetterci. Colta da un momento di
orgoglio nazionale perchè l’italianità ha indubbiamente vinto, sto per intonare
l’Inno di Mameli. Le dico (anche se non
la conosco) che ha un vestito splendido. Deve saperlo, lei non sa che
mentalmente ci ha permesso di vincere la sfida di stile della barca. E’ anche
simpatica e mi dice che ha comprato il vestito a Capri, con nonchalance, come
se l’avesse comprato alla Upim, minimizzando, perfetto, una vera signora. Approccio
top. Alla fine della serata mi lascia il suo biglietto da visita. E penso che
come al solito ho sbagliato qualcosa, perchè invece di tornare a casa con un
figo paura, torno a casa col numero di una figa paura. Vabbè, meglio di niente!
J
La festa procede tra balli, champagne, macarons e ...una danza del ventre.
Una collega francese del festeggiato: Rashida, ci appare di colpo trasformata,
indossando il tipico costume arabo e affrontando i ritmi arabi con grandissima
disinvoltura e talento. Complimenti, pareggio della Francia! Ma con questo non
possiamo competere, 1 a 1. La festa giunge al termine e quando stiamo per
scendere Roberta manifesta apprezzamento per le roselline che ornano la
penniche in vasetti laccati. Ogni tuo desiderio è un ordine amica: di che
colore la vuoi? Mi guarda come se guardasse Freddy Krueger, poi mi risponde che
sono belle tutte. Con nonchalanche mi avvicino ad un vasetto, lo afferro e me
lo metto sotto ad un’ascella come se fosse la pochette di Fendi. A causa delle
spine rischio di perfomarmi un polmone, ma scendiamo dalla barca come se niente
fosse e saliamo in taxi adibito a serra. Il giorno dopo abbiamo la faccia tosta
di raccontarlo a Matteo, in effetti è un po’ come se l’avessimo sottratta a lui
la rosa visto che la festa era la sua. E con grande orgoglio ci annuncia che ha
fatto esattamente la stessa cosa con tutti gli altri vasi che ora troneggiano
nel suo salotto. Siamo perdonate dunque.
Da menzionare la visita al Grand Palais della mostra di Elmut Newton.
Spettacolare, ve la commento dopo a parte, comunque una compilation di foto di
donne meravigliose tendenzialmente nude e decisamente perfette, e la cosa
ancora più scocciante è che non sono ritoccate, c’è una didascalia precisa e
chiara che ce lo sottolinea. Come ammazzare l’autostima.... per risollevarla
usciamo a mangiare una mega omelette al formaggio. Si sa l’autistima va
nutrita. Il week end si conclude lunedì mattina. Daniela ed io abbiamo deciso
di prendere un “comodo” volo alle 7.15, Roberta deve partire per il Messico
(che donna di mondo) e noi tornare all’amara realtà. Quindi alle 5.30 siamo sul
bus per Orly. Colazione da Laduree, davanti alla quale stazioniamo dalle 5.50
alle 6.10 aspettando che apra. Sembra che non mangiamo da mesi... ma siate
benevoli, l’autostima ha sofferto molto ed ha ancora molta fame. A bientot
Paris mon amour!