venerdì 19 novembre 2010

HOT YOGA

Piove in continuazione, non si può andare a correre. Il muscolo si rammollisce, si necessita di intervento d’urgenza. Il corpo decade, bisogna correre ai ripari. Quindi? Guardiamo avanti, cerchiamo un’attività evoluta, qualcosa che ci permetta di uscire dallo stress quotidiano, che ci dia una visione zen della vita, ma che… perbacco, ci permetta anche di consumare delle calorie e di presentarsi in società con un corpo sodo come quello di un delfino! (Delfino Goloso!! Si che si abbuffa di caramelle elargite da una ragazzina scema come un sasso, oppure Moby Dick, che è una balena, ma rende l’idea, non state lì a spaccare il capello in quattro, sempre i soliti pignoli, un pesce vale l’altro).
Insomma decido di iscrivermi a questo corso di Hot Yoga. No, Simona, non è un corso di ginnastica che si svolge attaccati ad un palo da lap dance, questa è la domanda che mi ha fatto la mia cara amica. Si tratta di un corso di yoga, che si svolge in una stanza riscaldata la cui temperatura oscilla tra i 38 e i 42 gradi. Bene. Si, molto bene.
Sembra di essere in India in piena estate chiusi in una serra. Ma perché mai uno dovrebbe sottoporsi a tale tortura? Perché il calore rende i muscoli più fluidi ed elastici, facilita lo svolgimento degli esercizi e genera sudorazione che elimina le tossine. Sembro Piero Angela. E’ tutto chiaro?
La titolare della palestra mi invita a venire in pantaloni corti e top. Ma sei fuori? Che se qualcuno vede le mie ginocchia si svuota la sala in un battibaleno. Devo anche portare una bottiglietta d’acqua, perché è consentito bere. Beh certo, “mancasse autro” direbbe la mia amica Mirella, cos’è, siamo forse in un regime militare che non posso neppure bere? Mi accorgerò che la risposta a questa domanda è si.
A lezione. Entro in sala, mi approprio di un materassino e già percepisco questo calore umido che mi si appiccica addosso. Una delle ragazza dichiara: “Ho portato anche il deodorante perché durante questo corso accadono cose strane.” Eh? Strane? Ci manca solo che con sta temperatura qualcuno emani odori. Bombe chimiche. Inizia la lezione e la professoressa ci informa che si tratta di eseguire 26 posizioni in parte in piedi ed in parte a terra bevendo “Solo quando lo dice lei”. A posto, il regime è cominciato. Non ho fatto ancora niente e già mi suda la fronte. Con grande sorpresa scopro che ci sono più uomini che donne. Uno di loro ha un corpo statuario e sta già incrociato e arrotolato come un budda in breakdance. Deve essere il secchione della classe. Mi metto lontano se no mi deprimo. Ho di fianco un ragazzo che sembra normale, vediamo un po’.
Si comincia, le prime tre posizioni vanno via con un filo di gas, come si dice qui in Romagna, la quarta mi chiede di fare cose improbabili: solleva la gamba destra e porta il piede destro all’inguine sinistro. E va bene. Tenete il piede con la mano sinistra e portate la mano destra al mento. Ok, ok, ci sono. Togliete anche la mano sinistra e unitela alla mano destra sotto al mento. Eh? Ma mi cade giù il piede!!! Allora continuate a tenere il piede. Inchinatevi in avanti e posate la mano destra a terra. MA SEI FUORI???? E COME CI ARRIVO A TERRA? Piegando il ginocchio sinistro e avvicinandomi al suolo. Si certo. E poi Chiamiamo il circo di Moira Orfei e le facciamo avere il mio curriculum se ci riesco. Ma non è finita. Una volta a terra tornate indietro e rimanete in equilibrio sulla gamba sinistra piegata senza appoggiarvi completamente. MIRACOLOOOO! Ma stai scherzando? Ma lo sai quanto pesa il mio sedere? Secondo te, sul mio piede sinistro ci sta: la gamba sinistra, la destra piegata, il sedere e tutto quello che ci sta sopra? Non ce la farà mai!! Ma non è finita. Staccate la mano destra da terra. Fatto. Non so come. Sembro un fenicottero obeso. Ondeggio. La caviglia sinistra cigola. Staccate anche la mano sinistra. Si “fai un salto, fanne un altro, fai una giravolta, falla un’altra volta, guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu”. Questa è pazza. Mi consola che i tre quarti della sala cadono a terra. Io compresa. Tranne il secchione ed una ragazza sottile che pare una ballerina. Professionisti.
Nel frattempo il mio vicino traspira vistosamente. E’ disgustoso, l’acqua (eufemismo) gli cola dal gomito. E’ tutto imperlato di sudore e ha la maglietta che si è scurita di tre toni a macchia di leopardo. Che brutta scena. E comincia ad emanare odore. Ma per favore, lavati! Memorizzo la faccia, la prossima volta mi metto a venti metri di distanza visto che oltretutto ci è proibito respirare con la bocca perché abbasserebbe la temperatura del corpo diminuendo l’effetto benefico di sta sauna che sto facendo. Tutto rema contro. E non posso stare in apnea. Muoio.
E’ venuto al corso anche un tipo che pare la copia di Briatore, è entrato tutto pimpante, facendo un po’ il figo. Bravo, bravo, fai il superiore che ne riparliamo fra 45 minuti visto che il corso dura un’ora e mezza. Dopo i primi quindici minuti si è tolto la tshirt da strizzare. Il capello svolazzate ha perso pimpantezza e sta appiccicato alla fronte. Il fiatone gli impedisce di parlare. Dopo mezzora si toglie anche il bermudino e rimane in costume da bagno che sottolinea impietosamente la pancia prominente. I capelli sembrano quelli di uno appena uscito dal mare. Cerca di nascosto di prendere la bottiglia dell’acqua ma la professoressa lo riprende e glielo impedisce. Sta per soccombere. Dopo la prima ora giace supino sul materassino e piange umiliato. Fuori ci sarà una velina ad aspettarlo per portarlo al suo suv.
Abbiamo anche la donna silicone al corso. E’ perfetta tutta truccata, con un seno che non si sposa con il suo peso e la sua struttura e soprattutto che non cade ai lati quando sta supina, neanche la bocca parla con il suo viso, sembra Nina Morich. Avrà una quinta di reggiseno e di labbra. Sghignazzo. E’ truccata! Non sa che dopo la prima mezzora la sua faccia sembrerà quella di un panda, lo so, perché alla prima lezione mi sono dimenticata di struccarmi e quando sono uscita sembravo la protagonista di un film di Disney o di un documentario sui simpatici orsetti bianchi e neri, avevo il rimmel sul mento quasi. E invece no, dopo 90 minuti lei è uguale a come è entrata, la classe non è acqua, il trucco è tatuato! Non le va via neanche quando siamo sotto la doccia, bisogna guardare e apprendere. Chissà quando si sgonfierà…
Guardando i miei compagni di corso mi rendo conto che sono davvero out. Non ho neppure un tatuaggio. Sono l’unica. La ragazza sottile ballerina ha un pierrot sulla spalla. Onestamente mi mette la depressione. Quando la rivedo in doccia scopro che ha anche una rosa in fondo alla schiena e una tigre sulla gamba! Complimenti! Un’altra bionda fisico palestrato ha un drago immenso che parte dal collo e arriva al sedere! Una terza diversi simboli su braccia e gambe e pancia. Ok, domani vado a prendere i trasferelli e mi faccio anche io qualcosa di trasgressivo e grande se no sono ordinaria, devo romagnolizzarmi. Tipo? Un bilancio finanziario sulla schiena? A destra debiti e a sinistra crediti? Un conto economico? Una lista di tassi di interesse? Vabbè ci penso e poi decido. Mancano due giorni alla prossima lezione.
Dopo 1 e 15 minuti la professoressa ci dice che possiamo bere. Grazie. Siamo già morti, non c’è bisogno. Mi accorgo che ho dimenticato l’acqua. Un ragazzino vicino a me mi guarda impietosito e mi dice: “Signora, se vuole può bere insieme a me”. Signora tua nonna. Solo perché ci separano 25 anni di vita, niente ti autorizza a chiamarmi signora. Faccio la superiore e rifiuto. Morirò di sete, dopo, da sola, in auto, ma la soddisfazione non gliela do.
Siamo agli ultimi esercizi, che ovviamente si complicano. Seduti a terra, incrociamo le gambe come un punto all’uncinetto. Sopra, sotto, metti il braccio dietro alla schiena, l’altro sopra all’orecchio, ginocchio tirato, fronte sulla coscia, tira la spalla, collo in alto… MA COME FACCIO CHE E’ INCASTRATO SOTTO AD UN GINOCCHIO? Ponte, posizione del cammello, fate il gatto, serpente, (si siamo proprio al circo, non c’è dubbio) chiudere le gambe, respirate, ok. Rilassamento. Ora siamo tutti annodati e non riusciamo a tornare in una posizione normale in meno di 22 minuti netti. Mette una musica hambient, ci fa sdraiare pancia in su e comincia a dirci che siamo stati bravi, bugiarda, falsa. Metà dei partecipanti giace ad occhi chiusi in stato catatonico. Dopo un po’ ci autorizza a rialzarci e ad andare a casa. Hai detto niente. Zoppicando arrivo alla doccia. Il giorno dopo una tragedia. MA ESISTONO MUSCOLI SUGLI STINCHI?

LE PERFEZIONI PROVVISORIE – G. Carofiglio

Un libro di caro figlio è sempre una garanzia. Voto 8, lo dico subito. Le avventure dell’avvocato Guerrieri appassionano sempre e non deludono mai. E’ al solito un libro che cominci e non riesco a smettere di leggere, finito in tre giorni a discapito del sonno. Guido Guerrieri si trova ad indagare sulla scomparsa di una ragazza coinvolta in uno strano giro e durante questa vicenda resta affascinato da Caterina, amica della ragazza scomparsa e da Nadia, un’ex prostituta, sua cliente che ora ha aperto un locale particolare dove ormai l’avvocato è di casa.
Sarà morta la ragazza? Che fine ha fatto? A voi scoprirlo. Buona lettura.

LE GRAND TORUBILLON DE LA VIE – Voutch

Fumetti. Ne abbiamo già parlato il mese scorso, avevo letto il libro che parlava dell’azienda questo parla della vita normale. Qualche battuta come al solito? Un vecchio sulla sedia a rotelle che parla con un giovane: “E tutt’ad un tratto la verità mi si è palesata: invecchiando, non si diventa vecchi e saggi, invecchiando si diventa vecchi e basta! “. Donna nuda a letto che guarda Superman che si riveste: “Diciamo che mi aspettavo qualcosa di nettamente, nettamente meglio!”. Insomma ironia a fiumi, sarcasmo a montagne. Oggi vado a Parigi e me ne compro degli altri, riescono a mettermi davvero il buonumore! Voto 8.

MIA SUOCERA BEVE – D. De Silva

Libro molto molto originale! Un avvocato, Vincenzo Malinconico, di nome e di fatto, si trova coinvolto in un processo organizzato in un supermercato, trasmesso in tv attraverso le telecamere del supermercato stesso. Il tecnico che le ha installate ha subito la perdita del figlio per mano di un mafioso che è uscito impunito dalla vicenda e decide che è giunto il momento di riprocessarlo, ma a modo suo, quindi viene sequestrato, nel punto vendita appunto e di fatto difendere da Malinconico, sequestrato pure lui. Insomma una vicenda tutto sommato esilarante, raccontata con grande lucidità ed ironia. Un esempio del modo di pensare di Malinconico per definire il personaggio: “Io non sono un duro, non lo sono mai stato. In vita mia, se devo essere sincero, credo di non aver mai preso una decisione. Non mi piacciono molto le decisioni. Per decidere devi essere convinto, e io non sono convinto quasi di niente. Sono più un tipo da opzioni, ecco. “. Insomma, frase capolavoro.
Se volete provare qualcosa di diverso leggetelo, premio l’originalità! Voto 7. Un amico mi ha detto che è molto bello anche il primo: Non avevo capito niente. Proverò!