venerdì 15 marzo 2013

LA RIUNIONE - di Piergiorgio Calanchi


Buongiorno miei lettori! (fa anziano questa introduzione?), volevo dirvi che il pezzo di oggi non è mio, ma di un amico: Piergiorgio come avrete potuto leggere. Io l'ho trovato bello e gli ho detto che lo avrei pubblicato volentieri a patto che avesse messo il seguito, quindi vediamo se riusciamo a convincerlo tutti insieme. Piergiorgio ha già scritto in questo blog nel passato, quindi non sarà una sorpresa, anche se questo suo genere è diverso dai precedenti. Non vi rubo ulteriore tempo e vi auguro una buona lettura!
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DJANGO UNCHAINED – Film di Q. Tarantino

Adoro Tarantino, ma le amiche non vogliono mai accompagnarmi a vedere i suoi film, troppo violenti dicono, ma è quello il bello dal mio punto di vista! Comunque con l’inganno mi faccio accompagnare e ne è valsa davvero la pena. Lo adoro. Secondo me è molto molto simile come stile a Inglorious Bastard, l’eroe (sapete quanto amo l’eroe), i cattivi, la violenza e il trionfo finale. Solo una piccola critica, un po’ troppo lungo, penso che 15/20 minuti avrebbero potuto essere tranquillamente tagliati senza nulla togliere al film. Leonardo Di Caprio in un’interpretazione magistrale da spietato vero, come direbbero i migliori critici, ma il mio preferito rimane Mr. Schultz, Christoph Waltz, premio Oscar come miglior attore non protagonista, che in Bastardi senza gloria, faceva il nazista spietato, meraviglioso anche in entrambi i film. Cameo di Franco Nero e di Tarantino stesso alla fine. Voto tra 8/9.
Dimenticavo, colonna sonora da urlo a mio modesto parere, sentite qua sotto.

LA MIGLIORE OFFERTA – Film di G. Tornatore

Che bel film. Davvero magnifico. Una storia originale tra il thriller e il sentimentale. Un interprete grandioso: Geoffrey Rush, il noto battitore d’aste, vittima di numerose psicosi che si innamora di una ragazza, Claire, affetta da una malattia che le impedisce di uscire di casa. IL protagonista ha la passione dei ritratti di donna, che colleziona grazie ad un espediente non del tutto onesto ma, l’amore per le opere di cui solo lui stesso usufruisce forse ne giustifica gli atti. Fino a quando... Voto 9. Finale a sorpresa. In effetti, la parola che mi viene da associare a questo film è Tristezza. La pellicola ne è permeata, ma questo non ne riduce fascino e bellezza. Un film sull'amicizia anche e sulla fiducia, tradite entrambe?

FAI BEI SOGNI – M. Gramellini

Sapete che questo libro lo avrò letto almeno 6 mesi e mi sono dimenticata di recensirlo? Poco male direte voi, però mi è dispiaciuto perché è un libro talmente bello che a consigliarlo mi sento meglio! E quindi non poteva mancare la recensione anche se in ritardo.
Già, di per se, Gramellini mi piace molto, però non volevo leggere un libro a sfondo politico polemico. Siamo molto lontani da tutto ciò. È un libro di rara poesia e dolcezza. Racconta di questo bimbo che perde la madre da piccolo e di tutto quello che nasce e si costruisce intorno a una morte così prematura e improvvisa. Di come questo bimbo con un padre davvero burbero e a tratti quasi incapace di amare, diventa grande e cerca di diradare le nebbie che derivano da questa interruzione d’amore, causata da qualcuno che non avrebbe dovuto lasciarlo mai o almeno non così presto. Vi assicuro che in alcuni tratti è difficile trattenere le lacrime. Capisco perché ha venduto così tante copie e perché se n’è parlato così bene. Direi 9, senza dubbio. Leggetelo se volete qualcosa che vi accarezzi il cuore.


IL SILENZIO DELL’ONDA - G. Carofiglio

Gianrico non delude mai. Questo libro parla di un poliziotto in congedo per motivi di salute. Dopo anni come infiltrato, a un certo punto viene sorpreso da un collega mentre con la canna della pistola in bocca, sta per suicidarsi. Il racconto si svolge intorno alle sedute dallo psicologo e agli incontri con la donna che ha l’appuntamento prima del suo. Dolce, romantico, duro e poetico, proprio belle sono alcune immagini legate al suo passato. Una storia appassionante come lo sono tutte. Uno di quei libri che ti dispiace quando arrivi alla fine. Voto 8 ½.

lunedì 11 marzo 2013

Talent's Pink Day



Ore 7.15, con Rosa e Nat, partenza direzione Torino per il Talent Pink Day!! La gita comincia con Nat che fuori dal portone, e noi parcheggiate in strada, ci parla al telefono e ci dice che non ci vede. Ma come, se sento la tua voce dal finestrino… in effetti ci rendiamo conto che siamo nascoste da un enorme Suv bianco, di sicuro molto trendy ma altrettanto sicuramente inutile e ingombrante, non siamo nemmeno nelle praterie americane! Carichiamo Nat e partiamo, ci serve un caffè al più presto, non siamo lucidissime.
Il viaggio si sviluppa come al solito attorno ad una montagna di chiacchiere, per quello abbiamo sempre sufficiente energia. Pausa caffè all’autogrill, nel quale ci avventuriamo in un veloce contromano, dopo aver perso l’ingresso del bar per un soffio. Un energico caffè, un pacchetto di biscotti al cioccolato perché siamo a dieta e qualche commento ai best seller dell’angolo della cultura: Le 50 sfumature di Grigio, Le 50 sfumature di GIGIO (queste le dovrei proprio comprare) e le ricette delle sorelle Parodi. Non c’è dubbio, la cultura estrema spopola in Italia, e noi ci stupiamo delle elezioni!
Arriviamo a Torino e cominciamo a preparare la sala per il corso, intanto cominciano ad arrivare i partecipanti. La giornata è in collaborazione con il Gomitolo Rosa, un’iniziativa nazionale di sensibilizzazione e di raccolta fondi per il supporto alle donne ammalate di cancro al seno, attraverso il recupero e l’utilizzo della lana di Biella, ormai non più competitiva con le lane che arrivano dal resto del mondo. Che bello maneggiare i morbidi gomitoli e allinearli ordinatamente sul tavolo. Quest’attività mi rilassa automaticamente e mi mette il buonumore.
Il corso inizia e dopo una veloce presentazione dei partecipanti che sono molto numerosi, saremo una trentina. Prima di andare a pranzo dobbiamo cominciare l’attività esterna: prendere un gomitolo, che rappresenterà il nostro sogno, attaccare un capo in un punto del terrazzo, srotolare il filo interamente toccando diversi punti e incrociando non solo tutti gli altri, ma sedie, gazebo, piante, tavoli e colonne. L’attività è decisamente divertente e rilassante. Ognuno di noi medita sul proprio sogno, ma nel giro di pochi minuti ci troviamo tutti avvolti dai fili, come in una specie di enorme ragnatela, eppure non siamo preoccupati! I sogni degli altri s’incrociano con i nostri, è evidente. Arriviamo alla fine del gomitolo e siamo pronti per il pranzo. Dobbiamo legare il capo da qualche parte, perché dopo pranzo probabilmente è da lì che dovremo ripartire e riprenderci il nostro sogno.
Il ristoratore ci accoglie piuttosto disperato, una tavolata da 25 persone non è il massimo della vita in termini di organizzazione, soprattutto perché insieme a noi c’è una bellissima stylist che dovrà truccare le donne, nel pomeriggio arriverà un fotografo di Donna Moderna ad immortalarci. Il giornale vuole fare un servizio sulla giornata, partecipa infatti anche una giornalista, Valentina, che ascolta incuriosita le nostre strane esternazioni da artisti un po’ strampalati. Rientrerà poi a Milano insieme a me e Nat e da questo avrà la certezza che siamo strampalati.
La stylist in pochi minuti allestisce una sala trucco nel bagno della pizzeria, siamo troppo avanti! Si comincia con Rosa, tra una pizza e un’insalata usciamo da lì stile dive, io sembro più una Charlie’s Angels passata di moda! Rosa chicchissima e Natascia una diva! Che trio…
Tornati in sede è il momento di recuperare il proprio sogno, riavvolgendo il nostro gomitolo, peccato che almeno la metà di noi non si ricordi dove ha lasciato il capo terminante. Andiamo bene…! È il nostro sogno, ma non sappiamo dove lo abbiamo messo, eppure questa è la prima metafora della vita.
A volte ci dimentichiamo dei nostri sogni.
Lo recuperiamo e cominciamo a raggomitolare. Siamo quasi alla fine quando arriva il fotografo.
Noi donne a bocca aperta, occhio azzurro penetrante, capello scompigliato, aria da adorabile farabutto: l’uomo ideale insomma. Ci fa avvicinare a lui e ci rendiamo conto che abbiamo tutte cambiato sogno improvvisamente. Seconda metafora della vita: a volte basta uomo belloccio per buttare in un angolo i propri sogni!
Ad ogni modo, a questo punto, il nostro sogno è lo stesso, e ha un nome e gli occhi azzurri! Quando Christian, così si chiama il sogno, ci chiede di lanciargli i gomitoli durante lo scatto, nessuna si oppone preoccupata di perderlo: tanto è uguale per tutte! J
Gli uomini del gruppo ormai sono tra l’attonito e il rassegnato, mentre noi ci stiamo divertendo un sacco.
Intanto i sogni si sono ingarbugliati, come nella vita, e come nella vita, si sono mescolati a quelli degli altri,
qualcuno ci ha aiutato a disfare i nodi,
qualcuno ci ha un po’ ostacolato,
qualcuno si è fermato a cercare di capire come sbrogliare la matassa,
qualcuno ha spezzato il filo,
qualcuno ha rinunciato,
qualcuno ha raccolto il sogno di qualcun altro,
qualcuno ha terminato il gomitolo e tiene fra le mani il suo sogno con tenerezza.